31/10/2021, 12.26
VATICANO
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Papa: Dio non cerca abili commentatori, ma cuori docili alla sua Parola

Al termine dell'Angelus da Francesco un appello per le popolazioni di diverse zone del Vietnam colpite dalle inondazioni. L'invito alla preghiera per la conferenza sul clima di Glasgow: "Il grido della terra e dei poveri sia ascoltato, offrendo risposte efficaci".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Di fronte alla Parola di Dio non basta essere "abili commentatori"; occorre invece farla entrare nella propria vita. È l'insegnamento che papa Francesco ha invitato a trarre dal vangelo proposto dalla liturgia di oggi, rivolgendosi a una folta folla di fedeli riuniti in piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale dell'Angelus.

Parlando del brano dell'evangelista Marco in cui uno scriba chiede a Gesù quale sia il primo dei comandamenti (Mc 12,28-34) il pontefice si è soffermato su un dettaglio: al Maestro che indica il comandamento dell'amore, lo scriba risponde ripetendo parole quasi identiche. “Perché - si è chiesto il papa - nel dare il suo assenso, quello scriba sente il bisogno di ridire le stesse parole di Gesù? Che senso ha questa ripetizione?”. Francesco ha invitato ha cogliervi un insegnamento: “La Parola del Signore - ha commentato - non può essere ricevuta come una qualsiasi notizia di cronaca: va ripetuta, fatta propria, custodita. La tradizione monastica usa un termine audace ma molto concreto: la Parola di Dio va ‘ruminata’. Possiamo dire che è così nutriente che deve raggiungere ogni ambito della vita”.

“Il Signore - ha aggiunto ancora - non cerca tanto degli abili commentatori delle Scritture, ma cuori docili che, accogliendo la sua Parola, si lasciano cambiare dentro. Ecco perché è così importante familiarizzare con il Vangelo, averlo sempre a portata di mano, appassionarsene. Quando lo facciamo, Gesù, Parola del Padre, ci entra nel cuore, diventa intimo a noi e noi portiamo frutto in Lui. E così ognuno di noi può diventare una 'traduzione' vivente, diversa e originale, dell’unica Parola di amore che Dio ci dona. Lo vediamo nella vita dei santi: nessuno è uguale all’altro, sono tutti diversi, ma con la stessa Parola di Dio”.

Un insegnamento che vale in maniera particolare di fronte all’amore verso Dio e verso il prossimo, il comandamento dell’amore “che non può rimanere lettera morta”. “Chiediamoci allora - ha concluso il papa - questo comandamento, orienta davvero la mia vita? Trova riscontro nelle mie giornate? Ci farà bene stasera, prima di addormentarci, fare l’esame di coscienza su questa Parola, vedere se oggi abbiamo amato il Signore e abbiamo donato un po’ di bene a chi ci è capitato di incontrare. Che ogni incontro sia dare un po’ di amore”.

Terminata la preghiera dell'Angelus papa Francesco ha poi rivolto un appello speciale per le popolazioni di diverse parti del Vietnam che in queste ultime settimane sono state colpite da forti piogge prolungate che hanno causato vaste inondazioni. "La mia preghiera e il mio pensiero - ha detto il pontefice - vanno alle tante famiglie che soffrono, insieme al mio incoraggiamento per quanti, autorità del Paese e Chiesa locale, si stanno impegnando per rispondere a questa emergenza". Un pensiero che il papa ha poi esteso anche alle popolazioni della Sicilia colpite dal maltempo.

Ha poi citato l'isola caraibica di Haiti, dove tante persone vivono da troppo tempo in una grave situazione di abbandono: "Chiedo ai responsabili delle nazioni di sostenere questo Paese e non lasciarlo solo. E anche voi - ha aggiunto il papa rivolgendosi ai fedeli - cercate notizie su Haiti e pregate tanto, non abbandoniamoli".

Infine il pontefice è tornato a chiedere di pregare per la Conferenza sul clima, la COP26, che si apre oggi a Glasgow: "Preghiamo affinché il grido della terra e dei poveri sia ascoltato. Che questo incontro possa dare risposte efficaci".

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