18/04/2009, 00.00
FILIPPINE
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Liberato volontario della Croce rossa. L'operatore italiano ancora nelle mani dei rapitori

Dopo 90 giorni finisce la prigionia del 38enne svizzero, Andreas Notter, rapito il 15 gennaio scorso nell’isola di Jolo. La polizia locale afferma che i sequestratori lo hanno abbandonato perché braccati dalla polizia. Preoccupazione per la salute di Eugenio Vagni.
Zamboanga City (AsiaNews/Agenzie) - Torna libero Andreas Notter, il 38enne volontario della Croce Rossa, rapito il 15 gennaio scorso nell’isola di Jolo, insieme alla filippina Mary Jean Lacaba e all’italiano Eugenio Vagni.
 
Jesus Verzosa, responsabile delle forze di polizia di Jolo, ha affermato che Notter è stato in pratica abbandonato nella fuga dai sequestratori braccati dall’esercito filippino che stava accerchiando le postazioni del gruppo integralista nella giungla di Jolo. Cerge Remonder, portavoce del ministero degli interni, ha dichiarato: “Seguiremo soprattutto questa strategia per salvare l'ultimo ostaggio, l'italiano Eugenio Vagni".
 
La liberazione di Notter (nella foto), di nazionalità svizzera, giunge e 90 giorni dal sequestro messo in atto da militanti musulmani, affiliati al gruppo terrorista Abu Sayyaf, che operano nell’isola nel sud delle Filippine. Il 2 aprile scorso era stata liberata Mary Jean Lacaba, ora resta nelle mani dei rapitori solo l’italiano Eugenio Vanni, 62 anni.
 
Le autorità di Manila avevano espresso nelle scorse settimane un cauto ottimismo in merito alla liberazione degli ultimi due ostaggi nella mani dei rapitori. La soluzione del sequestro di Notter giunge a pochi giorni dalle dichiarazioni di Ronaldo Puno, ministro filippino degli Interni, che il 16 aprile aveva parlato di sviluppi positivi della vicenda “in tempi brevi”.
 
Il governo filippino e la Croce rossa hanno espresso preoccupazione per le condizioni di salute di Vagni che avrebbe difficoltà a muoversi a causa di un’ernia.
 
Tra le varie strade percorse per ottenere la sua liberazione c’è anche quella della mediazione messa in atto da alcuni religiosi musulmani. Come reso noto dal governatore della regione, Abdusakur Tan, un gruppo di ulema ha incontrato questa settimana i rapitori nella foresta di Jolo per trattare la liberazione del volontario italiano.
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