28/10/2003, 00.00
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News dall'Asia

COREA

La Chiesa ortodossa russa apre a Pyongyang

Seoul - Qualche speranza per la libertà religiosa e l'evangelizzazione nella Corea del Nord giunge con il permesso della costruzione della prima chiesa ortodossa russa nel Paese. Le spese di costruzione della chiesa e dell'adiacente monastero, che sorgeranno sulla riva del fiume Daedong, si dice siano finanziate dal governo. La Corea del Nord ha già una chiesa cattolica e due chiese protestanti nella capitale, ma non ci sono sacerdoti residenti nel Paese. L'evento può essere letto come un segnale di una lenta apertura verso la religione, si spera per motivi puramente religiosi e non per interessi politici. La proposta di costruire una chiesa, infatti, fu avanzata proprio dal leader nord-coreano Kim Jong-il, durante una visita in Russia nell'agosto 2002, entusiasta di un'icona donatagli dal vescovo russo ortodosso di Vladivostok e Primore. (8 settembre)

INDIA

La medicina moderna entra nei "centri di spiritualità"

Kochi - Il governo del Kerala vuole che i numerosi "centri di spiritualità" presenti nello Stato siano registrati presso il ministero della sanità e affianchino ai loro metodi spirituali anche la medicina moderna. Negli ultimi dieci anni sono sorti moltissimi centri spirituali cristiani, indù e musulmani, con l'obiettivo principale di curare le malattie mentali, offrire un conforto spirituale e aiutare coloro che vogliono uscire dal tunnel della droga e dell'alcool.

Un gruppo di medici dell'Autorità sanitaria mentale (Mha) ha iniziato a visitare alcuni centri, per verificare la possibilità di fornirli di un reparto di psichiatra, un laboratorio e altre strutture moderne per migliorare la cura dei pazienti. "La medicina moderna accetta positivamente l'impatto della religione e della fede", afferma il segretario del Mha. "Molti malati mentali non vogliono essere curati negli ospedali, a causa dei pregiudizi legati a questo tipo di malattia, e il governo manca di infrastrutture per fronteggiare i crescenti casi di disturbi mentali, violenze domestiche, dipendenza dalle droghe e suicidi", ammette. Questi centri diventano allora il luogo migliore per trovare un aiuto e una cura ai propri disturbi.

La proposta è stata accettata con entusiasmo dai centri visitati, che avrebbero la possibilità di combinare le pratiche spirituali con strumenti scientifici. Anche la Chiesa e i leader religiosi hanno accolto positivamente l'iniziativa del governo, mettendo però in guardia contro possibili interferenze da parte dello Stato nell'attività dei centri.

Pure il Movimento spirituale islamico, che offre guida religiosa e spirituale a persone affette da depressioni mentali, dà il benvenuto all'idea di registrare i centri spirituali, così da porre un freno ai falsi centri che sfruttano la gente mentalmente disturbata in nome della religione e della spiritualità. Secondo le statistiche del governo del Kerala, nello Stato ci verificano 31,5 suicidi ogni 100 mila persone; uno dei più alti tassi dell'India: la media nazionale è 10 suicidi ogni 100 mila abitanti.

(26 agosto)

INDONESIA

Chiesta la messa al bando dei Testimoni di Geova

Kupang - Una lettera al governo nazionale da parte dei responsabili di 16 Chiese protestanti nella provincia dell'East Nusa Tenggara chiede la messa al bando dei Testimoni di Geova perché ciò che predicano è contrario agli insegnamenti cristiani e "disturbano l'armonia interreligiosa". Già nel 1976 era stato vietato al gruppo di svolgere qualsiasi attività nel Paese, ma tale divieto fu poi tolto nel 2001. Il responsabile dei Testimoni di Geova protesta: "Siamo accusati di non credere in Cristo. Non è vero! Distribuiamo questa Bibbia (dell'Associazione biblica indonesiana) e non insegniamo nient'altro che ciò che è scritto in questa Bibbia", si difende. Il portavoce della Chiesa evangelica protestante a Timor riferisce che sono state inviate lettere di protesta presso il ministero degli affari religiosi in cui la gente si lamenta del metodo di evangelizzazione porta a porta da parte dei membri del gruppo. Un responsabile del ministero degli affari religiosi conferma: "Sono musulmano; so che i cristiani insegnano che bisogna venerare il profeta Gesù, ma i Testimoni di Geova predicano che Gesù non è un profeta e questo disturba anche me". La provincia di East Nusa Tenggara, che comprende l'isola di Flores e Timor occidentale ha 3,7 milioni di abitanti. Il 54 per cento sono cattolici, il 34 per cento protestanti e il 9 per cento musulmani. (25 agosto)

