07/10/2025, 12.10
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Penang in festa per i 360 anni del più antico seminario cattolico dell'Asia

di Joseph Masilamany

Il College General ha celebrato l'anniversario della fondazione della storica istituzione di formazione sacerdotale con una festa di tre giorni intitolata “Discernere gratitudine, fedeltà e speranza”. Tra omelie, testimonianze e riflessioni, vescovi e seminaristi hanno ricordato la missione del seminario nato nel 1665 nel Siam e che in Malaysia continua a essere faro di grazia, fedeltà e speranza per la Chiesa asiatica.

Penang (AsiaNews) - Le dolci colline di Mariophile si sono animate quando il seminario cattolico più antico dell’Asia, il College General, ha celebrato i 360 anni di formazione sacerdotale con una festa di tre giorni dal titolo “Discernere gratitudine, fedeltà e speranza”. La celebrazione è iniziata il 29 settembre, festa degli Arcangeli, e si è conclusa l’1 ottobre, festa di Santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni: un finale appropriato per un seminario le cui radici sono profondamente intrecciate con lo spirito missionario della Società delle Missioni Estere di Parigi (MEP).

Nella sua omelia di apertura, l'arcivescovo Julian Leow di Kuala Lumpur ha ripercorso i 360 anni di storia dell’istituto come testimonianza vivente della grazia divina. Fondato nel 1665 a Ayutthaya, nel Siam, dai vescovi François Pallu e Pierre Lambert de la Motte, il seminario ha viaggiato tra i continenti: da Ayutthaya è stato trasferito a Chanthaburi, in Thailandia, poi a Hon Dat in Vietnam e successivamente a Pondicherry, ex colonia francese nell’India meridionale, prima di stabilirsi a Penang nel 1809. 

Fin dai suoi primi giorni, il seminario ha formato clero proveniente da tutta l’Asia: Siam, Vietnam, Cina, India, e oltre. Nel corso dei secoli, i suoi ex allievi hanno portato il Vangelo nelle parrocchie, nelle missioni e persino al martirio. “Questi martiri e missionari sono il filo luminoso che attraversa la nostra storia”, ha ricordato l’arcivescovo Leow. Rivolgendosi ai presenti, il card. Francis ha anche reso un tributo speciale agli ex allievi riuniti, sia ecclesiastici che laici, che continuano a portare avanti lo spirito del College General in modi diversi. In particolare gli ex seminaristi, che hanno continuato a servire la Chiesa attraverso altre vocazioni. “Questi uomini non hanno sprecato gli anni trascorsi al College General”, ha affermato. “Anche loro sono stati formati nella fede e nella disciplina e oggi prestano servizio con successo nelle parrocchie, nei ministeri e nelle comunità”. 

Il secondo giorno della celebrazione si è concentrato sul tema della fedeltà, una parola che, come ha osservato il vescovo Bernard Paul di Malacca-Johor, “sembra semplice ma richiede una morte quotidiana a se stessi”. “Essere fedeli”, ha sottolineato, “significa continuare a tornare alla chiamata, nella aridità, nel dubbio, nel ritardo. La fedeltà non è un sentimento, ma una relazione sostenuta dalla grazia”. La sessione mattutina è stata arricchita da p. Vincent Sénéchal, Superiore Generale MEP, che ha condiviso la visione missionaria duratura della Società. “Quando i primi vescovi MEP arrivarono in Asia, sapevano che l’evangelizzazione doveva mettere radici nel terreno locale. Ecco perché costruirono seminari: per formare sacerdoti che parlassero la lingua, vivessero la cultura e amassero il popolo”, ha detto.

L'ultimo giorno della celebrazione ha rivolto lo sguardo alla speranza. Nella sua omelia, il card. Sebastian Francis di Penang, anche presidente del Collegio Generale, ha invitato tutti i presenti a diventare “visionari e sognatori per la Chiesa malese”. “La speranza non è un pio desiderio”, ha affermato. “È l'audacia di credere che la grazia di Dio continui ad agire attraverso piccoli inizi e una fedeltà silenziosa”. Ha reso omaggio ai padri delle Missioni Estere di Parigi, la cui lungimiranza ha dato all'Asia il suo primo seminario, e alle generazioni di vescovi locali, clero e benefattori laici che lo hanno sostenuto attraverso guerre, sconvolgimenti politici e tempi di cambiamento repentini. “Anche quando il numero dei suoi membri è diminuito, Dio lo stava preparando a dare frutti altrove, in Thailandia, Singapore e Kuching”.

Questo senso di continuità divina è stato magnificamente colto in una riflessione condivisa dal vescovo emerito John Ha di Kuching, egli stesso ex allievo ed ex formatore del College General. “La grazia”, ha affermato il vescovo Ha, “è al centro del College General: la grazia che chiama, la grazia che sostiene e la grazia che rinnova”. Ha ricordato come la storia del seminario rispecchi il mistero pasquale: morire e risorgere. “Quando il College General sembrava svanire, ha dato vita a una nuova realtà: il seminario Lux Mundi in Thailandia, il seminario St. Francis Xavier a Singapore e il St. Peter's College a Kuching. Questo è il modo di agire di Dio: la morte che porta alla resurrezione”.

Le celebrazioni hanno incluso momenti di preghiera, riflessione, musica e ricongiungimento tra generazioni di ex studenti provenienti da Malesia, Singapore, Cambogia, Thailandia e altri Paesi. Molti hanno ricordato gli anni trascorsi in seminario come “i giorni più belli della loro vita”, un periodo dedicato allo studio, al divertimento, alla disciplina e alla fede. P. Ryan Innas Muthu, attuale rettore, ha espresso profonda gratitudine a tutti coloro che continuano a sostenere la missione del seminario. “Siamo sulle spalle di giganti”, ha detto. “Ogni pietra di questo seminario è testimone di 360 anni di grazia. Che anche noi possiamo essere fedeli nel nostro tempo, formando sacerdoti che portino il volto di Cristo in Asia”.

Al termine delle celebrazioni, nella festa di Santa Teresa di Lisieux, i seminaristi hanno intonato un inno speciale composto per l’anniversario: un canto emozionante che riassume lo spirito del College General: “Ci alziamo, ci alziamo per elevare il Tuo Nome. Viviamo, viviamo per gridare la Tua lode!”. La melodia, riecheggiata per tutta Mariophile, trasmetteva lo stesso fervore giovanile che ha sostenuto il Collegio Generale per tre secoli e mezzo: gratitudine per il passato, fedeltà al presente e speranza per il futuro.

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