10/11/2022, 12.03
LANTERNE ROSSE
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Morto Bao Tong, dirigente comunista diventato dissidente democratico

di Li Qiang

Era il primo collaboratore dell’ex segretario generale del Partito Zhao Ziyang. Entrambi finiti in disgrazia per essersi opposti al massacro di piazza Tiananmen del giugno 1989. Dopo anni in prigione e agli arresti domiciliari si è trasformato in un prolifico polemista pro-democrazia: La figlia: nutriva ancora una “speranza” per la Cina.

Pechino (AsiaNews) – È morto ieri nella capitale Bao Tong, stretto collaboratore dell’ex segretario generale del Partito comunista cinese Zhao Ziyang: entrambi erano finiti in disgrazia per aver difeso i giovani che nella primavera di 33 anni fa protestavano chiedendo libertà e democrazia.

Subito dopo il massacro di piazza Tiananmen a Pechino il 4 giugno 1989, quando sarebbero morte migliaia di persone per mano delle Forze armate, le autorità hanno arrestato Bao, diventato l’ufficiale di più alto grado del regime a finire in prigione per gli eventi di quei giorni. Con Zhao egli si era opposto all’uso della forza contro i dimostranti, scesi in strada dopo la morte del leader riformista Hu Yaobang e nel pieno della disgregazione dell’impero sovietico.

Nel 1992 una corte lo ha condannato a sette anni di prigione per rivelazione di segreti di Stato e atti controrivoluzionari. Le autorità lo hanno scarcerato nel 1996 per metterlo agli arresti domiciliari. Da quel momento Bao si è trasformato in un prolifico polemista pro-democrazia sotto perenne controllo degli apparati di sicurezza.

Insieme al Nobel per la pace Liu Xiaobo egli è tra gli autori di Carta 08, documento pubblicato nel 2008 che chiedeva al governo maggiore democrazia e rispetto per i diritti umani. All’epoca Bao aveva indirizzato una lettera aperta alla leadership comunista invitandola a dire in che modo l’appello violava la legge cinese.

Nei suoi anni da attivista Bao si è impegnato anche per riabilitare la figura di Zhao, epurato nel giugno 1989 su decisione del leader supremo Deng Xiaoping, e finito ai domiciliari fino alla sua morte nel 2005. Secondo Deng, Zhao era da rimuovere per le sue posizioni troppo concilianti nei confronti dei manifestanti.

Critico di Xi Jinping, Bao ha scritto che i fatti di Tiananmen hanno posto le basi dell’attuale sistema a “pensiero unico”: uno Stato di polizia dove al cittadino è inculcato il mantra: “Segui il Partito e prospererai; opponiti a esso e morirai”.

Nel dare su Twitter la notizia della scomparsa del padre, Bao Jian ha detto che il dissidente nutriva ancora una “speranza” per la Cina. Nel giorno del suo 90° compleanno, il 6 novembre, Bao aveva voluto regalare parole di incoraggiamento: “Gli esseri umani vivono storie così minuscole su questa terra. Non importa se ho compiuto 90 anni o meno. Ciò che conta è l'oggi e il futuro per cui tutti si devono battere. Devi fare tutto ciò che puoi. Fallo oggi e fallo bene”.  

 

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