La necropoli di Farob riporta alla luce la cultura zoroastriana
Le rovine di alcune tombe di epoca medievale scoperte per caso nell'area di quella che era l'antica città di Sogda stanno suscitando un grande interesse nel mondo degli archeologi. Tra le scoperte anche forme miste di sepoltura, non tipiche dei rigidi canoni di questa tradizione religiosa. Occasione per rilanciare in Tagikistan la riscoperta dellam propria storia.
Dushanbe (AsiaNews) - Nel villaggio di Farob in Tagikistan, sui monti presso la città medievale di Pandžakent, sono state ritrovate le rovine di una necropoli unica e misteriosa, che sembra nascondere i segreti della cultura zoroastriana dell’antica Sogda. Si sono concluse le ricerche di una spedizione archeologica organizzata dall’Istituto di storia, archeologia ed etnologia dell’Accademia delle Scienze del Tagikistan, con la partecipazione dei migliori esperti del Paese, e le conclusioni si annunciano veramente sensazionali, con segni che lasciano intravedere rituali di sepoltura piuttosto originali.
Sono stati individuati tre diversi naos, le celle funerarie, grotte a volta scavate artificialmente nel massiccio del Loess che fungevano da luoghi di sepoltura. All'interno si trovano nicchie ad arco, i resti di nove persone, ossari (contenitori speciali per le ossa) e persino una moneta sogdiana. Tuttavia, ciò che è stato di particolare interesse è stato il fatto che, oltre alle pratiche zoroastriane classiche, gli archeologi abbiano documentato per la prima volta forme miste di sepoltura, non tipiche dei rigidi canoni della tradizione zoroastriana.
Come spiega il direttore del museo nazionale delle antichità Abdurakhmon Pulotov, “è il primo caso in cui nello stesso complesso sono state ritrovate forme diverse di sepoltura, dai classici naos a cripta fino alle sepolture dirette dei corpi, che contraddicono le norme della religione zoroastriana”. La spedizione ha lavorato per due settimane nello scorso mese di giugno, dopo aver ottenuto il permesso ufficiale dall’Agenzia per la custodia dell’eredità storica e culturale presso il governo del Tagikistan, con una datazione individuata per ora tra i secoli IV e VIII.
Il luogo non è stato scelto casualmente; secondo gli studiosi, qui nasce uno dei rami più antichi del fiume Keš (l'odierno Kaškadarja), il che conferma l'importanza di questa regione come centro strategico e culturale dell'antica Sogda. Le prime scoperte sono comunque avvenute in modo imprevisto, quando nel 2023 alcuni abitanti della zona avevano comunicato di aver trovato una strana caverna, venuta alla luce dopo una frana. Accanto ad essa sono stati quindi trovati i primi due naos, confermando di essere di fronte a una vasta necropoli, e non a una tomba isolata.
Le colline di Farob non sono soltanto una meta di ricerche archeologiche, ma un insieme di strati della memoria storico-culturale, in grado di offrire alcune risposte alle questioni che da tempo interessano gli specialisti, una delle quali riguarda proprio i rituali funebri caratteristici per la zona montana di Sogda. Si tratta infatti di una frontiera tra diverse tradizioni religiose, che riflettono le particolarità antropologiche dell’antica popolazione di questi territori. Gli archeologi hanno pianificato delle ricerche di laboratorio molto approfondite, compresa l’analisi del Dna dei resti ossei dei defunti, per poter stabilire i legami parentali tra di essi e comprendere più a fondo la struttura di quella società.
Si conoscono le caratteristiche dei naos a cripta degli zoroastriani, dove il corpo del defunto veniva collocato in una fossa appositamente scavata fino alla sua completa disgregazione, raccogliendo le ossa in un ampio vaso. Era il rituale considerato maggiormente “puro” secondo le norme religiose, che esprimono l’autocoscienza del popolo nel profondo legame con gli antenati, alimentando per le generazioni attuali il senso dell’orgoglio di appartenenza a una grande nazione, e stimolando anche i più giovani a proseguire nel cammino della riscoperta di questa importante eredità. Come afferma Pulotov, “noi abbiamo a che fare con uno spazio culturale che merita di essere studiato ancora per alcuni decenni, in un’oasi di grandi prospettive per altri ritrovamenti archeologici”.
La regione necessita anche di importanti interventi di conservazione e difesa dai fattori distruttivi dei cambiamenti climatici e di altre problematiche, e la scoperta sarà un importante argomento per spingere le autorità del Tagikistan a interventi più decisi. Gli studiosi ribadiscono che “siamo solo all’inizio”, e la storia del Tagikistan “è ancora in grado di stupire il mondo intero”, e anche di trovare nel passato le motivazioni per costruire il futuro.
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