28/08/2017, 08.59
IRAQ
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L’esercito irakeno caccia l’Isis da Tal Afar. Preoccupa la sorte dei civili

In una settimana le forze della coalizione hanno vinto la resistenza dei jihadisti, liberando la città. Ora l’obiettivo è Al-Ayadieh, a 15 km, lungo la strada che conduce al confine con la Siria. Attivisti e ong lanciano appelli per la tutela della popolazione, decine di famiglie accolte nel centro sanitario di Badush in condizioni precarie. 

 

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Le forze irakene, sostenute da milizie sciite locali e dai raid aerei della coalizione internazionale a guida statunitense, hanno sconfitto la resistenza dello Stato islamico (SI, ex Isis) a Tal Afar, nel nord del Paese, liberando la città dalla presenza jihadista. A una settimana dall’inizio dell’offensiva, le autorità hanno annunciato la vittoria (quasi) completa sulle milizie fondamentaliste, che hanno perso il controllo di una delle ultime roccaforti in Iraq.

In una nota i vertici della coalizione anti-Isis - esercito irakeno, polizia federale, forze anti-terrorismo e circa 20mila combattenti delle milizie paramilitari sciite (sostenute dall’Iran) di Hashed al-Shaabi - rivendicano il controllo di tutti e 29 i distretti della città. Al momento sono in corso le battute finali di pulizia dell’area dalle ultime sacche di resistenza jihadista. 

Intanto i soldati hanno già iniziato a festeggiare la vittoria, che segna un altro colpo inferto alle milizie di Daesh [acronimo arabo per lo SI] in Iraq, dopo la “liberazione” di Mosul. Milizie pro-governative hanno sfilato per le vie della città a bordo dei carri armati, sventolando bandiere e mostrando segni di vittoria. Rimossi anche stendardi e cartelli dello SI dagli edifici e dai punti di controllo allestiti dai combattenti. 

La rapida caduta di Tal Afar è un ulteriore, durissimo colpo inferto dall’esercito alle milizie dell’Isis, che fino a pochi mesi fa controllavano gran parte del nord dell’Iraq e del settore orientale della Siria. La città sorge lungo la tratta che collega Mosul al confine siriano ed è un crocevia importante di uomini e mezzi nella regione. 

L’annuncio ufficiale della vittoria dovrebbe giungere entro il prossimo 2 settembre, giorno di inizio della festa musulmana di Eid al-Adha (la “festa del Sacrificio”) in Iraq. Ora il prossimo obiettivo nell’area è la cittadina di Al-Ayadieh, circa 15 km a nord di Tal Afar, anch’essa situata lungo la strada che conduce alla frontiera con la Siria. 

La maggior parte degli oltre 200mila abitanti di Tal Afar hanno già abbandonato la città nel 2014, in concomitanza con l’arrivo dei primi miliziani dello Stato islamico. In origine essa era abitata da turkmeni sciiti, considerati “eretici” dai fondamentalisti sunniti dell’Isis. Come per Mosul, i timori della battaglia di Tal Afar hanno riguardato la sorte di migliaia di civili intrappolati in città e impossibilitati a fuggire. Stime della coalizione riferivano di circa 50mila persone bloccate all’interno, usati dai jihadisti come scudi umani.

Nelle battaglie che si sono combattute nei giorni scorsi sarebbero morte almeno 162 persone, decine i feriti. I soldati hanno inoltre rinvenuto una fossa comune in una zona periferica della città, che conteneva i cadaveri di 80 persone, in maggioranza civili. 

Ed è proprio la sorte della popolazione locale a preoccupare attivisti e associazioni pro diritti umani attive nella zona. In una nota i vertici di Oxfam, che coordinano gli interventi nell’area, chiedono al governo iracheno di assicurare l’incolumità dei civili e la consegna urgente di aiuti. Decine di persone in fuga dai combattimenti hanno trovato riparo nel centro sanitario di Badush, circa 60 km a est di Tal Afar: “I piccoli - riferisce un portavoce della Ong - erano ricoperti di sporcizia e molto magri, hanno attraversato l’inferno per arrivare fino a qui. Le famiglie hanno cercato di rimanere unite, le madri tenevano stretti a sé i loro bambini, alcuni neonati. Erano tutti esausti e traumatizzati dalla terrificante esperienza”. (DS)

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