MONGOLIA

I bambini di strada "attirano" diversi organismi

Ulaanbaatar - In un Paese di soli 2,5 milioni di abitanti, più di un milione vivono nella capitale e mentre la città continua a crescere, aumenta anche il numero dei bambini di strada. "Ci sono più di 4 mila bambini di strada in Mongolia, 2 mila dei quali vivono a Ulaanbaatar", afferma padre Gilbert Sales, missionario filippino del Cuore immacolato di Maria. I motivi che spingono questi bambini sulla strada sono vari: povertà, poco cibo, mancanza di attenzione e di cure a casa, mancanza di spazi personali e problemi familiari. Il missionario li conosce tutti per nome, in quanto ogni settimana va a trovarli e porta loro cibo e vestiti. I più giovani e quelli ammalati li invita al Verbist Care Center, da lui fondato nel 1995, che ospita ora 120 bambini. Un altro centro governativo per i bambini di strada, l'Amgalan Center, non è molto ben visto dai bambini. Vi sono portati dalla polizia, ma appena possono scappano e ritornano in strada, a causa della ferrea disciplina in vigore al centro. Oltre a questi due centri, diversi altri organismi internazionali hanno iniziato ad occuparsi dei bambini di strada in Mongolia: Save the Children, Yurt, Christina Noble Children's Foundation, Help International, World Vision, Peace Winds, sono alcuni degli organismi presenti nel Paese. L'intenzione di tutti è creare delle strutture di accoglienza di tipo familiare in cui i bambini possano trovarsi a loro agio. Fra i vari servizi che offrono: assistenza medico-sanitaria, visita ai minori in carcere, corsi scolastici e di formazione professionale. (28 luglio)

REP. POP. CINESE

Nonostante gli ostacoli aumentano i siti internet cattolici

Hong Kong - Grazie alla popolarità di internet, nella Cina continentale stanno fiorendo molti siti internet cattolici, nonostante le difficoltà che devono affrontare, come la mancanza di supporto da parte della Chiesa locale e i controlli del governo. Secondo le ultime statistiche, con i suoi 68 milioni di utenti della rete la Cina si piazza al secondo posto mondiale dietro gli Stati Uniti. Negli ultimi anni sono aumentati anche i siti cattolici cinesi, con sei di essi aggiornati abbastanza costantemente, realizzati dalle diocesi di Beijing, Liaoning, Taiyuan, Tianjin e Yunnan. Altri sono gestiti da parrocchie, gruppi o individui, come il Catholic Sapientia Online (www.shangzhi.org). Faith Press (www.chinacatholic.org), che offre notizie sulla Chiesa a livello mondiale, ha registrato più di 370 mila visite da quando è nato nel 1999. La maggior parte dei siti non durano a lungo, e recentemente diverse società che prima ospitavano gratuitamente siti internet, ora hanno messo una tassa per lo spazio occupato e il traffico di dati generato, causando la chiusura di molti siti amatoriali gestiti da individui. In risposta al crescente numero di siti internet cattolici anche l'Associazione patriottica cattolica cinese sta pensando di aprire un proprio sito. Secondo le statistiche del China Internet Network Information Center, dalla fine del 2002 al 30 giugno scorso,gli utenti internet in Cina sono aumentati di 8,9 milioni. Nel novembre 1997 erano solo 620 mila. Dalla fine del 2002 a oggi i siti internet sono passati da 371 mila a 473 mila . Anche l'età degli utenti si sta livellando. Mentre nel 1998 il 91 per cento dei navigatori era nella fascia dai 18 ai 30 anni, ora tale fascia di età rappresenta solo il 56 per cento. (11 agosto)

