12/03/2021, 08.47
LIBANO
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Ministro dell’Energia: il Libano rischia il ‘buio totale’

L’allarme lanciato dal titolare ad interim del dicastero Raymond Ghajar: entro fine mese potrebbe bloccarsi l’erogazione dell’elettricità. La situazione ha raggiunto livelli di criticità mai registrati dalla guerra civile. L’ appello al Parlamento per l’approvazione del budget 2021 e lo sblocco dei fondi. 

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro libanese ad interim per l’Energia ha lanciato l’allarme: il Paese dei cedri rischia di piombare in un “buio totale” entro la fine del mese, se non verranno stanziati finanziamenti per rifornire di carburante le centrali elettriche e permetterne il funzionamento a regime. I tagli alla corrente sono un fenomeno frequente sin dalla guerra civile fra il 1975 e il 1990, costringendo i cittadini all’acquisto di generatori e sopperire alle mancanze.

Di solito, le interruzioni possono variare fra le tre e le 12 ore a seconda dei momenti. Tuttavia, in quest’ultimo periodo la situazione ha raggiunto dei livelli di criticità mai registrati prima, conseguenza della peggiore crisi economica su scala nazionale e del crollo della moneta locale. 

Il ministro Raymond Ghajar ha confermato che le casse della compagnia elettrica di Stato, la Electricité du Liban, sono vuote e l’ente è in grave difficoltà finanziaria. “Il Libano potrebbe piombare - ha sottolineato - in un buio totale alla fine del mese, nel caso in cui Electricité du Liban non riceva ingenti aiuti per l’acquisto di carburante”. Rivolgendosi alla stampa dopo un incontro con il presidente Michel Aoun, il titolare ad interim dell’Energia ha avvertito per le pesantissime ripercussioni in tutti i settori, produttivi e non, del Paese nel caso di blocco completo. 

“Immaginate la vostra vita - ha proseguito - senza elettricità, internet, cellulare, telefoni, ospedali o vaccini... Nel 21mo secolo è surreale vivere senza elettricità”. Per questo egli ha invocato la creazione urgente di un fondo da destinare alla compagnia di Stato perché possa continuare a garantire le forniture, previa approvazione parlamentare. Finora la compagnia ha potuto contare su quanto restava nel fondo previsto dal budget statale 2020, in attesa dell’approvazione di quello del 2021 tuttora pendente a causa dello scontro politico ed economico interno.

A metà ottobre il presidente ha affidato il mandato al già tre volte Primo Ministro Saad Hariri per formare un nuovo esecutivo. La crisi attraversata nell’ultimo anno è solo una delle difficoltà che riguardano politica, economia e le stesse istituzioni. Una situazione precaria, cui il Covid-19 e la doppia esplosione al porto di Beirut hanno dato il colpo di grazia, spingendo il 55% della popolazione sotto la soglia di povertà in una emergenza continua. L’estrema precarietà ha innescato un aumento dei suicidi e una corsa all’acquisto dei pochi farmaci rimasti, mentre gli ospedali versano in condizioni catastrofiche.

“Ciò che è surreale - ha dichiarato un utente in rete, manifestando un sentimento diffuso e popolare - è che abbiamo ancora oggi in carica questi funzionari” che hanno fatto piombare la nazione nella crisi e non sono in grado di risollevarla, per incompetenza o corruzione. In questo senso non sono mancate critiche e avvertimenti della comunità internazionale, che ha chiesto a più riprese una revisione completa del settore elettrico, costato oltre 40 miliardi di dollari dalla fine della guerra.

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