24/08/2016, 11.09
ITALIA - VATICANO
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Madre Teresa è già santa. La canonizzazione serve per noi e per il mondo (III)

di Sebastian Vazhakala, MC

Riconoscere la santità della Madre serve da stimolo per la Chiesa e per il mondo. È l’inizio di un percorso, l’invito ad approfondire il suo spirito e rivivere il Vangelo come lei lo ha vissuto. La preghiera e l’amore sono le armi più potenti del mondo, ma non devono rimanere parole: servono gesti e testimonianze. Terza parte del racconto di p. Sebastian Vazhakala.  

Roma (AsiaNews) – Quando vado a Calcutta, alcuni indù mi domandano: “Ma perché si dice che la Chiesa fa diventare santa Madre Teresa? Per noi lei è già una santa! Questa cerimonia non serve”. E io spiego loro che la canonizzazione è un riconoscimento maggiore della sua santità, che serve non a lei, ma a me, a noi, a tutto il mondo.

Madre Teresa è importante per tutto il mondo di oggi. E la cerimonia della canonizzazione non è la fine di un percorso, ma l’inizio: è l’invito ad approfondire il suo spirito, a rivivere il Vangelo di Gesù come lei lo ha vissuto, usando quelle che lei chiamava “le armi più potenti”, ossia la preghiera e l’amore.

Perché il mondo di oggi va male? Perché si usano altre armi violente. Ma se si va avanti così, non vincerà nessuno. Le armi più potenti sono la preghiera e l’amore. Non solo le parole “Ti voglio bene”, ma le azioni di amore verso gli ultimi, i dimenticati da tutti. Fare come lei ha fatto.

Ad esempio, oggi due Fratelli sono andati al campo profughi vicino alla stazione Tiburtina e hanno portato alla gente un po’ di caffè e qualcosa da mangiare. In questo modo essi continuano l’opera di Madre Teresa. Questa opera non finisce con la canonizzazione, tipo: facciamo la festa e voltiamo pagina. L’opera di Madre Teresa continua, anche perché essa è opera di Dio e ci richiede di riprendere e attuare lo spirito di Madre Teresa.

Ricordo ancora, il 6 settembre 1997, quando Madre Teresa era morta, la CNN mi ha intervistato e mi domandano: “Madre Teresa è morta e ora cosa farete? Cosa farà lei? Che cosa succederà?”.

Io ho risposto: “La Madre è morta, ma Dio non è morto. L’opera compiuta da lei era opera di Dio e questa opera di amore continuerà”. La stessa Madre Teresa diceva spesso che se Dio ha trovato una persona miserabile come lei per compiere la Sua opera, troverà altre persone per continuare e perpetuare questa opera di Dio nel mondo, che ha ancora bisogno di imparare ad amare.

Penso che questo nostro mondo segnato dalla violenza abbia bisogno di imparare da Madre Teresa. Non sono le armi, le pistole, le bombe a risolvere i problemi, ma l’amore di Dio, la carità. Guardiamo cosa è successo in Yemen, dove quattro nostre suore sono state uccise mentre servivano degli anziani. Come è possibile? Uccidere è l’estrema abiezione per un uomo; nemmeno gli animali fanno questo. Ma allora significa che abbiamo ancora molto da imparare per comprendere il vero amore.

La canonizzazione non è solo per la Chiesa. Madre Teresa diceva che “la santità non è un lusso, ma un dovere per tutti”. Anche il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium ha un capitolo in cui si parla della “chiamata universale alla santità”. Tutti siamo chiamati da Dio a divenire santi. E come avviene questo? Facendo il bene, aiutando i poveri, facendo la volontà di Dio.

Si comprende allora che la canonizzazione non è importante per Madre Teresa, perché lei è già santa e non ne ha bisogno, ma serve a noi, alla Chiesa e al mondo. È un aiuto, una spinta, un incentivo a riprendere lo spirito di Madre Teresa. Lei ci ha lasciato un grande patrimonio, quello dell’amore di Dio e noi dobbiamo diffondere, approfondire e vivere questo patrimonio.

Anche i libri, le cose che lei ha scritto, le sue lettere non sono qualcosa da archiviare, ma occorre diffonderle. Non si mette una lampada sotto il moggio, ma per condividerle, proprio come lei ci ha insegnato: “La gioia viene solo dalla condivisione” e coinvolgendo tutti.

Così, ancora una volta, Madre Teresa ha costruito un ponte fra i poveri e i ricchi, così che i ricchi condividano coi poveri e i poveri ricevano dai ricchi. In questo modo, tutti noi e i Missionari della carità stiamo costruendo un mondo nuovo, segnato dalla condivisione. Solo questo ci dà la pace, la gioia e cambia il mondo non con la violenza, ma con la forza che viene dall’amore. La canonizzazione della Madre ci deve spingere ad agire, a fare così. Come dice Gesù nella parabola del Buon Samaritano: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Luca 10, 37).

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