Hebei: liberato un vescovo, arrestato un sacerdote

Hong Kong - Un sacerdote cattolico appartenente alla Chiesa non riconosciuta dal governo è stato arrestato il 9 agosto scorso per aver tenuto dei corsi estivi di catechismo. La notizia dell'arresto si è diffusa poco prima di un'altra lieta notizia: quella del rilascio del vescovo Giulio Jia Zhiguo di Zhengding, nella provincia dell'Hebei. Verso la fine di agosto, fonti cinesi che hanno chiesto l'anonimato, hanno riferito che ufficiali di pubblica sicurezza avevano portato via padre Chi Huitian, della diocesi di Baoding, e due laici. Il sacerdote stava celebrando Messa per un gruppo di studenti che partecipavano a un corso estivo di catechismo: 35 auto della polizia e più di 100 uomini hanno fatto irruzione, confiscando la motocicletta del sacerdote e 10 mila yuan (circa 1.200 euro) in contanti. I due laici sono stati liberati lo stesso giorno, mentre padre Chi è stato portato nel carcere di Nangjin per "grave disturbo dell'ordine sociale". Non ha potuto incontrare nessuno e non si hanno più notizie di lui dal giorno dell'arresto. Nel frattempo, varie fonti in Cina hanno confermato che il vescovo Jia, 68 anni, è stato rilasciato il 23 agosto, dopo due mesi di reclusione. Durante la prigionia è stato più volte interrogato sui suoi rapporti con persone al di fuori della Cina, compresa la fondazione americana Cardinal Kung e gli è stato chiesto di cooperare, sugli affari che riguardano la Chiesa, con il vescovo riconosciuto dal governo, mons. Paolo Jiang Taoran di Shijiazhuang.

Questo tema della cooperazione fra le due comunità (Chiesa ufficiale e Chiesa non riconosciuta dal governo) gli ha fatto piacere, anche se la realizzazione sembra alquanto improbabile, in quanto la Chiesa non riconosciuta dal governo non vede di buon occhio la Chiesa ufficiale. (5 settembre)

SRI LANKA

Rifiutata la proposta di legalizzare la prostituzione

Colombo - Il business della prostituzione a Kollupitiya, zona a Sud di Colombo, ha visto in questi ultimi tempi un boom senza precedenti, con l'apertura di discoteche, karaoke, centri di massaggi e casinò che attirano gente del posto e stranieri in locali notturni che danno lavoro a ragazze locali e straniere. Alcuni abitanti della zona, attraverso un settimanale in lingua inglese, hanno presentato una petizione al governo per legalizzare la prostituzione, restringendola però in una zona speciale fuori dell'area residenziale. Le loro lamentele presso le autorità locali non avevano sortito alcun effetto, in quanto anche i tutori dell'ordine spesso erano corrotti da influenti persone dell'industria del sesso. La proposta avanzata dai cittadini, secondo alcuni quotidiani, ha trovato il consenso e il supporto di diversi uomini politici. Ma gli abitanti cattolici del quartiere, contrari alla legalizzazione e alla localizzazione della prostituzione, si sono rifiutati di firmare la petizione: "Ciò che è intrinsecamente sbagliato, è sbagliato", hanno affermato. "La prostituzione è un mestiere degradante e le ragazze vi sono spinte per povertà, non perché lo vogliano. Bisogna sradicare questo vizio!".

Anche un albergatore locale musulmano, che ha richiesto l'anonimato, ha detto che la prostituzione secondo l'islam è peccato e bisogna scoraggiare con ogni mezzo la nascita di una zona a luci rosse.

