Papa a leader religiosi: 'Liberi dalla politica, per dire no alla guerra e sì alla pace'
L'udienza in Vaticano alle delegazioni ecumeniche e ai rappresentanti delle altre fedi giunti a Roma per l'inizio del ministero di Leone XIV. Prima dell'incontro un'udienza privata con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Sottolineata la concomitanza tra l'elezione e i 1700 anni del Concilio di Nicea: "L'unità tra noi non può essere che nella fede". Agli ebrei: "Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, continuiamo con slancio il nostro dialogo prezioso”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire ‘no’ alla guerra e ‘sì’ alla pace, ‘no’ alla corsa agli armamenti e ‘sì’ al disarmo, ‘no’ a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e ‘sì’ allo sviluppo integrale”. È il messaggio che papa Leone XIV ha rivolto oggi ai rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali e di altre religioni, giunti in Vaticano per partecipare ieri alla Messa che ha segnato l’inizio solenne del suo pontificato. Ricevuti in udienza nella Sala clementina, l’incontro è stato l’occasione per sottolineare “l’apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell’umanità e la salvaguardia della casa comune” che ciascuna comunità può offrire.
Rivolgendosi ai presenti il pontefice ha esordito salutando innanzitutto il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo (con cui ha avuto anche un colloquio privato prima dell’udienza), il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Theofilos III e il patriarca della Chiesa assira d’Oriente Mar Awa III, le tre guide di realtà ecclesiali che hanno scelto di partecipare in prima persona all’insediamento del vescovo di Roma. “La vostra presenza e la vostra preghiera sono per me di grande conforto e incoraggiamento”, ha detto papa Prevost.
Dell’eredità di papa Francesco nel cammino ecumenico Leone XIV ha sottolineato in particolare le relazioni interpersonali coltivate con gli altri leader religiosi, “in modo tale che, senza nulla togliere ai legami ecclesiali, fosse sempre valorizzato il tratto umano dell’incontro. Dio ci aiuti a fare tesoro della sua testimonianza”, ha commentato. Sottolineando poi la concomitanza tra la sua elezione e il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea, che ricorre proprio in questi giorni, il pontefice ne ha ricordato l’importanza fondamentale per l’elaborazione del Credo condiviso da tutte le Chiese e Comunità ecclesiali. “Mentre siamo in cammino verso il ristabilimento della piena comunione tra tutti i cristiani – ha aggiunto - riconosciamo che questa unità non può che essere unità nella fede. In quanto vescovo di Roma, considero uno dei miei doveri prioritari la ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo”.
Leone XIV si è soffermato anche sul legame stretto tra sinodalità ed ecumenismo: “Desidero assicurare la mia intenzione di proseguire l’impegno di papa Francesco nella promozione del carattere sinodale della Chiesa Cattolica - ha spiegato - e nello sviluppo di forme nuove e concrete per una sempre più intensa sinodalità in campo ecumenico”.
Il papa ha poi espresso riconoscenza per la presenza dei rappresentanti di “altre tradizioni religiose, che condividono la ricerca di Dio e della sua volontà, che è sempre e solo volontà d’amore e di vita per gli uomini e le donne e per tutte le creature”. Richiamando il documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi, firmato nel 2019 da papa Francesco e dall’imam di al Azhar Ahmed al Tayyeb, Leone XIV ha voluto dedicare una parola particolare “ai fratelli e sorelle ebrei e musulmani”.
Ai primi – citando le parole della dichiarazione conciliare Nostra Aetate sulla grandezza del patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei – ha detto di avere “molto a cuore” il dialogo teologico con il mondo ebraico. “Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi - ha aggiunto - è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso”. Quanto ai rapporti con i musulmani, ha parlato di un approccio “fondato sul rispetto reciproco e sulla libertà di coscienza” che “rappresenta una solida base per costruire ponti tra le nostre comunità”.
Rivolgendosi a tutti i presenti ha poi concluso: “La testimonianza della nostra fraternità, che mi auguro potremo mostrare con gesti efficaci, contribuirà certamente a edificare un mondo più pacifico, come desiderano in cuor loro tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Invochiamo nei nostri cuori la benedizione di Dio: la sua infinita bontà e sapienza ci aiuti vivere come figli suoi e fratelli e sorelle tra di noi, perché cresca nel mondo la speranza”.