23/11/2021, 08.54
RUSSIA
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Mosca, il patriarca Kirill compie 75 anni ed esalta la ‘libertà’ russa

di Vladimir Rozanskij

Per la guida degli ortodossi “la Russia è la vera leader del mondo libero”. Celebrato e insignito da Putin. Salutato per la sua “forza evangelizzatrice”. Il cruccio dello scisma con gli ortodossi ucraini. Il suo appello contro tutte le tirannie e gli avvertimenti sui limiti della civiltà supertecnologica.

Mosca (AsiaNews) – “Oggi la Russia è la vera leader del mondo libero; noi siamo liberi dalle più insidiose influenze esterne, ci evolviamo seguendo il nostro cammino, e se Dio vuole sarà un cammino pieno di successi”. Sono le parole rilasciate a un canale tv dal patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill (Gundjaev) in occasione del suo 75° compleanno.

Nell’occasione il patriarca ortodosso ha fatto un bilancio del suo lungo ministero e dello sviluppo della Chiesa e della società in Russia. Proprio grazie alla fede ortodossa, a suo parere la Russia è un Paese libero, dove non esistono “temi divisivi” che contrappongono gli interessi delle varie componenti della società. Egli spiega che tra i russi è diffusa una mentalità sana, che “non distrugge le fondamenta della vita umana e della struttura sociale.”

Per il suo compleanno, caduto il 20 novembre, Kirill ha ricevuto le congratulazioni da tutte le autorità civili ed ecclesiastiche, a partire dal presidente Vladimir Putin, che lo ha insignito dell’ordine statale di Sant’Andrea Protoclito, il più alto riconoscimento civile. Vista la difficile condizione sanitaria nazionale a causa della pandemia da Covid-19, le autorità hanno rinviato al 2022 le celebrazioni liturgiche previste per questo giubileo.

In onore della guida dei fedeli ortodossi, la tv di Stato ha trasmesso diversi programmi celebrativi: sul Primo canale il documentario di Sergej Braverman “Non avere timore di nessuno oltre a Dio”, su Otr il film di Leonid Mlečin “I 75 anni del patriarca Kirill” e sul canale religioso Spas la prima visione del film di Arkadij Mamontov “Il progetto del patriarca”, dedicato alla costruzione delle nuove chiese a Mosca. Il programma lanciato da Kirill all’inizio del suo sommo ministero, più di 10 anni fa, prevede 200 nuove chiese nella capitale – 100 delle quali già realizzate – per poter vivere una “Chiesa di prossimità” fino alle periferie della metropoli.

Intervenendo la sera del compleanno alla “maratona tv” in onore di Kirill, l’ex segretario patriarcale, il protoierej Vladimir Vigilianskij ha esaltato la figura del patriarca, uomo “illustre e generoso”, che ha preso su di sé la responsabilità della Chiesa proprio nel periodo intenso e turbolento della rinascita della fede dopo il comunismo. A detta di Vigilianskij, l’energia evangelizzatrice di Kirill “non ha paragoni né tra le altre Chiese ortodosse locali, né nella Chiesa cattolica, dove le chiese si chiudono, mentre noi ne costruiamo a migliaia”.

Secondo Kirill, la Russia può essere di esempio per tutti gli altri Paesi, nonostante tutti i problemi che ancora si devono risolvere: “Anche tra noi ci sono delle divergenze, ma sono normali opinioni diverse, non ideologie distruttive. Il confronto può quindi essere creativo, permettere la diffusione di idee nuove, nuovi progetti volti alla crescita ulteriore della nostra patria”.

Il patriarca ortodosso ha auspicato anche che grazie al dialogo si possa superare lo scisma ecclesiastico in Ucraina, il tema che più di tutti lo preoccupa: “Chiediamo a Dio che quella parte dell’Ucraina ortodossa che si è separata dalla Chiesa madre e ha scelto la divisione non offuschi per questo la sua coscienza teologica e dogmatica, altrimenti ogni speranza sarà perduta”. Per ora egli ritiene che la riconciliazione sia ancora possibile, grazie al confronto tra i ministri delle due Chiese.

Ribadendo un appello più volte pronunciato negli ultimi tempi, Kirill ha poi ammonito “tutti i capi delle società a evitare ogni forma di tirannia”, precisando che l’appello “è rivolto a tutti, ai dirigenti politici come a quelli ecclesiastici, ai laici e al clero a tutti i livelli”.

Il leader ortodosso ha concluso l’intervista augurando una rapida fuoruscita dalla tragedia della pandemia, “una prova temporanea per l’umanità, per ripensare al proprio ruolo e condizione nel mondo”. Egli ha ricordato che “il Signore non ci vuole tormentare a lungo, ma bisogna saper passare attraverso questi periodi critici, per capire che non possiamo risolvere tutto con gli strumenti della nostra civiltà supertecnologica; ci vuole tempo, fatica e tanta fede”.

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