27/04/2022, 10.03
TURCHIA
Invia ad un amico

L’ergastolo a Kavala e il ‘clima di tensione’ di Erdogan per le elezioni 2023

di Marta Ottaviani

Il filantropo e attivista dovrà scontare il carcere a vita per aver “tentato di rovesciare” il governo con la protesta di Gezi Parki del 2013. L'analista Gultekin ad AsiaNews: non vi è una “logica legale” nei processi a suo carico. Dal presidente e dal partito di governo il progetto di “creare nemici” per mantenere il potere e nascondere il tracollo economico. 

Milano (AsiaNews) - Un verdetto ingiusto, un processo condotto senza prove sostanziali. Ma dietro la condanna all’ergastolo di Osman Kavala ci potrebbe essere qualcosa di ancora più inquietante. La creazione di un clima di tensione per influenzare il voto del 2023, quando il Presidente Recep Tayyip Erdogan cercherà la terza rielezione consecutiva alla carica di Capo dello Stato.

Kavala è uno degli intellettuali più in vista del Paese. Filantropo, attivista per i diritti umani, la sua condanna all’ergastolo aggravato con l’accusa di aver tentato di rovesciare il governo Erdogan tramite la rivolta del 2013 di Gezi Parki solleva più di una perplessità.

“Tutta la faccenda presenta dei dubbi – spiega ad AsiaNews Levent Gultekin, giornalista e analista del quotidiano Diken -. Osman Kavala è imputato in due processi diversi. Da quello per spionaggio, per cui è stato detenuto quattro anni è stato assolto. Poi gli hanno aggiunto questo di Gezi Parki, dove prima è stato assolto e poi condannato in modo pesante. Non credo sia possibile spiegare tutto questo con una logica legale”.

Di sicuro, è difficile farlo capire a tutta quella parte di Turchia che aveva aderito con entusiasmo alle proteste di Gezi Parki, che nel 2013 fecero tremare l’Akp ed Erdogan, a quei tempi premier, e che da domenica, il giorno della sentenza, sta protestando in diverse province turche, fra cui Istanbul, Ankara e Smirne, quindi le tre maggiori città del Paese. Tanta insofferenza e tensione per una sentenza che ha tutto un sapore politico e nella quale si intravede quasi una volontà da parte del presidente Erdogan di accanirsi in modo particolare con il filantropo. La vicenda di Kavala è stata aspramente criticata anche all’estero, perché non ha tenuto conto dei pronunciamenti della Corte Europea per i diritti dell’Uomo. Il 10 dicembre la giustizia turca aveva respinto il ricorso degli avvocati di Kavala che ne chiedevano la liberazione, nonostante il tribunale di Strasburgo avesse decretato il contrario.

Ma c’è un altro aspetto che preoccupa, ossia aver voluto screditare, attraverso la condanna di Kavala, tutto il movimento di Gezi Parki. Proteste pacifiche e trasversali, che non sono mai riuscite a tradursi in un movimento politico, anche per la distanza delle forze che vi presero parte ma che, evidentemente, a Erdogan fa ancora paura. “Da analista – continua Gultekin – ritengo che cercheranno di usare questo processo contro Kavala e Gezi per le elezioni del 2023. Accuseranno i partiti di opposizione di un tentativo per rovesciare il governo e probabilmente utilizzeranno questo caso giudiziario per rafforzare la loro campagna elettorale. Erdogan ha già detto in passato che Gezi è stata ‘una iniziativa Alevita’. Credo porteranno avanti una narrazione di questo tipo in modo tale da creare un nemico per le prossime elezioni. I governi autoritari mantengono il loro potere grazie alla creazione di nemici”.

La Turchia sta attraversando un momento economico difficile e proprio la stabilità economica è sempre stata uno dei cavalli di battaglia di Erdogan e uno dei motivi principali del suo consenso. La lira turca è fuori controllo da tempo e i fondamentali macroeconomici non fanno presagire nulla di positivo. A questo si deve aggiungere che la guerra in Ucraina sta impattando in modo molto negativo. Le elezioni del 2023 vengono viste da molti analisti come una concreta occasione per provare a rimettere il Paese in cammino verso la democrazia. Dall’altra parte, però c’è un leader che non è disposto a cedere e che è pronto a mettere in campo tutti gli sforzi perché la parte di Turchia che ancora lo sostiene e che è sempre più radicalizzata risulti maggioritaria. Costi quel che costi.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Istanbul, il giudice assolve, la polizia lo arresta: di nuovo in carcere filantropo di Gezi Park
19/02/2020 09:02
Grazie a Erdogan, la Turchia è sull’orlo del baratro
05/04/2016 12:20
Iniziato il processo per le manifestazioni del Gezi Park. Per l’accusa volevano ‘rovesciare il governo’
25/06/2019 14:42
Erdogan, nuovo califfo, favorito alle elezioni presidenziali
05/08/2014
Alle elezioni amministrative di domani si decide la sorte di Erdogan
29/03/2014


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”