14/04/2022, 13.03
VATICANO
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Papa ai sacerdoti: 'Non siate pagani clericalizzati'

Nell'omelia della Messa crismale l'invito ai preti a "fissare gli occhi su Gesù" al termine di ogni giornata per stare in guardia da tre forme di idolatria nascosta: la mondanità spirituale che conduce a un trionfalismo senza croce, il pragmatismo dei numeri e la mentalità funzionalista che soffoca lo Spirito.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Nel raccoglimento e nella preghiera papa Francesco nella basilica di San Pietro ha aperto questa mattina con la Messa del Crisma le celebrazioni del triduo pasquale. Folta la partecipazione del clero e dei fedeli, dopo gli ultimi due anni in cui le celebrazioni pasquali avevano visto forti limitazioni a causa della pandemia. I cardinali, i vescovi e i presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma hanno concelebrato la liturgia con il Vescovo di Roma e rinnovato le promesse fatte al momento dell'ordinazione.

“Essere sacerdoti, cari fratelli, è una grazia, una grazia molto grande, che non è in primo luogo una grazia per noi, ma per la gente”, ha detto nell’omelia Papa Francesco. È il Signore stesso a pagare il salario del sacerdote, secondo il Pontefice, che è il suo Amore e il perdono incondizionato dei peccati a prezzo del suo sangue versato sulla Croce.

Il Vangelo di Luca racconta che dopo che Gesù ebbe letto il passo del profeta Isaia davanti alla sua gente e si fu seduto, “gli occhi di tutti erano fissi su di lui” (4,20). Proprio su questo ha voluto riflettere il papa: “Fissare gli occhi su Gesù è una grazia che, come sacerdoti, dobbiamo coltivare. Al termine della giornata fa bene guardare al Signore, e che Lui ci guardi il cuore, insieme al cuore delle persone che abbiamo incontrato”. Il pontefice ha spiegato anche come questo dovrebbe avvenire: non si tratta di contabilizzare i peccati, ma di una contemplazione amorosa, pronta a riconoscere le grazie del giorno e mostrare gratitudine, ma al tempo stesso anche pronta a riconoscere le tentazioni e a rigettarle.

“Lasciare che il Signore guardi i nostri idoli nascosti ci rende forti davanti ad essi e toglie loro il potere - ha spiegato -. È qualcosa che di fatto accade. Malgrado uno dica a sé stesso che distingue perfettamente che cos’è un idolo e chi è Dio, in pratica andiamo togliendo spazio alla Trinità per darlo al demonio, in una specie di adorazione indiretta”. Il rischio è che questo processo avvenga in maniera graduale e silenziosa. “In passato ho parlato degli idoli educati che entrano piano piano - ha aggiunto a braccio il Papa - e quando non li smascheriamo, lasciamo uno spazio in cui il Maligno si intromette”.                     

Parlando ai sacerdoti, il Pontefice ha descritto tre spazi di idolatria nascosta nei quali il Maligno utilizza i suoi idoli per depotenziarli dalla vocazione di pastori e separarli da Dio: la mondanità spirituale, il pragmatismo dei numeri e la mentalità funzionalista.                      

La mondanità spirituale è "una proposta di vita, è una cultura, una cultura dell’effimero, una cultura dell’apparenza, del maquillage" - ha affermato Papa Francesco -. Il suo criterio è il trionfalismo, un trionfalismo senza Croce”. La mondanità di andar cercando la propria gloria ruba all’uomo “la presenza di Gesù umile e umiliato, Signore vicino a tutti, Cristo dolente con tutti quelli che soffrono”, che è l’aspetto più importante. “Un sacerdote mondano non è altro che un pagano clericalizzato”, ha denunciato il Papa senza mezzi termini.

Un altro spazio di idolatria nascosta risiede, secondo il Pontefice, nel pragmatismo dei numeri: “Le persone non si possono 'numerare', e Dio non dà lo Spirito 'con misura' - ha detto -. In questo fascino per i numeri, in realtà, ricerchiamo noi stessi e ci compiacciamo del controllo assicuratoci da questa logica, che non s’interessa dei volti e non è quella dell’amore”.

Collegata a questo discorso anche l’idolatria del funzionalismo, “un ambito seducente in cui molti, più che per il percorso si entusiasmano per la tabella di marcia”. La mentalità funzionalista, infatti, non tollera il mistero, punta all’efficacia. Il sacerdote con mentalità funzionalista ha il proprio nutrimento nel suo ego: “A poco a poco, questo idolo va sostituendo in noi la presenza del Padre. Il nostro Padre è il Creatore, ma non uno che solamente fa “funzionare” le cose, ma Uno che “crea” come Padre, con tenerezza, facendosi carico delle sue creature e operando affinché l’uomo sia più libero”.

Secondo papa Francesco alla fedeltà alla alleanza sacerdotale nuoce nascondere questi idoli e non saperli smascherare nella propria vita quotidiana. “Gesù è l’unica via per non sbagliarci nel sapere che cosa sentiamo, a che cosa ci conduce il nostro cuore - ha affermato -. Egli è l’unica via per discernere bene confrontandoci con Lui, ogni giorno, come se anche oggi si fosse seduto nella nostra chiesa parrocchiale e ci avesse detto che oggi si è compiuto tutto quello che abbiamo ascoltato”. Papa Francesco ha concluso chiedendo l’intercessione di san Giuseppe, “padre castissimo e senza idoli nascosti” per essere liberati da ogni brama di possesso.

Le parole del papa di amore e incoraggiamento per i sacerdoti della messa crismale arrivano all'indomani della sua visita al papa emerito Benedetto XVI, in quella che è ormai una tradizione consolidata. I sentimenti di affetto e vicinanza al suo predecessore hanno portato anche quest’anno Francesco a recarsi nel monastero Mater Ecclesiae, residenza di Ratzinger dalla rinuncia del 2013, per una "breve e affettuosa" conversazione e una preghiera insieme. Ha voluto così portargli personalmente gli auguri per le celebrazioni di Pasqua e per il suo 95.mo compleanno che si celebrerà il 16 aprile.

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