14/12/2022, 10.55
VATICANO
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Papa: a Natale meno spese e più vicinanza a chi soffre in Ucraina

Al termine dell'udienza generale di oggi Francesco ha invitato a scegliere "regali più umili" e destinare quanto risparmiato alla solidarietà. Nella catechesi ha affrontato il tema della vigilanza: "Quando confidiamo troppo in noi stessi e non nella grazia di Dio, allora il Maligno trova la porta aperta".

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Facciamo un Natale più umile, con regali più umili, inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino che ha bisogno”. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli presenti nell’aula Paolo VI in Vaticano al termine del consueto appuntamento dell’udienza generale del mercoledì.

Il pontefice ha rinnovato ancora una volta l’invito a mostrare “la nostra vicinanza al martoriato popolo ucraino, perseverando nella preghiera fervorosa per questi nostri fratelli e sorelle che tanto soffrono. Si soffre tanto – ha aggiunto Francesco -, fanno la fame, sentono il freddo. E tanti muoiono perché non ci sono medici e infermieri alla mano”. Di qui l’esortazione a raccogliere il messaggio di solidarietà che Gesù porta a tutti nel Natale con un gesto concreto: “È bello festeggiare il Natale e fare le feste – ha ammonito - ma abbassiamo un po’ il livello delle spese di Natale, come si chiamano. Viviamo un Natale in pace col Signore, ma con gli ucraini nel cuore”.

In precedenza - proseguendo il percorso sul tema del discernimento - il pontefice nella sua catechesi si era soffermato sulla vigilanza, “un atteggiamento essenziale - ha spiegato - affinché tutto il lavoro fatto per discernere il meglio e prendere la buona decisione non vada perduto”. Anche nel discernimento c’è, infatti, il rischio che “il Maligno, possa rovinare tutto, facendoci tornare al punto di partenza, anzi, in una condizione ancora peggiore”.

“Non si tratta di un pericolo di ordine psicologico, ma di ordine spirituale - ha spiegato Francesco - una vera insidia dello spirito cattivo. Questo, infatti, aspetta proprio il momento in cui noi siamo troppo sicuri di noi stessi, quando tutto va bene, quando le cose vanno ‘a gonfie vele’ e abbiamo, come si dice, ‘il vento in poppa’”. Il papa ha citato una parabola del Vangelo (Mt 12,43-45) in cui Gesù parla dello spirito impuro che quando ritorna nella casa da cui era uscito “la trova vuota, spazzata e adorna” e la abita insieme ad altri “sette spiriti peggiori di lui”.

“Ci chiediamo - ha commentato il pontefice - com’è possibile che possano entrare indisturbati? Come mai il padrone non se ne accorge? Non era stato così bravo a fare il discernimento?”. “Forse proprio per questo - ha ammonito il papa - si era innamorato troppo della casa, cioè di sé stesso, e aveva smesso di aspettare il Signore, di attendere la venuta dello Sposo; forse per paura di rovinare quell’ordine non accoglieva più nessuno, non invitava i poveri, i senza tetto, quelli che disturbano… Una cosa è certa: qui c’è di mezzo il cattivo orgoglio, la presunzione di essere giusti, di essere bravi, di essere a posto. Quando confidiamo troppo in noi stessi e non nella grazia di Dio, allora il Maligno trova la porta aperta”.

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