08/08/2023, 09.01
RUSSIA - MYANMAR
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Myanmar, il rifugio dei russi

di Vladimir Rozanskij

Dal primo agosto i cittadini birmani potranno entrare in Russia con visti elettronici molto semplici da ottenere, mentre a Novosibirsk e San Pietroburgo apriranno presto i consolati del Myanmar dove molti si stanno rifugiando nonostante l'imperversare del conflitto civile. Il crescente numero di russi nel Paese ha stimolato la Chiesa ortodossa russa ad annunciare la costruzione di una nuova chiesa della Trasfigurazione.

Mosca (AsiaNews) - Nella “svolta verso Oriente” seguita all’invasione dell’Ucraina e alle sanzioni occidentali, la Russia sta avvicinandosi sempre più al Myanmar, altro Paese colpito da sanzioni, e dove, dopo il colpo di Stato di febbraio 2021, è in atto un conflitto civile che vede schierato da una parte l’esercito e dall’altra le forze della resistenza anti-golpe. Dal primo agosto i cittadini birmani, insieme a quelli del Vietnam e della Cambogia, potranno entrare in Russia con visti elettronici molto semplici da ottenere. Allo stesso tempo, a Novosibirsk e San Pietroburgo apriranno presto i consolati del Myanmar, dove molti russi cercano rifugio dalla guerra, senza essere considerati dei traditori.

Il sito Sibir.Realii ha cercato di comprendere che cosa rende così attraente per i russi un Paese dove ogni giorno si può incappare in attentati terroristici e violente repressioni. Uno degli intervistati, Vladislav Kokorin, si è trasferito a Yangon a maggio 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina: “Ero già stato in Myanmar nel 2012 per alcune settimane, convincendomi che si tratta di un Paese di straordinario interesse, con una grande storia e un’antica cultura, che come la Russia ha attraversato molte peripezie, riuscendo sempre a sopravvivere”. Per questo con la guerra Vladislav ha pensato di andare dove “le persone sanno che cos’è il male, e sono abituati a conviverci”.

Kokorin è un informatico e può lavorare a distanza da qualunque angolo del mondo. Il Myanmar è ben lontano dalla Russia, ma una certa sintonia con il Cremlino permette ai russi di conservare le relazioni di lavoro, mentre chi si è trasferito in Paesi “non amichevoli” viene sempre più escluso dai rapporti con le ditte russe e considerato un relokant, un emigrato “ostile” che non deve avere più rapporti con la madre patria. Vladislav dice ora di “sentirsi veramente felice” in terra birmana. La Russia vende armi ai birmani e ne addestra i soldati, e il generale Min Aung Hlaing a capo dell'esercito si reca spesso in visita a Mosca, non nascondendo le sue simpatie per Vladimir Putin.

In Myanmar vivono 135 etnie diverse, e pur nella non facile convivenza, molte di esse accolgono i russi con simpatia e sono in generale “onesti, di animo aperto ed accogliente, a volte quasi mettono in imbarazzo per eccesso di purezza”, assicura Kokorin. La persecuzione di alcune minoranze, come i musulmani Rohingya, non è certo un problema che crei angosce ai russi, convinti per propria tradizione della necessità della prevalenza delle etnie-guida come quella dei Bamar in Myanmar, concentrata nelle aree centrali e di fede prevalentemente buddhista. Il fatto che la giunta militare - al potere prima di una breve fase di apertura democratica - avesse chiuso le frontiere agli stranieri, ha permesso ai locali di conservare meglio il proprio “colorito irripetibile”, hanno spiegato gli intervistati.

L’identità nazionale è visibile anche dal particolare abbigliamento, con gli uomini che indossano le gonne, gli infusi tonificanti di betel che danno l’impressione di “aver bevuto del sangue fresco”, e i cerchi di tanaka sulle guance, una speciale cipria che distingue i tratti del volto e protegge da sole, una tradizione millenaria. Accanto ad ogni casa c’è l’altarino dedicato ai Naty, gli spiriti protettori del popolo, a cui i birmani sono devoti da prima di assumere la religione buddhista. Anche questo aspetto di sopravvivenza del paganesimo, a fianco della religione ufficiale, accomuna molto i russi e i birmani.

Anche in Russia il buddhismo è considerato una religione tradizionale. In ogni villaggio si trova una pagoda, spesso costruita a spese degli abitanti, coperta da sottili foglie d’oro, e la costruzione di splendidi templi non suscita nessuna rimostranza, nonostante la grande povertà della maggior parte della popolazione. Del resto, il crescente numero dei russi nel Paese ha stimolato la Chiesa ortodossa russa ad annunciare la costruzione di una nuova chiesa della Trasfigurazione, su un terreno gentilmente concesso dall’amministrazione di Yangon, come ha comunicato recentemente il metropolita Sergij, esarca patriarcale di Singapore e di tutta l’Asia sud-orientale.

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