13/03/2023, 11.03
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Notte degli Oscar: quattro premi per l'Asia

Oltre al riconoscimento a Michelle Yeoh come miglior attrice protagonista, anche il vietnamita Ke Huy Quan ha ricevuto il riconoscimento degli Academy Awards per lo stesso film, "Everything Everywhere All at Once". Due invece le statutette conquistate per la prima volta dall'India per miglior canzone originale e miglior cortometraggio documentario.

Los Angeles (AsiaNews) - Sono quattro gli Oscar conquistati dall’Asia ieri notte durante la 95ma edizione degli Academy Awards. Michelle Yeoh, 60 anni, attrice malaysiana di origini cinesi, è la prima donna asiatica a vincere la statuetta per miglior attrice protagonista con "Everything Everywhere All at Once”, un film di fantascienza che racconta la storia di un’immigrata cinese proprietaria di una lavanderia a gettoni che lotta per arrivare a fine mese. Nella stessa pellicola, il marito della protagonista Evelyn Wang, Waymond, è impersonato da Ke Huy Quan, attore vietnamita prima rifugiatosi a Hong Kong e poi stabilitosi negli Stati Uniti, che ha vinto il riconoscimento di miglior attore non protagonista. 

Due le statuette conquistate dall’India: una per la miglior canzone originale, con “Naatu Naatu”, composizione del film in lingua telugu “RRR”, che ha battuto canzoni interpretate da star del calibro di Rihanna e Lady Gaga, e una per miglior cortometraggio-documentario vinta da “The Elephant Whisperers", che racconta la storia di una coppia di tribali che si prendono cura di un elefante orfano. 

Yeoh, nata nella città di Ipoh, capoluogo dello Stato malaysiano di Perak, da giovane è stata premiata in diversi concorsi di bellezza ed è stata per anni una ballerina. Ha raggiunto la fama recitando in diversi film hongkonghesi (imparando il cantonese solo in un secondo momento) al fianco di Jackie Chan, per poi approdare nelle sale cinematografiche internazionali grazie a “Il domani non muore mai” - in cui ha recitato la parte di prima “Bond girl” asiatica - e “La tigre e il dragone”. Nel suo discorso di ringraziamento ad un certo punto ha detto: “Signore, non permettete a nessuno di dirvi che avete superato i vostri limiti", una frase da due ministre della Malaysia, Hannah Yeoh e Nancy Shukri, che hanno partecipato uno speciale evento di visione della cerimonia degli Oscar tenutosi a Kuala Lumpur e al quale erano presenti amici e parenti dell’attrice. Anche Wee Ka Siong, presidente della Malaysian Chinese Association - un partito politico di cui aveva fatto parte anche il padre dell’attrice - si è congratulato con la concittadina. 

Nel suo discorso di ringraziamento Ke Huy Quan, invece, ha ricordato di essere “uno che era scappato su una barca”. Nato a Saigon, nel Vietnam meridionale, nel 1978 a soli sette anni aveva lasciato il Vietnam insieme al padre diretto a Hong Kong, mentre la madre e altri tre fratelli erano partiti per la Malaysia. La famiglia si è riunita negli Stati Uniti un anno dopo: “Il mio viaggio è cominciato su una barca, ho passato un anno in un campo profughi e sono finito qui sul palco più importante di Hollywood. Dicono che le storie così sono solo per il cinema, ma sono storie reali, è questo il vero sogno americano”, ha detto Quan, che ha cominciato la carriera da bambino recitando nel film “Indiana Jones e il tempio maledetto” al fianco di Harrison Ford, che gli ha consegnato la statuetta. Per lungo tempo l’ex rifugiato aveva smesso di recitare lavorando perlopiù come assistente alla regia, ma ispirato dal successo di “Crazy Rich Asians”, film del 2018, ha dichiarato di voler fare un ultimo tentativo con la recitazione a quasi 50 anni. 

“Naatu Naatu” (che significa “balla balla”) è la prima canzone di un film indiano a vincere un Oscar dopo che aveva già fatto la storia ottenendo un Golden Globe a gennaio di quest’anno. “RRR”, il film in cui si può ascoltare e uno dei più costosi nella storia di Bollywood, racconta la storia di due eroi (via via divinizzati) che nel 1920 lottano (a volte in maniera anche molto violenta) per l’indipendenza dell’India.

Anche “The Elephant Whisperers” è, invece il primo documentario indiano a ricevere il riconoscimento. Il film racconta la storia di Bomman e Bellie, una coppia di tribali appartenenti alla comunità Kattunayakan, che si prendono cura di un cucciolo di elefante rimasto orfano. Girato nelle pittoresche montagne Nilgiri nell’India meridionale, il film, girato dalla regista Kartiki Gonsalves, esplora il legame che si genera tra umani e animali anche dopo che Raghu, il piccolo elefante, viene separato dai tribali dalle autorità locali per essere affidato a un altro custode. Da generazioni gli indigeni Kattunayakan si dedicano alla protezione delle foreste dello Stato del Tamil Nadu.

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