27/07/2023, 13.31
ASIA-PACIFICO
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Onu: l'Asia-Pacifico è la regione più soggetta al mondo ai disastri naturali

Solo nel 2022 ci sono stati oltre 140 eventi estremi. Negli ultimi 50 anni si sono contati oltre 2 milioni morti, causati soprattutto da terremoti e tempeste, contro 1,42 milioni del resto del pianeta.Ricordando le alluvioni del Pakistan, le ondate di calore in India e la siccità in Afghanistan dello scorso anno, il rapporto pubblicato dalla Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia e il Pacifico indica le nazioni più povere e quelle dell'Asia meridionale come le più vulnerabili.

Milano (AsiaNews) - La regione dell’Asia-Pacifico è la più soggetta al mondo ai disastri naturali. Solo nel 2022 ci sono stati oltre 140 eventi estremi che hanno provocato la morte di più di 7.500 persone e causato perdite stimate in 57 miliardi di dollari. A dirlo è l’ultimo “Asia-Pacific Disaster Report”, uno studio pubblicato dalla Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia e il Pacifico (ESCAP), che ha sottolineato come si stia riducendo la finestra per costruire un’adeguata resilienza climatica. In uno scenario di aumento della temperatura di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, infatti, siccità, inondazioni e ondate di calore (la cui intensità e frequenza sono in crescita) provocheranno, secondo le previsioni, perdite medie annue che potrebbero andare da 924 miliardi di dollari a quasi 1.000 miliardi di dollari, pari a circa il 3% del prodotto interno lordo (PIL) regionale. A ciò si aggiunge il rischio elevato di terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche.

Inoltre, continua il documento, le vittime delle catastrofi e i danni economici sono distribuiti in maniera disomogenea all’interno dell’Asia-Pacifico: l’impatto è più grave nei Paesi meno sviluppati (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Nepal, Cambogia, Laos, Myanmar, Timor Est, Kiribati, Tuvalu, isole Salomone) a causa delle vulnerabilità preesistenti che rendono più difficile affrontare le emergenze. Eventi che a lungo termine renderanno evidente anche l’interconnessione tra cambiamenti climatici e povertà, portando a un calo della produttività (soprattutto dei prodotti agricoli e tessili) e un aumento delle disuguaglianze. Negli ultimi due anni le catastrofi più letali si sono verificate in Afghanistan, Paese che si è fortemente e improvvisamente impoverito a causa del ritiro delle forze statunitensi e il ritorno dei talebani. Le nazioni meno sviluppate della regione hanno registrato tassi di mortalità fino a cinque e otto volte superiori rispetto a quelli degli altri Stati.

Tuttavia, se si prende in considerazione il livello generale dell’Asia-Pacifico, grazie al miglioramento delle previsioni e dei sistemi di allerta, dal 2020 c’è stata anche una diminuzione dei decessi rispetto ai decenni precedenti. Più nello specifico, il rapporto della Commissione ha analizzato l’incidenza dei disastri naturali tra il 1970 e il 2022: in questo arco di tempo nell’Asia-Pacifico si sono contati 2,04 milioni morti, causati soprattutto da terremoti e tempeste, contro i 1,42 milioni del resto del mondo provocati in prevalenza da siccità e terremoti. Le persone in qualche modo colpite dalle catastrofi naturali sono state oltre 7 miliardi nell’Asia-Pacifico, nel 52% dei casi danneggiate soprattutto dalle inondazioni. Nel resto del mondo, invece, la cifra scende a 1,24 miliardi di individui, affetti nel 59% dei casi da siccità.

Avendo registrato metà dei decessi degli ultimi 50 anni, l’Asia meridionale ha dimostrato di essere una delle sottoregioni più vulnerabili. L’impatto dei cambiamenti climatici, invece, è stato particolarmente marcato tra il 2021 e il 2022: ancora una volta le inondazioni hanno causato la maggior perdita di vite umane (oltre 4.800) soprattutto in India e Pakistan, seguiti poi da Afghanistan, Nepal e Bangladesh. Nel solo Pakistan la devastazione delle alluvioni della scorsa estate ha afflitto 33 milioni di persone (il 14% della popolazione), alcune delle quali - 8 milioni di sfollati - ne stanno ancora pagando le conseguenze. 

Le ondate di calore prolungate hanno fatto registrare a marzo dello scorso anno una temperatura di 1,86 gradi superiore alla media e causato una riduzione dei raccolti di circa il 10-35% in Haryana, Uttar Pradesh e Punjab. Il numero di morti provocato dal caldo estremo deve ancora essere calcolato con precisione, ma le prime valutazioni indicano almeno 90 vittime tra India e Pakistan. La siccità nel vicino Afghanistan ha invece coinvolto almeno 11 milioni di persone, il 27% della popolazione. I terremoti nel continente asiatico hanno invece causato perdite economiche stimate in 12 miliardi di dollari, principalmente in Giappone, Cina, Filippine e Iran. 

Per il futuro le Nazioni unite raccomandano l'implementazione di sistemi di allerta rapidi in tutti i Paesi entro il 2027 e i continui investimenti in nuove tecnologie a tale scopo. L'intelligenza artificiale e i big data "sono molto importanti e strategici" nella mitigazione dei rischi legati ai disastri naturali, ha spiegato la rappresentante esecutiva dell'ESCAP l'indonesiana Armida Alisjahbana. "È in corso una terribile emergenza e dobbiamo trasformare radicalmente il nostro approccio alla costruzione della resilienza", ha aggiunto.

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