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NEPAL
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Medici nepalesi discriminati negli Stati Uniti

I punteggi di centinaia di medici nepalesi all’esame per ottenere la licenza medico-sanitaria statunitense sono stati invalidati per il sospetto di una frode. I camici bianchi del Paese asiatico hanno criticato gli esaminatori per aver collegato la loro provenienza agli eventuali imbrogli, affermando che ciò li discrimina e mette ingiustamente in dubbio la loro formazione. Compresa quella dei 1500 medici nepalesi già impiegati negli Usa.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) - Sarebbero circa 800 i medici nepalesi praticanti o specializzandi che hanno tentato l’esame per ottenere l’abilitazione allo studio (master o specializzazione ulteriore) e l’esercizio della professione medica negli Stati Uniti ad aver avuto i proprio punteggi invalidati dall’Usmle, il Medical Licensing Examination americano. Gli amministratori hanno dichiarato di aver annullato alcuni punteggi dei test dopo aver identificato "un modello di rendimento anomalo degli esami associato al Nepal”. Per questo sono sempre di più i medici nepalesi - come il dottor Puja -  che ritengono la decisione deleteria per il discredito gettato tutti i sanitari nepalesi: “Tacciarci, in quanto nepalesi, di una frode o di falsificazione dell’esame significa che i programmi medico-sanitari americani non prenderanno più in considerazione le nostre proposte perché non vogliono correre alcun rischio, anche se siamo qualificati”. 

L'Usmle è un esame molto selettivo diviso in tre fasi, ciascuna delle quali richiede anche anni di preparazione e diverse ore per effettuare i test. Un voto positivo consente ai laureati in medicina a livello internazionale di esercitare la professione medica negli Stati Uniti e ogni anno sono decine di migliaia gli iscritti. 

Secondo l’ente gestore del concorso la "prestazione anomala dell'esame degli studenti nepalesi interessati potrebbe essere indicativa di un precedente accesso non autorizzato al contenuto dell'esame". Ma Puja e altri medici coinvolti hanno affermato che l'Usmle non ha offerto alcuna prova concreta per dimostrare che i medici e gli studenti nepalesi possano aver imbrogliato. Anche perché allora chiunque abbia conseguito un punteggio alto, indipendentemente dalla sua nazionalità, dovrebbe avere la prova annullata ed essere “indagato”. Altrimenti questa sarebbe solo una vera e propria discriminazione. 

L’unico elemento a sostegno di una possibile frode - addotta dall’ente americano - sarebbe quella di sito web di notizie mediche che riporta di come sui social media venissero venduti i risultati dell’esame per un prezzo compreso tra 300 e 2.000 dollari. Ma una rapida ricerca di quasi materiali su Facebook porta a post con collegamenti ai gruppi di chat WhatsApp non funzionanti.

Ramu Kharel, assistente professore di medicina d'urgenza alla Brown University, ha detto: “Anche se l'integrità dell'esame è importante e gli imbrogli non dovrebbero essere consentiti, associare il problema a una particolare nazionalità potrebbe portare a conseguenze negative, non solo per i candidati all’esame, ma chi già esercita la professione fuori da Nepal e negli Stati Uniti”.

Il sistema sanitario americano impiega molti laureati in medicina internazionali, con un medico attivo su cinque nato e formato all’estero nel 2021 e si stima che ci siano più di 1.500 medici nepalesi negli Stati Uniti. "Ha senso indagare su punteggi sospetti nei test. Ma nominare il Nepal non fa altro che aumentare lo stigma contro i laureati in medicina internazionali provenienti da lì", ha ribadito il dottor Bibhav Acharya, psichiatra e professore associato dell'Università della California a San Francisco.

Gli ultimi dati del Nepal Medical Council, che registra e autorizza i medici a esercitare nel Paese, hanno mostrato che quasi 500 professionisti avevano ottenuto il certificato di buona reputazione – un documento richiesto per lavorare e risiedere all’estero – nel 2022 per esercitare negli Stati Uniti , rispetto a circa 270 nel 2021 e nel 2020.

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