15/04/2024, 08.28
RUSSIA-ISRAELE
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Mosca e i droni di Teheran contro Israele

di Vladimir Rozanskij

Archiviata la storica amicizia tra Putin e Netanyahu il cambiamento delle relazioni tra russi e israeliani non è iniziato il 7 ottobre 2023, ma quando più di un anno prima Israele ha iniziato ad appoggiare apertamente l'Ucraina. E sull'asse Mosca-Teheran-Pechino le questioni mediorientali sono allo stesso tempo simboliche e pratiche.

Mosca (AsiaNews) - Mentre l’Iran attacca Israele con razzi e droni, il rappresentante della Russia all’Onu Vasilij Nebenzja lancia un appello alla comunità internazionale per condannare “le azioni scellerate di Israele”, per i colpi all’ambasciata iraniana a Damasco. Non è il primo caso in cui la Russia di Putin si schiera in questi anni a fianco degli avversari di Israele, dopo che le classiche accuse sovietiche contro la “belligeranza israeliana” sembravano essere rimaste nel passato. A fianco di Iran e Russia si staglia anche l’ombra della Cina, in una “triplice alleanza” che sembra consolidarsi non soltanto nelle accuse contro il governo di Israele, ma a livello di strategie militari e geopolitiche mondiali.

Il cambiamento delle relazioni tra russi e israeliani è stato commentato su The Moscow Times da Zeev Khanin, professore di scienze politiche all’università Bar-Ilan, la seconda istituzione accademica israeliana. Egli ricorda che Nebenzja aveva già più volte dichiarato che “Israele non ha diritto all’autodifesa”, in quanto “forza di occupazione” nei confronti di Gaza e dei palestinesi, e questo “può essere soltanto una consapevole manipolazione diplomatica, non certo un’incomprensione o una carenza di informazioni storiche”. La propaganda putiniana ritorna alla narrativa sovietica sul “progetto coloniale dello Stato di Israele”, nei confronti della popolazione araba locale, che ha quindi il diritto di combattere con qualunque metodo e arma. E questa propaganda neo-sovietica “solletica e rianima le posizioni delle minoranze dell’ultra-sinistra occidentale”.

La svolta non è iniziata il 7 ottobre 2023, secondo l’esperto dei conflitti post-sovietici, ma il 24 febbraio 2022, “quando Israele ha appoggiato apertamente l’Ucraina, anche se ufficialmente non ha applicato le sanzioni occidentali”. Sembrava che questo non portasse a una rottura delle relazioni, vista anche la storica amicizia tra Putin e Netanyahu, anche se il coordinamento tra Mosca e Gerusalemme nelle operazioni in Siria, che si era sviluppato positivamente per anni, era ormai ridotto ai minimi termini. Mentre è evidente l’alleanza ormai sempre più operativa con l’Iran anche a livello militare per il conflitto in Ucraina, e Hamas appare ormai un satellite degli iraniani. Secondo Khanin, la Russia “va a rimorchio dell’Iran anche nella critica a Israele, di cui non avrebbe una necessità vera e propria”. Se il conflitto israeliano-palestinese si allargasse a un conflitto aperto con l’intero mondo arabo, la Russia non trarrebbe da questa escalation alcun vantaggio.

Tutti i commentatori parlano ormai apertamente di “terza guerra mondiale”, un conflitto tra il “Settentrione Globale” e il “Sud Globale” su vari fronti, e la Russia ambisce al ruolo di leader del Sud del mondo, insieme a Cina e India. Le questioni mediorientali sono quindi allo stesso tempo simboliche e pratiche, e Mosca ha la necessità di esprimersi e agire con più autorità e durezza della Cina, che pure sostiene una propaganda simile contro Israele e i suoi alleati, ma con maggiore prudenza e senza bruciarsi i ponti con nessuno. Zeev Khanin non crede alla versione secondo cui la Russia abbia contribuito ad organizzare l’attacco di Hamas contro Israele, ma di sicuro “cerca di trarne il massimo vantaggio”.

Se non fosse scoppiata la guerra di Gaza, ricorda l’esperto, quasi certamente “i principi dell’Arabia Saudita avrebbero stretto la mano di Netanyahu, mettendo fine per sempre al conflitto arabo-israeliano e stabilendo relazioni diplomatiche tra Riad e Gerusalemme”, con una grande alleanza Usa-Israele-Arabia Saudita. Per questo oggi si è formata la contro-alleanza di Mosca-Teheran-Pechino, che ripete a tutte le latitudini la sua denuncia del “monopolismo americano”, a cui si contrappone una “visione del mondo multipolare”. I tre alleati in realtà perseguono ciascuno i propri interessi, e cercano di aggregare i propri vassalli; due sono potenze nucleari, l’Iran è sul punto di diventarla, usano in modo diversificato le armi dell’economia (soprattutto Pechino), e gli sviluppi “multipolari” potrebbero riservare molte sorprese nel prossimo futuro.

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