09/09/2014, 00.00
IRAQ - NAZIONI UNITE
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Onu: lo Stato islamico usa i bambini come kamikaze, 30 milioni privati del diritto allo studio

Per il rappresentante speciale Onu, dall’inizio dell’anno 700 minori massacrati o mutilati dagli islamisti. Bambini fino a 13 anni sfruttati per trasportare armi, presidiare depositi o “usati in attacchi suicida”. Le violenze contro i bambini sono presenti anche fra gruppi combattenti “alleati al governo irakeno”.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Dall'inizio dell'anno le milizie dello Stato islamico (Is) hanno massacrato o mutilato almeno 700 bambini in Iraq, uccidendoli nel corso di esecuzioni sommarie o sfruttandoli come kamikaze per operazioni di attacco. Lo ha denunciato Leila Zerrougui, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati, durante un'audizione al Consiglio di sicurezza Onu tenuta ieri. Minori fino a 13 anni sono sfruttati dai miliziani per trasportare armi, presidiare depositi, munizioni e postazioni strategiche, arrestare civili; altri ancora "sono usati in attacchi suicida". 

L'alto funzionario aggiunge che altri 30 milioni di minori non hanno beneficiato del diritto allo studio a causa della guerra o delle epidemie scoppiate nel corso del conflitto. Tuttavia, le violenze contro i bambini non sono esclusiva dei miliziani perché, chiarisce il rappresentante speciale, bambini-soldato sono presenti fra le "milizie alleate al governo irakeno" in lotta contro l'Is. 

I governi mondiali e le Nazioni Unite hanno a più riprese accusato i miliziani dello Stato islamico di  atrocità e crimini, dalla presa di Mosul e di gran parte del nord dell'Iraq nel giugno scorso. In precedenza, il nuovo Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein aveva dichiarato che gli islamisti stanno creando una vera e propria "casa del sangue" nelle aree sotto il loro controllo. 

Il mese scorso il Consiglio di sicurezza Onu ha adottato una risoluzione che mira a tagliare i fondi in denaro e i rifornimenti in armi e milizie allo Stato islamico; le atrocità commesse dai guerriglieri fondamentalisti potrebbero inoltre costituire un crimine contro l'umanità. La riunione tenuta ieri era dedicata al tema dei bambini soldato, con una particolare attenzione a Paesi quali la Libia, l'Afghanistan, la Repubblica Centrafricana, il Mali e il Sudan del Sud. Nella sola Repubblica Centrafricana oltre 8mila bambini sono stati costretti a combattere dai vari gruppi armati in lotta fra loro.  

Stime delle Nazioni Unite riferiscono che il mese scorso, in piena offensiva dell'Esercito islamico, sono state uccise 1420 persone; 1370 sono i feriti. In un anno, almeno 1,6 milioni di irakeni sono sfollati a cause delle violenze; 850mila nel solo mese di agosto. Fra questi vi sono centinaia di migliaia di cristiani, migliaia di yazidi e di turcomanni cacciati dalle loro abitazioni sotto la minaccia di morte se non si convertivano all'islam radicale.

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