29/01/2019, 12.18
VATICANO
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Papa: unità e fedeltà ‘fondamentali capisaldi’ del matrimonio

Ricevendo la Rota romana per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, Francesco dice che questo “è necessario che la Chiesa, in tutte le sue articolazioni, agisca concordemente per offrire adeguato sostegno spirituale e pastorale” agli sposi cattolici. D’altra parte, i coniugi che vivono il loro matrimonio nell’unità generosa e con amore fedele, “rappresentano a loro volta un prezioso aiuto pastorale alla Chiesa”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Nell’attuale società secolarizzata, è difficile per i fedeli testimoniare unità e fedeltà, “fondamentali capisaldi” del matrimonio. Per questo “è necessario che la Chiesa, in tutte le sue articolazioni, agisca concordemente per offrire adeguato sostegno spirituale e pastorale”. E’ l’esortazione rivolta oggi da papa Francesco agli officiali, agli avvocati e agli altri collaboratori del Tribunale apostolico della Rota romana, ricevuti per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

“Perché sia validamente contratto, il matrimonio richiede che si stabilisca in ciascuno dei nubendi una piena unità e armonia con l’altro, affinché, attraverso il mutuo scambio delle rispettive ricchezze umane, morali e spirituali – quasi a modo di vasi comunicanti – i due coniugi diventino una sola cosa. Il matrimonio richiede anche un impegno di fedeltà, che assorbe tutta la vita”.

L’unità e la fedeltà, “valori importanti e necessari non solo tra i coniugi, ma in generale nei rapporti interpersonali e in quelli sociali” sono “beni irrinunciabili e costitutivi del matrimonio”. Essi “richiedono di essere non solo adeguatamente illustrati ai futuri sposi, ma sollecitano l’azione pastorale della Chiesa, specialmente dei vescovi e dei sacerdoti, per accompagnare la famiglia nelle diverse tappe della sua formazione e del suo sviluppo”. “Occorre una triplice preparazione al matrimonio: remota, prossima e permanente. Quest’ultima è bene che comprenda in modo serio e strutturale le diverse tappe della vita coniugale, mediante una formazione accurata, volta ad accrescere negli sposi la consapevolezza dei valori e degli impegni propri della loro vocazione”.

I soggetti principali di questa formazione matrimoniale, sono i pastori; “tuttavia, è quanto mai opportuno, anzi, necessario coinvolgere le comunità ecclesiali nelle loro diverse componenti, che sono corresponsabili di questa pastorale sotto la guida del vescovo diocesano e del parroco”. Alla “responsabilità primaria dei pastori” si aggiunge dunque “la partecipazione attiva della comunità nel promuovere il matrimonio e accompagnare le famiglie con il sostegno spirituale e formativo”.

Per comprendere questa necessità pastorale, ci farà bene considerare, nelle Scritture, l’esperienza dei santi sposi Aquila e Priscilla. Essi furono tra i più fedeli compagni della missione di San Paolo” e si resta colpiti dal “riconoscimento alto da parte di Paolo verso l’opera missionaria di questi sposi”. “Chiediamo pertanto allo Spirito Santo di donare anche oggi alla Chiesa sacerdoti capaci di apprezzare e valorizzare i carismi dei coniugi con fede robusta e spirito apostolico come Aquila e Priscilla”.

“D’altra parte, i coniugi che vivono il loro matrimonio nell’unità generosa e con amore fedele, sostenendosi a vicenda con la grazia del Signore e con il necessario supporto della comunità ecclesiale, rappresentano a loro volta un prezioso aiuto pastorale alla Chiesa. Infatti, offrono a tutti un esempio di vero amore e diventano testimoni e cooperatori della fecondità della Chiesa stessa. Davvero tanti sposi cristiani sono una predica silenziosa per tutti, una predica ‘feriale’ direi, di tutti i giorni, e dobbiamo purtroppo constatare che una coppia che vive da tanti anni insieme non fa notizia – è triste questo –, mentre fanno notizia gli scandali, le separazioni, i divorzi… (cfr Omelia a S. Marta, venerdì 18 maggio 2018)”.

“Gli sposi che vivono nell’unità e nella fedeltà riflettono bene l’immagine e la somiglianza di Dio. Questa è la buona notizia: che la fedeltà è possibile, perché è un dono, negli sposi come nei presbiteri. Questa è la notizia che dovrebbe rendere più forte e consolante anche il ministero fedele e pieno di amore evangelico di vescovi e sacerdoti”.

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