08/04/2010, 00.00
SRI LANKA
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Ombre e irregolarità sulle “elezioni libere” in Sri Lanka

di Melani Manel Perera
I comitati di vigilanza denunciano censure nei media ed episodi di violenze in varie zone del Paese. Per sostenere il presidente in campo anche gli astrologi sulle tv di Stato. Personalità del mondo laico e cattolico manifestano dubbi sul voto. Arcivescovo di Colombo: proteggere la multiculturalità e tutelare le minoranze.
Colombo (AsiaNews) – Sulle elezioni parlamentari iniziate oggi in Sri Lanka, le prime dopo la sconfitta delle Tigri Tamil nel maggio scorso, grava più di un’ombra sull’effettiva regolarità del voto. La denuncia arriva dai comitati di vigilanza – il CMEV e il PAFFERAL – che riportano alcuni casi controversi.
 
I media devono restare all’esterno dei seggi e non possono coprire i voti espressi dai singoli candidati, ma solo scattare foto e trattenere colloqui informali. Fonti non ufficiali spiegano che dietro il veto vi sarebbe la mancata registrazione nelle liste di Basil Rajapaksa, uomo di fiducia del presidente Mahinda, e di Vimal Weeravansa.
 
Fin dalle prime ore del mattino si sono registrati incidenti ed episodi di violenze in diverse zone dell’isola. Sparatorie, danni a case, veicoli e proprietà private, manifestazioni illegali davanti alle cabine elettorali, messaggi di testo a fini di propaganda diffusi dai partiti sono solo alcuni fra i tanti episodi che macchiano la sfida elettorale per il rinnovo del Parlamento, sciolto da Mahinda Rajapaksa all’indomani della vittoria alle presidenziali.
 
Per influenzare il voto, il canale televisivo statale ITN ha trasmesso un programma in cui astrologi prevedevano la vittoria del partito di governo. Sempre la scorsa notte la tv di Stato ha diffuso le immagini del presidente e del fratello Chamal Rajapaksa – anch’egli fra i candidati – mentre partecipavano a una cerimonia buddista.
 
AsiaNews ha raccolto i giudizi di personalità del mondo laico e cattolico che, all’unanimità, manifestano seri dubbi sulla regolarità del voto.
 
P. Reid Shelton Fernando, sacerdote e analista politico, parla di “media schierati tutti da una sola parte” e di “verità sacrificata” a tutto vantaggio dello Stato. “L’obiettivo del partito di governo – afferma il religioso – è di conquistare i due terzi dei seggi. Se riusciranno nel proposito [e avranno i numeri per modificare la Costituzione], ciò avrà un effetto tragico per il futuro” della nazione.
 
Per Geetha Lakmini, direttrice di una Ong, è impossibile aspettarsi “elezioni libere e giuste” quando si ha di fronte una “lotta fra i membri di un unico partito”. “Queste persone e i loro sostenitori – aggiunge – hanno la mano armata” e non è possibile sapere se appartengano a forze di polizia regolari. Tuttavia, la donna esclude che il partito di governo possa conquistare la maggioranza dei due terzi.
 
Herman Kumara, segretario generale del World Forum for Fisher People (Wffp), guarda al periodo pre-elettorale per sottolineare che “non vi era un clima giusto e libero” per tutti i candidati. Egli aggiunge che è mancato anche un pari accesso ai media persino all’interno del partito di governo. “Un manipolo di uomini vicini al presidente – spiega – ha arraffato tutti gli spazi possibili” e, dall’altro lato, “i partiti di opposizione non hanno potuto tenere in modo libero la campagna elettorale”. Come è possibile, domanda il presidente del National Fisheries Solidarity, avere elezioni “pacifiche” se “i candidati di uno stesso partito combattono l’uno contro l’altro” per ottenere i favori del presidente. Egli pronostica la scontata vittoria del partito di governo, ma “con un margine minimo” e inferiore ai due terzi fissato dall’esecutivo.
 
Una donna a capo di un’azienda privata di Colombo, che ha chiesto l’anonimato, teme che le elezioni “porteranno alla dittatura” perché le violazioni alle leggi “sono visibili in ogni angolo”. Le persone sono costrette a sorbirsi bugie o mezze verità, aggiunge, ed è “più che mai necessaria la presenza di un’opposizione forte”.
 
In merito alle elezioni parlamentari è intervenuto anche mons. Malcolm Ranjith, arcivescovo della capitale, attraverso un comunicato stampa diffuso il 6 aprile scorso. Il prelato sottolinea che “è responsabilità di tutti i cittadini esercitare il diritto di voto” per influenzare il destino della nazione “nel modo che riteniamo sia il migliore possibile”. Mons. Ranjith ricorda che è dovere dei cattolici collaborare perché vi siano elezioni “libere e prive di incidenti” e lancia un appello alla calma nel periodo che intercorre fra la fine delle operazioni di voto e l’annuncio dei risultati.  
 
L’arcivescovo di Colombo auspica “trasparenza” nell’esercizio delle funzioni dei parlamentari e “rispetto per le diversità”, siano esse di “genere, etnia, età o credo religioso”. Il prelato sottolinea una volta di più il valore della “multiculturalità” che caratterizza la società dello Sri Lanka e chiede che “non vi siano discriminazioni di alcun genere”. “Elezioni libere, pacifiche e giuste – conclude – sono un obbligo per tutti”.
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