28/01/2004, 00.00
iraq - vaticano
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Nunzio a Baghdad: L'Onu può svolgere un ruolo di garante

di Pierre Balanian

Intervista a Mons. Fernando Filoni, Nunzio Apostolico in Iraq

Baghdad (AsiaNews) - Il Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha annunciato, ieri a Parigi,  l'invio di un gruppo di esperti in Iraq, con il compito di verificare la possibilità di svolgere elezioni prima della transizione del potere agli iracheni, previsto per il 30 giugno. La richiesta di una mediazione dell'Onu,  era stata avanzata dall'ayatollah sciita Al-Sistani, dal Consiglio Governativo Provvisorio (CGP) e dal governatore civile Paul Bremer. Esperti delle Nazioni Unite dovranno anche valutare le garanzie di sicurezza e di incolumità per il  personale Onu, prima della riapertura della sede in Iraq, chiusa dall'ottobre scorso. Il 19 agosto 2003, la sede dell'Onu a Baghdad era stata oggetto di un attento terroristico che è costato la vita a 22 persone fra i quali Sergio Vieira de Mello, inviato speciale dell'Onu. AsiaNews ha chiesto un commento a mons. Fernando Filoni, Rappresentante della Santa Sede a Baghdad.

 

Eccellenza, Kofi Annan ha accettato di inviare un gruppo di osservatori in Iraq. Quale può essere il ruolo di questa Organizzazione in questa fase della storia di questo paese?

Premetto che le notizie che abbiamo sono frammentarie. Ad ogni modo, un'implicazione dell'Onu nel futuro dell'Iraq è stato chiesto da tempo dallo stesso Al Sistani.  Sayyed Al Sistani è il Marja'a [guida spirituale suprema- ndr]  più in vista nel comitato degli ayatollah di Najaf . La decisione di Kofi Annan è un tentativo per sbloccare la questione delle elezioni. E' chiaro che in questo momento le Nazioni Unite e Kofi Annan, mandando due persone, vengono più che altro  in avanscoperta, per vedere com'è la situazione. Ma non credo che si tratti ancora di una vera e propria presenza . Se questo porterà ad una soluzione dei problemi, è senz'altro una cosa positiva.

 

Quale potrebbe essere il ruolo dell'Onu a questo punto?

Potrebbe avere un ruolo di garante tra le posizioni locali e l'amministrazione anglo-americana, quella che viene definita "di occupazione". L'Onu  potrebbe fungere da intermediario. In un certo senso, lo stesso Vieira de Mello, prima di essere ucciso, era impegnato su questa linea di mediazione.

 

Per tornare a Baghdad, l'Onu cerca garanzie di sicurezza …

La sicurezza è precaria per tutti. Lo è anche per la gente irakena nella sua vita quotidiana. Ogni giorno muoiono tantissimi iracheni: per attentati, perché coinvolti direttamente o indirettamente. La sicurezza è precaria anche per le ambasciate, i soldati, per tutti. In questo momento non esiste nessuno al riparo da questa precarietà.

 

Secondo lei, è possibile come rivendica l'ayatollah Al-Sistani, far svolgere le elezioni prima della transizioni del potere in mano agli iracheni?

Non si tratta di elezioni fattibili, ma di lavorare per preparare la democrazia. É chiaro che lui [Al Sistani – ndr] tenta di spingere su questa linea perché ciò che ne emerge non sia soltanto qualcosa voluto dagli americani. In tal modo non verranno accusati di essere conniventi o di dare l'avallo a cose decise solo da altri.

 

La gente irachena come affronta questo problema?

Credo che la gente irachena abbia molti problemi di tipo pratico e quotidiano; non si può permettere di avere grande idee su questi argomenti. Le manifestazioni sono gestite da persone che usano la grande massa che li segue per interessi di parte.

 

 

 

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