09/12/2020, 08.55
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Onu, nella pandemia di Covid-19 superati gli 80 milioni fra profughi e sfollati

Nonostante gli appelli per un cessate il fuoco globale, in aumento violenze e persecuzioni. Unhcr: superato “un altro tragico traguardo” che è destinato a “crescere”. La comunità internazionale “ha fallito” nel suo compito di “salvaguardare la pace”. Nella prima metà dell’anno il numero di rifugiati vulnerabili reinsediati in Paesi terzi si è ridotto della metà.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - A dispetto dei ripetuti appelli per un cessate il fuoco e politiche compassionevoli durante la pandemia di Covid-19, violenze e persecuzioni sono continuate senza sosta e hanno contribuito alla cacciata di molte persone dalle loro case. Tanto da raggiungere un numero record fra profughi e sfollati, mai raggiunto prima. È l’allarme lanciato oggi dalle Nazioni Unite, secondo cui entro la fine del 2020 saranno “più di 80 milioni” le persone sfollate. 

Secondo quanto riferisce l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), alla fine dello scorso anno il numero di persone sradicate e cacciate dalle loro case era di 79,5 milioni, fra i quali vi erano anche 30 milioni di rifugiati. In base alle stime preliminari per l’anno che si sta per concludere, il numero è cresciuto ancora sfondando quota 80 milioni, ben oltre l’1% della popolazione mondiale. 

“Stiamo superando un altro tragico traguardo - sottolinea Filippo Grandi dell’Unhcr - che sarà destinato a crescere, a meno che i leader mondiali non fermino le guerre”. A marzo il segretario generale Onu Antonio Guterres aveva chiesto un cessate il fuoco globale ai conflitti in tempo di pandemia, con un virus che ha già ucciso oltre 1,5 milioni di persone nel mondo. 

Un appello caduto nel vuoto, con le cifre relative alla prima metà del 2020 le quali confermano nuovi sfollati in Siria, nella Repubblica democratica del Congo, in Mozambico, Somalia e Yemen. Brutali violenze hanno generato nuovi profughi anche nella regione del Sahel, nell’Africa centrale, vittime di stupri e di brutali esecuzioni. “Con un dato raddoppiato di sfollati nell’ultimo decennio - afferma Grandi - la comunità internazionale ha fallito nel compito di salvaguardare la pace”. 

Per gli esperti delle Nazioni Unite la pandemia di nuovo coronavirus ha “interrotto ogni aspetto della vita umana e aggravato ancor più le sfide già attuali per gli sfollati e gli apolidi”. E alcune misure attuate dai governi per contenere i contagi hanno reso ancor più difficile il compito di garantire tutela e sicurezza ai rifugiati.

Al culmine della prima ondata ad aprile, almeno 168 Paesi avevano chiuso completamente o parzialmente i propri confini; di questi, fino a 90 non hanno fatto alcuna eccezione per le persone in cerca di asilo. Nel 2020 le nuove richieste di accoglienza sono diminuite di un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al tempo stesso, il numero di rifugiati vulnerabili reinsediati in Paesi terzi si è ridotto della metà (solo 17.400 nella prima metà dell’anno). 

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