01/01/2004, 00.00
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"Maria ci aiuti ad essere artigiani di pace"

Il Papa celebra la XXXVII Giornata della Pace

Città del Vaticano (AsiaNews) – In occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Pace, che quest'anno ha per tema: "Un impegno sempre attuale: educare alla pace", Giovanni Paolo II ha presieduto una Messa nella basilica di San Pietro. Con lui celebravano diversi cardinali, fra cui anche il card. Raffaele Martino, Presidente del Pontifico Consiglio di Giustizia e Pace.

"Rendiamo grazie a Dio per questo nuovo anno: sia per tutti un anno di prosperità e di pace!", ha augurato il Papa a tutti i presenti e ai rappresentanti di 174 paesi che hanno relazioni diplomatiche con la santa Sede.

Il Papa ha ribadito "l'urgenza e la necessità di formare le coscienze alla cultura della pace. Poiché la pace è possibile  egli ha detto - essa è doverosa (cfr Messaggio, n. 4). Di fronte alle situazioni di ingiustizia e di violenza che opprimono varie zone del globo, davanti al permanere di conflitti armati spesso dimenticati dall'opinione pubblica, diventa sempre più necessario costruire insieme vie per la pace; diventa indispensabile educare alla pace".

Compito dei cristiani è essere "artigiani di pace" e proclamare e annunciare che "Cristo è la nostra pace".

Fra questi artigiani di pace il Papa ha citato il Nunzio Apostolico del Burundi, Mons. Michael Aidan Courtney, "tragicamente ucciso qualche giorno fa [il 29 dicembre – ndr] mentre svolgeva la propria missione a favore del dialogo e della riconciliazione. Preghiamo per lui, auspicando che il suo esempio ed il suo sacrificio portino frutti di pace in Burundi e nel mondo".

Giovanni Paolo II ha anche ricordato "la Terra in cui nacque Gesù", che continua "a vivere in condizioni drammatiche". Egli ha esortato tutti, palestinesi e israeliani,  a non "cedere alla tentazione della sfiducia". "A tal fine –  ha continuato - bisogna adoperarsi per superare 'la logica della semplice giustizia' e 'aprirsi anche a quella del perdono'".

Ricordando un altro dei temi del suo Messaggio, il Papa ha chiesto che nasca  "un nuovo ordinamento internazionale, che metta a frutto l'esperienza e i risultati conseguiti in questi anni dall'Organizzazione delle Nazioni Unite; un ordinamento che sia capace di dare ai problemi di oggi soluzioni adeguate, fondate sulla dignità della persona umana, su uno sviluppo integrale della società, sulla solidarietà fra Paesi ricchi e Paesi poveri, sulla condivisione delle risorse e degli straordinari risultati del progresso scientifico e tecnico".

Tutto questo è possibile se la logica dei rapporti umani sarà l'amore. "Iddio ci aiuti – ha detto il Pontefice - a costruire tutti insieme la 'civiltà dell'amore'. Soltanto un'umanità in cui vinca l'amore sarà in grado di godere di una pace autentica e duratura".

Per questo compito il Papa ha chiesto l'intercessione di Maria, Madre "del Principe della Pace".

Dopo la liturgia, dal balcone del suo studio, prima della preghiera dell'Angelus, il Papa ha fatto gli auguri di buon anno in 6 lingue e ha salutato i partecipanti alla marcia promossa dalla Comunità di Sant'Egidio, che aveva come tema "Pace in tutte le terre".

 

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