14/11/2018, 15.10
THAILANDIA
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Muore pugile 13enne. La Thai boxe sotto accusa

Il ragazzo è finito al tappeto durante un match di beneficienza. Dopo due giorni di agonia, si è spento per un’emorragia cerebrale. Il Muay thai è legato con la storia e la cultura del Paese. I bambini più poveri iniziano a combattere sotto i 10 anni per mantenere la famiglia. Missionario: “Diventare campioni significa ‘soldi’”.

Bangkok (AsiaNews) – Tutto il Paese è ancora scosso dalla prematura scomparsa del 13enne Anucha Thasako (foto 2), atleta di Muay thai (Thai boxe) morto per emorragia cerebrale dopo un combattimento. Mentre il governo promette di porre fine ai combattimenti tra bambini, p. Adriano Pelosin, Pime, accusa l’antica arte marziale di essere ormai solo finalizzata ai soldi.

Anucha ha perso la vita per le ferite riportate durante un match di beneficienza a Wat Khlong Mon, nella provincia di Samut Prakan (a sud di Bangkok). Il ragazzo, che combatteva con il nome di Petmongkol Sor Wilaithong, era opposto al 14enne Put Lukromklao, conosciuto come Fahmai Wor Sudprasert. Colpito da un pugno nella terza ripresa, il pugile è caduto sbattendo la testa con violenza. Trasportato con urgenza al Bangchak Hospital, è morto nel policlinico di Samutprakarn. Si ritiene che Anucha avesse combattuto già più di 170 volte, da quando aveva otto anni.

Dopo la morte dell’adolescente, è allo studio del ministero thai del Turismo e dello Sport la revisione della normativa che regola le discipline di combattimento, il Boxing Act. Il ministro Weerasak Kowsurat ha ricevuto ieri dall’Assemblea legislativa (Nla) una proposta di emendamento riguardante l’età minima per la competizione e promette di rimandarla “quanto prima possibile” al governo.

Al momento, il Boxing Act non stabilisce limiti legali all’età degli atleti. La normativa si limita ad affermare che i pugili di età inferiore ai 15 anni devono essere registrati. Inoltre, gli organizzatori degli eventi sportivi sono tenuti a fornire una dichiarazione sulle protezioni fornite loro. Tuttavia, la legge non specifica quali devono essere. Se approvato, il nuovo emendamento vieterà ai minori di 12 anni di combattere; i pugili tra i 12 ed i 15 anni dovranno indossare protezioni, in particolare per la testa.

Legato a doppio filo con la storia e la cultura della Thailandia, il Muay thay è lo sport più popolare nel Paese e molti atleti iniziano a combattere in giovane età, alla ricerca di fama e fortuna. Definita come “l'arte delle otto armi” o “la scienza degli otto arti”, la disciplina consente di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate. Il coinvolgimento di bambini, che a volte sono avviati alla lotta prima dei 10 anni e spesso senza caschetti, ha suscitato frequenti critiche.

Provenienti dalle fasce più povere della popolazione, i giovani atleti inviano alle famiglie i guadagni ottenuti dai loro match, che sono oggetto di ricche scommesse. P. Adriano Pelosin, 72enne missionario del Pime e superiore della Società missionaria thailandese, racconta che “spinti dai genitori, bambini di sette-otto anni lasciano casa alla volta di scuole che li addestrano alla lotta”.

Il sacerdote, parroco della chiesa di San Marco a Pathum Thani, racconta che in queste strutture “i ragazzi sono sottoposti ad una dura disciplina, cosa rara per la cultura thai”. Per il missionario, il Muay thai ha ormai poco a che fare con lo sport: “Tutto è finalizzato alla vittoria e ai guadagni dal gioco d’azzardo. Diventare campioni significa ‘soldi’”.

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