01/01/2011, 00.00
VATICANO
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Papa: chi vuole la pace rispetti il diritto di avvicinarsi a Dio

Nella Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI ribadisce la “drammatica urgenza” del rispetto della libertà religiosa, emarginata dal laicismo e imposta dal fondamentalismo. A ottobre andrà ad Assisi dove inviterà di nuovo i leader delle religioni mondiali a rinnovare l’impegno dei “credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - La violenza “che oggi colpisce in modo particolare i cristiani”, fa da sanguinoso sfondo con i 20 morti nell’attentato di stanotte contro la chiesa dei Santi (Al-Qiddissine) di Alessandria d’Egitto alla odierna Giornata mondiale della pace. Benedetto XVI non ne parla, ma la strage di fedeli che avevano partecipato alla messa è presente nelle sue parole per il rispetto della libertà di religione. In nome della quale Benedetto XVI annuncia che a ottobre prossimo, nel 25mo anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace voluta da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986 tornerà nella cittò di san Francesco “invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.
 
"Libertà religiosa, via per la pace” è il tema scelto dal Papa per il suo messaggio per la Giornata. Tema che, proprio oggi si fa di sconvolgente attualità. Lo ricorda Benedetto XVI durante la messa celebrata nella basilica di san Pietro: “oggi, vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini, donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento della storia. Noi oggi preghiamo affinché la pace, che gli angeli hanno annunciato ai pastori la notte di Natale, possa giungere ovunque: ‘super terram pax in hominibus bonae voluntatis’ (Lc 2,14). Per questo, specialmente con la nostra preghiera, vogliamo aiutare ogni uomo e ogni popolo, in particolare quanti hanno responsabilità di governo, a camminare in modo sempre più deciso sulla via della pace”.
 
E più tardi all’Angelus, alle 50mila persone raccolte in piazza san Pietro ripete che “la pace non si
raggiunge con le armi, né con il potere economico, politico, culturale e mediatico. La pace è opera di coscienze che si aprono alla verità e all’amore”.
 
“Dinanzi all’icona della Vergine Madre - dice ancora - la Chiesa in questo giorno invoca da Dio, per mezzo di Gesù Cristo, il dono della pace: è la Giornata Mondiale della Pace, occasione propizia per riflettere insieme sulle grandi sfide che la nostra epoca pone all’umanità. Una di queste, drammaticamente urgente ai nostri giorni, è quella della libertà religiosa; perciò, quest’anno ho voluto dedicare il mio messaggioa questo tema: Libertà religiosa, via per la pace. Assistiamo oggi – ha proseguito - a due tendenze opposte, due estremi entrambi negativi: da una parte il laicismo, che, in modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata; dall’altra il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza. In realtà, ‘Dio chiama a sé l’umanità con un disegno di amore che, mentre coinvolge tutta la persona nella sua dimensione naturale e spirituale, richiede di corrispondervi in termini di libertà e di responsabilità, con tutto il cuore e con tutto il proprio essere, individuale e comunitario’ (Messaggio, 8). Là dove si riconosce effettivamente la libertà religiosa, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile (cfr ibid. 5). Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”.
 
Prima, durante la messa, il Papa aveva ricordato che è nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, “che dal 1° gennaio 1968 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Pace. La pace è dono di Dio, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: "Il Signore … ti conceda pace" (Nm 6,26). Essa è il dono messianico per eccellenza, il primo frutto della carità che Gesù ci ha donato, è la nostra riconciliazione e pacificazione con Dio. La pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico, ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo”.
 
“In questa prospettiva, la comunità ecclesiale è sempre più impegnata ad operare, secondo le indicazioni del Magistero, per offrire un sicuro patrimonio spirituale di valori e di principi nella continua ricerca della pace. L’ho voluto ricordare nel mio Messaggio per l’odierna Giornata, dal titolo ‘Libertà religiosa, via per la pace’: ‘Il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale e internazionale giusto e pacifico’ (n. 15). Ho sottolineato, pertanto, che ‘la libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel contempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice’ (n. 5)”.
 
“L’umanità non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza; non deve fare l’abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli. Di fronte alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani (cfr ibid., 1), ancora una volta rivolgo il pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione. Esorto tutti a pregare affinché giungano a buon fine gli sforzi intrapresi da più parti per promuovere e costruire la pace nel mondo. Per questo difficile compito non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente”.
  
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