27/07/2025, 14.01
VATICANO
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Papa: 'A Gaza popolazione schiacciata dalla fame. Dialogo e riconciliazione tra Thailandia e Cambogia'

Leone XIV si è affacciato a San Pietro dopo il riposo a Castel Gandoldo: "Negoziare un futuro di pace per tutti i popoli". Appello per il "rispetto integrale del diritto umanitario" a Gaza. Il commento al Vangelo: "Amare come Dio ci ama, senza calcoli". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Il mio cuore è vicino a tutti coloro che soffrono a causa dei conflitti e della violenza nel mondo”. Così papa Leone XIV oggi, dopo la recita dell’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano per la prima volta dopo il “riposo” a Castel Gandolfo, ha ricordato alcune delle ostilità che insanguinano il pianeta: al confine tra Thailandia e Cambogia, nel sud della Siria, a Gaza. Esortando tutte le parti coinvolte a riconoscere la “dignità conferitale da Dio stesso” di ogni “persona umana”. “Fermare ogni azione contraria ad essa - ha affermato il pontefice -. Esorto a negoziare un futuro di pace per tutti i popoli e a rigettare quanto possa pregiudicarlo”.

La preghiera del pontefice è “per le persone coinvolte negli scontri” tra Bangkok e Phnon Penh, “specialmente per i bambini e le famiglie sfollate”. Il confine di circa 820 km tra i due vicini del Sud-Est asiatico si è riacceso negli ultimi giorni, dopo le crescenti tensioni delle scorse settimane. Nonostante gli appelli internazionali che insistono per raggiungere una tregua - ultimo Trump che ha annunciato imminenti colloqui per un cessate il fuoco - continuano gli scambi di fuoco. Con almeno 32 morti e oltre 200mila persone sfollate. “Possa il Principe della pace ispirare tutti a cercare il dialogo e la riconciliazione”, ha detto Prevost.

Papa Leone XIV ha sottolineato anche “la gravissima situazione umanitaria a Gaza”, seguita con “molta preoccupazione”. Nell’enclave segnata profondamente dalle violenze di Israele e dall’indifferenza della comunità internazionale, “la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua ad essere esposta a violenze e morte”. Gli abusi continuano, nonostante l’annuncio di “pause umanitarie” per consentire da domani la “distribuzione degli aiuti”, azione non svolta adeguatamente fino ad adesso - ha affermato il ministro degli Affari Esteri israeliano Gideon Sàar- dalle "Nazioni Unite”. “Rinnovo il mio accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e al rispetto integrale del diritto umanitario”, ha detto oggi papa Prevost. E ancora: “Affido a Maria, Regina della pace, le vittime innocenti dei conflitti e i governanti che hanno il potere di porvi fine”.

Prevost, poi, ha salutato “con particolare affetto” ragazzi e ragazze confluiti a Roma per il Giubileo dei Giovani, che si svolge dal 28 luglio al 3 agosto. “Auspico che esso sia per ciascuno un’occasione per incontrare Cristo ed essere da Lui rinsaldati nella fede e nell’impegno di seguirlo con coerenza”, ha affermato. E ricordando la V Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che oggi si celebra, ha detto: “Guardiamo ai nonni e agli anziani come testimoni di speranza, capaci di illuminare il cammino delle nuove generazioni”. L’invito è di non lasciare sole le persone anziane: “Stringiamo con loro un’alleanza di amore e di preghiera”.

Prima della recita della pregierà mariana, Leone XIV ha commentato il Vangelo del giorno (Lc 11,1-13). Nel brano dell’evangelista Luca Gesù insegna ai discepoli a pregare, dopo la richiesta di uno di loro. Consegnando loro la preghiera del Padre Nostro, “la preghiera che unisce tutti i cristiani”. Prevost ha citato quindi il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Attraverso la Preghiera del Signore, noi siamo rivelati a noi stessi, mentre ci viene rivelato il Padre”. Sottolineando la verità di queste parole: “Più ci scopriamo figli amati e più conosciamo la grandezza del suo amore”. 

Nel Vangelo odierno - ha spiegato Prevost - vengono esposti “i tratti della paternità di Dio attraverso alcune immagini suggestive”. Ovvero, “quella di un uomo che si alza, nel cuore della notte, per aiutare un amico ad accogliere un visitatore inaspettato; oppure quella di un genitore che si preoccupa di dare cose buone ai suoi figli”. Immagini che ricordano quanto Dio non ignori mai nessuno che si rivolge a Lui, “nemmeno se arriviamo tardi a bussare alla sua porta, magari dopo errori, occasioni mancate, fallimenti”, ha spiegato il pontefice stamattina.

Recitando il Padre Nostro, “oltre a celebrare la grazia della figliolanza divina, noi esprimiamo anche l'impegno a corrispondere a tale dono, amandoci come fratelli in Cristo”, ha continuato. “Non si può pregare Dio come ‘Padre' e poi essere duri e insensibili nei confronti degli altri. Piuttosto è importante lasciarsi trasformare dalla sua bontà, dalla sua pazienza, dalla sua misericordia, per riflettere come in uno specchio il suo volto nel nostro”. Prevost ha concluso il commento sottolineando quando la liturgia di oggi invita “a sentirci amati e ad amare come Dio ci ama: con disponibilità, discrezione, premura vicendevole, senza calcoli”. 

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