(1 agosto)

Il cristianesimo nel Paese è venuto prima dei portoghesi

Colombo - Un nuovo libro di 142 pagine in lingua cingalese cerca di demolire la nozione comune che il cristianesimo in Sri Lanka sia arrivato con i colonizzatori portoghesi nel 1505. Lakdiva Kithunu Puraanaya (Culto cristiano pre-portoghese in Sri Lanka) di Rita Welgampola è stato presentato lo scorso 30 agosto durante una cerimonia che ha anche visto l'apertura ufficiale del sito internet del ministero degli affari cristiani: www.christian.gov.lk.

Nell'introduzione al libro, l'autrice scrive: "È credenza comune che il cristianesimo sia stato introdotto in Sri Lanka dai portoghesi che vi giunsero nel XVI secolo, ma ci sono tracce di una presenza cristiana nel Paese fin dal I secolo. Alcuni discepoli dell'apostolo Tommaso, che la tradizione dice sia giunto in India nel I secolo, commerciavano regolarmente con lo Sri Lanka; e vi giunsero anche i cristiani persiani e siriani, discepoli di Giuda Taddeo". I primi cristiani si stabilirono a Mannar, Trincomalee e Chilaw, secondo la testimonianza di un geografo alessandrino del VI secolo. In alcune iscrizioni su delle rocce rinvenute nell'isola e datate intorno al VI secolo ci sono riferimenti a una comunità cristiana locale. La maggior parte dei cristiani dell'epoca erano pescatori o commercianti.

Quando giunsero i portoghesi, queste comunità esistevano ancora, ma furono condannate come eretiche e le loro chiese distrutte. (9 settembre)

THAILANDIA

Presto un nuovo sacerdote per la Chiesa ortodossa russa

Bangkok - In un Paese prevalentemente buddhista come la Thailandia ci sono una decina di thai cristiani ortodossi. Ma il caso del 24enne Danai Wanna è particolare: si sta preparando a diventare sacerdote della Chiesa russa ortodossa. Il giovane ha già completato il primo anno di formazione presso un seminario di San Pietroburgo e, dopo un periodo di vacanza nel suo paese, vi è ritornato alla fine di agosto per completare gli studi. Il suo incontro con padre Oleg Cherepanin, cappellano dei cristiani ortodossi in Thailandia, è avvenuto quattro anni fa, quando il giovane, rivenditore e riparatore di computer, fu chiamato dal sacerdote per un intervento. L'influenza del missionario e il successivo studio della Bibbia hanno agito nella sua conversione. I genitori buddhisti non hanno opposto resistenza affinché diventasse cristiano, a patto che rimanesse una buona persona e mostrasse rispetto per la religione. Fin dall'inizio, Danai è sempre stato molto attivo nella parrocchia di San Nicolas a Bangkok, eretta nel 1999. Da questo suo impegno nel ministero è scaturita la decisione di entrare in seminario. Le difficoltà del primo anno di studi non l'hanno per niente scoraggiato, neanche lo studio della lingua russa, necessaria per frequentare i corsi, né il rigido inverno e i freddi venti che soffiano dal fiume Neva nella città fondata dallo zar Pietro il Grande 300 anni fa. La temperatura invernale a San Pietroburgo tocca i 20 gradi sottozero, in forte contrasto con la temperatura minima di Bangkok (20 gradi). Si trova a suo agio anche con il cibo servito nella mensa del seminario, pane e patate, dopo una vita di riso e cibo piccante. Quando ne sente la mancanza, padre Oleg gli manda dei peperoncini da Bangkok. Ma non è solo la Chiesa, i libri o la cultura che hanno spinto Danai a ritornare in Russia. A Mosca ha anche una fidanzata russa, battezzata da padre Oleg quando lavorava presso l'ufficio missionario del patriarcato di Mosca. A differenza del buddhismo in cui i monaci devono essere celibi, la Chiesa russa ortodossa permette ai suoi sacerdoti di scegliere il celibato o il matrimonio. Danai ha già fatto la sua scelta. (19 agosto)

