21/10/2010, 00.00
CINA – SUDAN
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Pallottole cinesi contro la Forza di pace in Darfur

Per il rapporto annuale sulle sanzioni contro il Sudan presentato al Consiglio di sicurezza Onu, vari tipi di proiettili usati negli attacchi contro la Forza di pace sono di produzione cinese. Pechino frena le accuse, tentando di occultare il rapporto.

Ginevra (AsiaNews/Agenzie) – Sono cinesi le pallottole sparate contro la Forza di pace delle Nazioni Unite impegnata nella martoriata regione del Darfur, in Sudan. Il rapporto è stato esaminato ieri dalla Commissione di esperti del Consiglio di sicurezza Onu, che, nonostante la forte opposizione cinese, ha deciso di inviarlo all'esame del Consiglio di Sicurezza.

Il rapporto dice che oltre una decina di tipi di proiettili usati in attacchi contro la Forza di Pace sono di produzione cinese recente, 4 altri tipi sono fatti in Sudan e 2 sono israeliani.

“Non ci sono prove che i proiettili provengano in via diretta dalla Cina – ha detto il 19 ottobre una fonte diplomatica all’agenzia Reuter – con la consapevolezza del governo di Khartoum che sarebbero stati usati in Darfur, né che siano stati venduti dalla Cina. Però il tentativo di Pechino di sopprimere il rapporto desta sospetti”.

Nei giorni scorsi la delegazione cinese aveva fatto capire che avrebbe preferito che questo rapporto non fosse oggetto di esame della Commissione, e fonti diplomatiche dicono che Pechino aveva persino minacciato il veto al rinnovo del mandato della Commissione, se il rapporto non fosse stato cambiato. Il mandato è stato rinnovato la scorsa settimana. Ieri, nel corso della riunione della Commissione di Esperti, la Cina ha rinnovato l'opposizione, tacciando il rapporto di incompletezza, anche perché non indicherebbe le fonti delle notizie. La Commissione ha deciso di inivare il rapporto al Consiglio (che lo esaminerà la prossima settimana), allegando una lettera con migliori indicazioni sulle fonti.

Il delegato cinese Yang Tao aveva già manifestato “seria preoccupazione riguardo il rapporto annuale sottomesso dalla Commissione di esperti al Comitato per le sanzioni contro il Sudan, e crede che ci sia ampio margine di miglioramento nel lavoro della Commissione”, senza spiegare meglio.

Non è vietato vendere armi al Sudan, ma gli Stati sono invitati ad assicurarsi che le armi non siano usate nel genocidio in atto da anni nel Darfur. Cina e Russia sono state più volte accusate di avere venduto armi poi usate nel Darfur. Gli Stati Uniti e altri delegati occidentali hanno più volte proposto un embargo totale alla vendita di armi, proposta sempre avversata dalla Cina. Il rapporto parla anche di elicotteri russi e aerei da combattimento bielorussi impiegati dal governo sudanese nel Darfur. Khartoum risponde che non sono stati però usati in operazioni belliche, per cui l'embargo non sarebbe stato violato.

L’Onu ha stimato che il conflitto, iniziato nel 2003, ha causato oltre 300mila vittime nel Darfur, in gran parte civili, e 2,7 milioni di profughi. Khartoum parla  “solo” di 10mila morti.

La Cina è stata più volte criticata per il sostegno che assicura al governo sudanese, con appoggi diplomatici e scambi commerciali, ottenendo in cambio energia e materie prime, senza curarsi del genocidio e delle sanzioni Onu. Nel 2008 il regista statunitense Steven Spielberg ha rinunciato all’incarico di direttore artistico per le Olimpiadi di Pechino proprio per criticare la posizione cinese.
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