20/06/2015, 00.00
INDIA
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Liquore tossico: 74 morti a Mumbai in tre giorni

di Nirmala Carvalho
Arrestate sei persone e sospesi otto poliziotti, coinvolti nella vendita di alcool illegale. Le vittime sono poveri e lavoratori giornalieri che vivono negli slum. Il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi invita a imparare dall’enciclica di papa Francesco, che insegna che “non c’è spazio per l’egoismo e l’indifferenza”.

Mumbai (AsiaNews) – È salito a 74 il numero di persone morte a Mumbai in tre giorni per un grave avvelenamento da liquore illegale. Il bilancio è in costante aggiornamento, con altri 31 intossicati ricoverati in vari ospedali della metropoli in condizioni critiche. Finora sei persone – inclusa una donna – sono state arrestate con l’accusa di contrabbandare alcool tossico.

Devendra Fadnavis, chief minister del Maharashtra, ha ordinato un’inchiesta per accertare le responsabilità nel caso. La polizia ieri ha sospeso anche otto agenti, incluso l’ispettore capo della questura di Malwani, per un presunto coinvolgimento nella vicenda.

Le vittime provengono da ambienti molto poveri. La maggior parte vive negli slum di Laxmi Nagar e lavora come operaio giornaliero o guidatore di risciò. Secondo la ricostruzione della polizia, avrebbero consumato il liquore di scarsa qualità nella serata di mercoledì 17 giugno, in un bar del villaggio di Rathodi. I primi sintomi da intossicazione si sono manifestati il giorno seguente, con forti dolori addominali e vomito.

“La Chiesa di Mumbai – afferma ad AsiaNews mons. Dominic Savio Fernandes, vescovo ausiliare – piange questa devastante tragedia. Quasi sempre i più poveri sono quelli che soffrono di più in tali circostanze. Le famiglie vengono distrutte e i problemi economici si aggravano, se a morire è chi porta a casa il pane”.

Anche alla luce di queste morti, sottolinea il presule, “l’enciclica di papa Francesco è un dono immenso. Nel mondo della ‘Laudato sì’ non c’è spazio per l’egoismo e l’indifferenza. Non ci si può prendere cura della natura ‘se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani’ [91]”.

In India l’avvelenamento e il decesso per il consumo di liquore di scarsa qualità non è un fatto raro. Nel 2011 quasi 170 persone sono morte in West Bengal; almeno 30 in Uttar Pradesh nel 2009; più di 100 in Gujarat sempre nel 2009. Per la sola città di Mumbai è il secondo incidente più grave dal 2004, quando morirono 87 persone.

In genere questi liquori vengono prodotti in casa e corretti con metanolo e spirito industriale, una commistione che può portare a crisi epilettiche, vomito e morte. Dato il bassissimo costo (circa 10 rupie, pochi centesimi di euro), è molto diffuso tra  poveri e lavoratori giornalieri.

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