05/12/2023, 10.52
INDIA
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Mizoram, alle elezioni vince un nuovo partito anti-corruzione

Il Zoram People’s Movement (ZPM), creato nel 2017, ha sconfitto il Mizo National Front (MNF), il cui leader Zoramthanga aveva fatto appello al nazionalismo Zo durante la campagna elettorale. Ma le politiche identitarie non hanno fatto presa sulla popolazione, che secondo gli esperti è stanca del nepotismo e della mancanza di sviluppo e di visione.

Aizawl (AsiaNews/Agenzie) - Anche nello Stato nord-orientale indiano del Mizoram, a maggioranza cristiana, si sono tenute nelle scorse settimane le elezioni legislative locali. Con un giorno di ritardo rispetto agli altri Stati indiani in cui si è votato, ieri sono stati diffusi i risultati elettorali, che indicano, secondo gli esperti, uno storico cambio di governo: il Zoram People’s Movement (ZPM), un partito creato nel 2017, ha sconfitto il Mizo National Front (MNF), il cui leader Zoramthanga aveva fatto appello al nazionalismo Zo durante la campagna elettorale. Gli abitanti Mizo condividono infatti legami etnici con i gruppi Kuki del vicino Manipur e i Chin del Myanmar. Negli ultimi due anni, a causa del conflitto civile nell’ex-Birmania, migliaia di persone hanno trovato rifugio in questi Stati dell’India nord-orientale.  

Guidato da Lalduhoma, un ex-ufficiale di polizia, il ZPM ha vinto 27 seggi dell’Assemblea legislativa statale su 40 (con il 37,86% dei voti), promettendo un “nuovo governo libero dalla corruzione”. Rispetto alle ultime elezioni del 2018, il MNF, invece, è sceso da 27 seggi a 10 (fermandosi al 35,1%). Dalla sua creazione nel 1987, il Mizoram è stato governato solo dal Partito del Congresso, il principale partito d’opposizione a livello nazionale, e dal Mizo National Front.

Secondo quanto dichiarato alla testata Scroll dall’analista politico C.V. Lalmalsawmi, le crisi in Manipur (dove a maggio sono scoppiati violenti scontri etnici) e in Myanmar hanno sicuramente “evocato sentimenti di ampia fratellanza” tra i vari gruppi tribali del Mizoram, ma “non hanno avuto nessun impatto reale sul comportamento di voto” degli elettori. L’MNF, inoltre, fa parte dell’alleanza di governo guidata dal partito ultranazionalista del primo ministro Narendra Modi, il BJP, che a causa della propaganda contro le minoranze religiose, tra cui i cristiani, in molti ambienti è osteggiato o guardato con diffidenza. E questo nonostante Zoramthanga avesse annunciato che non avrebbe condiviso il palco con Modi durante la campagna elettorale. Al contrario, aveva affermato che avrebbe continuato a sostenere contro il governo centrale la necessità di accogliere tutti i rifugiati. Ma anche Lalduhoma, destinato a essere il prossimo primo ministro dello Stato, ha dichiarato che il Mizoram continuerà ad ospitare i profughi e gli sfollati provenienti dal Manipur e dal Myanmar, sottolineando che si tratta di “una questione umanitaria”. 

In queste elezioni quindi, le politiche etniche e identitarie non sembrano aver giocato un ruolo di primaria importanza, quanto le promesse di un governo libero dalla corruzione e dal nepotismo, accuse che hanno investito il governo del MNF. Lo stesso Zoramthanga è stato accusato di aver assegnato contratti a parenti stretti e di aver modificato le leggi a vantaggio di leader non tribali, mentre la cattiva gestione delle risorse finanziarie negli ultimi anni ha generato ritardi nella distribuzione degli stipendi e delle pensioni dei dipendenti pubblici, alimentando una crescente disaffezione nella popolazione. 

“La gente era stanca sia del MNF che del Partito del Congresso”, ha detto Joy L.K. Pachuau, ricercatrice e autrice di un libro sull’identità Mizo. “Ci sono state accuse di corruzione”, che si sono aggiunte alla “delusione per la mancanza di sviluppo e di visione”. I leader del Zoram People’s Movement, al contrario, provenienti anche dal mondo sportivo e accademico, non hanno mai governato: “Le persone hanno votato per la speranza di un cambiamento”, ha aggiunto Pachuau. 

Anche Lalduhoma ha descritto la vittoria come una “rinascita politica”, resa possibile grazie al voto dei giovani e della classe media delle città, ma anche di ampie fette della popolazione rurale. “Non abbiamo mai visto una tale partecipazione delle masse”, ha dichiarato Lalduhoma a Scroll. “I giovani erano decisamente a nostro favore e hanno votato per un governo migliore, efficiente e privo di corruzione”.

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