UZBEKISTAN

Nuovo settimanale per chi non ha accesso a internet

Tashkent - La Chiesa cattolica dell'Uzbekistan lo scorso anno aveva aperto un proprio sito internet (http://www.agnuz.info) per offrire ai fedeli del Paese notizie sulla vita cristiana nell'Asia centrale e altre notizie dal mondo cattolico prese da agenzie internazionali e tradotte in russo. A distanza di un anno i promotori si sono accorti che pochi sono i visitatori del sito, principalmente a causa dell'elevato costo di accesso ad internet. Il superiore della missione sui juris dell'Uzbekistan, il francescano padre Krzystof Kukulka, ha così dato vita, lo scorso maggio, ad un bollettino settimanale di quattro pagine che fornisce informazioni, oltre che sulla Chiesa nel mondo, anche su argomenti di vita cristiana, quali matrimonio, famiglia, aborto. Il bollettino viene venduto fuori della cattedrale dopo le Messe festive a 2 centesimi di euro, sufficienti a coprire i costi di stampa. Ogni settimana vengono stampate 80 copie e il contenuto del bollettino viene inviato anche alle parrocchie vicine attraverso la posta elettronica. Dei 25 milioni di abitanti dell'Uzbekistan, l'88 per cento sono musulmani, il 9 per cento sono russi ortodossi, mentre il rimanente 3 per cento appartiene ad altre religioni, compreso il cattolicesimo. (21 agosto)

Tradotti in uzbeko alcuni libri dell'Antico Testamento

Tashkent - In un piccolo ufficio vicino alla superstrada che porta a Tashkent, tre traduttori e due redattori appartenenti alla Società biblica dell'Uzbekistan (Bsu), muniti di computer portatili, dopo cinque anni di lavoro hanno completato la traduzione dall'ebraico in uzbeko di sette libri dell'Antico Testamento. I libri, prima di essere dati alle stampe, sono stati controllati da alcuni teologi e da un gruppo di cristiani, per assicurarsi che il testo fosse leggibile e comprensibile alla gente. La lingua uzbeka, divenuta lingua ufficiale del Paese al posto del russo nel 1989, è usata da 18 milioni di persone in questa repubblica dell'Asia centrale. L'alfabeto romanico fu introdotto nel 1928-29 al posto dell'alfabeto arabico. Nel 1940 fu imposto l'alfabeto cirillico, usato in Russia e in alcuni stati dell'Europa dell'Est. Dopo la disgregazione dell'impero sovietico nel 1991, l'Uzbekistan abbandonò il cirillico per ritornare all'alfabeto romanico. L'impegno della Bsu per il momento è di tradurre solo i libri dell'Antico Testamento, anche se non viene esclusa una revisione dei Vangeli pubblicata 16 anni fa dall'istituto russo di traduzioni bibliche, a quel tempo non molto familiare con la lingua uzbeka. (13 agosto)

VIETNAM

Ridotta la condanna a un sacerdote

Ho Chi Minh City - Padre Thadeus Nguyen Van Ly, arrestato nell'ottobre del 2001 per aver distribuito dei volantini che la magistratura ha giudicato anti comunisti e condannato a 15 anni di reclusione per aver violato le leggi sull'ordine pubblico e aver attentato all'unità nazionale, ha avuto ridotta la pena, per buona condotta, a 10 anni di carcere. Tradizionalmente tali riduzioni di pena coincidono con la festa nazionale del Paese, celebrata il 2 settembre scorso: quest'anno il Vietnam ha celebrato il 58mo anniversario dell'indipendenza. Il 57 enne padre Ly è stato fra i detenuti che hanno beneficiato della riduzione della pena. Il sacerdote era già agli arresti domiciliari dal febbraio 2001 per aver criticato il governo in un articolo inviato al Congresso americano che indaga sulla libertà religiosa nel mondo. Nella sua testimonianza aveva affermato che il governo vietnamita violava la libertà religiosa e i diritti umani. Oltre a chiedere un intervento americano per porre fine al governo comunista, aveva esortato il Congresso a non ratificare un accordo commerciale firmato fra i due Paesi. Prima di questi fatti, il sacerdote era già stato imprigionato altre due volte: la prima volta, nel 1977, scontando un anno di carcere e successivamente nel 1982 fu condannato a 9 anni di prigione per "attività illegali". (23 luglio)

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