09/09/2023, 10.15
INDONESIA
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Rempang: popolazione indigena contro uno stabilimento multimiliardario cinese

di Mathias Hariyadi

L'isola si trova in una posizione strategica avendo accesso allo stretto di Malacca. Gli abitanti di 16 villaggi locali si rifiutano di trasferirsi per fare spazio agli investimenti, che danneggerebbero il patrimonio culturale dell'etnia indigena Melayu. Non è la prima volta che l'insoddisfazione della popolazione si trasfroma in atti violenti contro i lavoratori cinesi impiegati nei poli industriali.

Rempang (AsiaNews) - Per due giorni più di 5mila indigeni di etnia Melayu (malese) si sono rivoltati contro il governo indonesiano per impedire che 16 villaggi nell'isola di Rempang, nella provincia delle isole Riau di Sumatra, vengano distrutti per fare spazio a un progetto industriale cinese.

"Siamo disperati perché le nostre richieste di preservare i nostri villaggi sono state ignorate. La rivolta è diventata l’unica soluzione per esprimere le nostre richieste", ha detto Hazrin, un manifestante che si è unito ieri alle proteste contro il governo. La polizia locale ha cercato di disperdere i dimostranti con l’utilizzo di gas lacrimogeni. 

Jakarta vorrebbe fare spazio al gruppo Xinyi (Xinyi Glass e Xinyi Solar, con sede a Hong Kong) per la creazione di un impianto industriale del vetro grazie a un investimento del valore 11,6 miliardi di dollari, a sua volta parte di un progetto più grande denominato Rempang Eco-City. Con i suoi 165 chilometri quadrati di terreno pianeggiante, Rempang è un'isola molto piccola ma commercialmente strategica grazie all’accesso allo stretto di Malacca. L'isola dista 3 km dall’isola di Batam, la cui distanza da Singapore è di circa 20-30 minuti di viaggio in traghetto.

Quando a inizio agosto il ministro degli Investimenti Bahlil Lahadia aveva visitato il sito, aveva dichiarato che l’impianto “diventerà il produttore di vetro ed energia solare numero uno al mondo al di fuori dalla Cina continentale”, i cui prodotti serviranno le necessità delle industrie automobilistiche e energetiche. Il ministro aveva aggiunto che sarebbero stati creati 35mila posti di lavoro; ma come già successo in altre parti dell’Indonesia a seguito di investimenti simili, l’industria assumerà lavoratori qualificati cinesi piuttosto che dipendenti locali. Per questa ragione già altre volte la popolazione indonesiana aveva sfogato la propria rabbia scagliandosi contro gli stabilimenti cinesi, come successo qualche mese fa con la fonderia di nichel a Morowali, nel centro di Sulawesi, dove negli scontri persero la vita due indonesiani e un cinese.

Lahadia aveva offerto agli abitanti locali di Rempang di trasferirsi in complessi abitativi già pronti per loro, ma la popolazione è diffidente: "Non siamo contro gli investimenti stranieri, ma per favore assicuratevi che questo progetto non danneggi i nostri villaggi tradizionali Melayu. La provincia dell'isola di Riau non è piccola, quindi il progetto potrebbe essere stabilito in un'altra area in modo da non danneggiare il nostro patrimonio storico e tradizionale”, ha spiegato Samsudin, un altro manifestante.

Secondo la popolazione locale, infatti, gli investimenti multimiliardari cinesi andranno a compromettere il patrimonio culturale e il tradizionale stile di vita dei villaggi indigeni malesi, dove migliaia di persone risiedono da decine di anni e sono per la maggior parte impiegate nella pesca. "Non possiamo tacere su questo problema poiché il nostro patrimonio scomparirà quando il progetto industriale sarà nelle nostre terre", hanno affermato i dimostranti.

L'autorità locale dell’isola di Batam, Muhammad Rudi, ha spiegato che la questione era stata deliberata ad aprile, quando era stata prevista un’adeguata compensazione finanziaria per gli abitanti. Ma non sarebbe la prima volta che i residenti non ricevono i fondi, hanno spiegato i manifestanti.

L'ong ambientalista Walhi, inoltre, sostiene che il progetto multimiliardario non sia stato così “trasparente” fin dall'inizio, poiché le richieste della popolazione locale non sono mai state adeguatamente affrontate. "Per questo motivo, noi come società civile di Riau, chiediamo al presidente indonesiano Joko Widodo di sospendere il progetto in quanto potenzialmente dannoso per la vita tradizionale dei Melayu”, ha affermato il direttore dell’organizzazione. 

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