24/09/2007, 00.00
INDIA
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Orissa, ergastolo per l’assassino di p. Arul Doss

di Nirmala Carvalho
Secondo il card. Toppo, la sentenza è un chiaro segnale a tutti coloro che vogliono rendere l’India uno Stato estremista. I giudici hanno riconosciuto la brutalità dell’omicidio, avvenuto nel 1999.
Delhi (AsiaNews) – L’ergastolo a cui è stato condannato Dara Singh - estremista indù colpevole di diversi omicidi a danni di missionari cristiani e sacerdoti cattolici – è “un chiaro segnale a tutti coloro che vogliono rendere l’India uno Stato estremista. E’ incoraggiante vedere che la giustizia prevale sempre, anche in tempi cupi”. Il card. Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana, commenta così ad AsiaNews la sentenza di ergastolo contro l’omicida pronunciata dall’Alta Corte dell’Orissa lo scorso 22 settembre.
 
I giudici dello Stato orientale hanno sentenziato Singh colpevole dell’omicidio di p. Arul Doss, sacerdote della Chiesa di Anandpur, assassinato mentre guardava uno spettacolo nel distretto di Mayurbhanj il primo settembre del 1999. La Corte ha riconosciuto la “brutalità” del gesto: Dara Singh, insieme a 10 complici, ha infatti ucciso il sacerdote lanciandogli contro delle frecce, per poi bruciare la sua chiesa.
 
Secondo il card. Toppo, “p. Doss è divenuto per tutti noi un simbolo del martirio, un seme di sangue che porterà frutti abbondanti. Proprio la sua morte, così orribile, ci spinge a continuare la missione cattolica: ora abbiamo un nuovo, potente tramite in cielo, che prega ed intercede per noi con il Padre. Il nostro sacerdote non è morto invano”.
 
Singh, il cui vero nome è Rabindra Kumal Pal, era già stato condannato a morte il 22 settembre 2003 dalla Corte provinciale dell'Orissa per l’omicidio di un missionario cristiano. Nella sentenza, l'uomo viene giudicato colpevole di aver guidato l'attacco nel distretto di Keonjhar che, il 23 gennaio 1999, aveva portato alla morte del missionario australiano Graham Staines, bruciato vivo insieme ai suoi figli di 7 e 9 anni mentre dormiva in una macchina. La Corte aveva anche imprigionato 12 uomini definiti suoi complici.
 
L'Alta Corte dello Stato orientale ha commutato il 19 maggio del 2005 la sentenza di Singh in ergastolo ed ha rilasciato 11 degli altri accusati. Il 19 ottobre del 2005, la Corte Suprema dello Stato ha inoltre accettato il ricorso di Singh, che chiede una riduzione della pena. In un secondo momento, l’uomo – che vanta appoggi nella comunità nazionalista indù – ha chiesto la grazia “per curare l’anziana madre malata”.
 
Come membro della Chiesa di Cristo, conclude il card. Toppo, “io prego per Dara Singh. Prego affinché, tramite la detenzione, possa compiersi in lui una trasformazione. Possa la luce divina illuminare l’oscurità delle sue azioni e dei suoi pensieri”.
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