25/05/2023, 11.05
VATICANO
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Papa: poniamo fine alla guerra insensata contro il creato

Diffuso il messaggio del pontefice per la Giornata mondiale di preghiera che le Chiese celebrano insieme il 1° settembre. “Che scorrano la giustizia e la pace” il tema di quest’anno. Appello ai governi per la Cop28 di Dubai: “Si avvii una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Ascoltiamo l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica e a porre fine all'insensata guerra al creato”. È l'invito che papa Francesco lancia nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che verrà celebrata il 1° settembre 2023. Il testo - presentato oggi in una conferenza stampa in Vaticano - si ispira alle parole bibliche del libro del profeta Amos: “Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne” (5,24).

Nella sua riflessione papa Francesco torna a riflettere sul tema dell’ecologia integrale, che vede insieme la custodia del creato e la cura del fratello. Ricordando il pellegrinaggio compiuto nel luglio 2022 sulle sponde del Lago Sant’Anna, nell’Alberta, insieme alle popolazioni indigene del Canada, il pontefice scrive: “Soffermiamoci sui battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace”.

Parla di una “guerra al creato” e per descriverne gli effetti cita le parole di Benedetto XVI: “I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi”. “Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti - commenta Francesco - sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali”.

Perché il fiume della giustizia e della pace torni a scorrere sulla Terra oggi occorrono dunque scelte coraggiose. “Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società”, scrive il papa. Il primo passo è la “conversione ecologica” del cuore di cui parlava già Giovanni Paolo II: “Rinnovare il rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore”.

Ma questa conversione del cuore deve tradursi in un cambiamento degli stili di vita. “Pentiamoci dei nostri ‘peccati ecologici’, come avverte il mio fratello, il patriarca ecumenico Bartolomeo - scrive Francesco -. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili”.

Servono però anche le scelte della politica e per questo nel messaggio papa Francesco lancia un appello in vista della COP28, la conferenza mondiale sui cambiamenti climatici in programma in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre: “I leader mondiali devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. Secondo gli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale, è un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico”.

Infine il pontefice ricorda la concomitanza quest’anno tra la festa di san Francesco d’Assisi il 4 ottobre e l’inizio del Sinodo sulla Sinodalità. “Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda - scrive - così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge”. Di qui un invito che vale tanto per il Tempo del creato quanto per il Sinodo: “Viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a rinnovare la faccia della terra”.

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