27/11/2020, 13.17
INDIA
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Ridotto allo stato laicale l’ex portavoce della diocesi di Bhopal

di Nirmala Carvalho

La decisione di papa Francesco. L’arcivescovo Cornelio: “Sono quasi dieci anni che prende di mira me (personalmente), la Chiesa e il sistema”. “Questo ha lasciato una ferita profonda nella diocesi, e ora le ferite della divisione possono iniziare a rimarginarsi".

Mumbai (AsiaNews) - Papa Francesco ha ridotto allo stato laicale l'ex portavoce della Chiesa cattolica nello del Madhya Pradesh, Stato centrale indiano. Ne ha dato notizia l'arcivescovo di Bhopal, Leo Cornelio (nella foto), che, in proposito, ha dichiarato ad AsiaNews: “Sono quasi dieci anni che prende di mira me (personalmente), la Chiesa e il sistema. Abbiamo preparato un rapporto di 500 pagine e lo abbiamo inviato a Roma, perché lo esaminassero. Il 22 ottobre, infine, è stato ‘dimesso in poenam’, decisione ‘definitiva’ e non c'è appello contro la decisione del Papa”.

“Muttungal ha intentato una causa penale contro me e il mio vicario generale, non era nella linea della Chiesa, aveva opinioni diverse e la tendenza a essere diviso da ogni gerarchia… Ha anche cercato di mettere il popolo contro i vescovi, affermando che i vescovi sono nominato dai vescovi. Siamo una Chiesa santa e peccatrice, certamente, ma questo ha lasciato una ferita profonda nella diocesi, e ora le ferite della divisione possono iniziare a rimarginarsi".

"Ora – dice una nota del 26 novembre dell'arcivescovo Leo Cornelio di Bhopal - con rammarico e dolore desidero comunicare formalmente a tutti che con decreto ufficiale del nostro Sommo Pontefice Papa Francesco, datato 22 ottobre 2020, Anand Muttungal (Joseph MT) dell'arcidiocesi di Bhopal, è stato dimesso in poenam (pena) dallo stato clericale e dispensato da tutti i suoi obblighi clericali, compreso quello del celibato",

Anand Muttungal era stato responsabile delle pubbliche relazioni dell'arcidiocesi per sette anni sia sotto l'arcivescovo gesuita Pascal Topno che con l'arcivescovo Cornelio. Il sacerdote, 48 anni, aveva fatto da portavoce anche per la Chiesa cattolica in Madhya Pradesh. Ma nel 2013, Muttungal, a quanto riportato, si sarebbe ribellato quando è stato rimosso dall’incarico.

P. Muttungal ha presentato una denuncia secondo cui l’arcivescovo insieme al suo vicario generale padre VC Mathew e al portavoce dell'arcidiocesi padre P. J Johny avrebbero cospirato per renderlo mentalmente instabile attraverso un lento avvelenamento. Il 7 febbraio 2013, un magistrato ha ordinato la registrazione del caso contro i tre imputati. L'arcivescovo Cornelio ha respinto le accuse come prive di fondamento e ha affermato di sospettare problemi comportamentali nel sacerdote.

L’arcivescovo ha anche detto di aver consultato alcuni psichiatri sulla questione e che questi hanno consigliato dei farmaci. Tuttavia, la cura è stata abbandonata in seguito quando il prete ha iniziato a comportarsi normalmente. Mons. Cornelio ha anche affermato che padre Muttungal aveva cercato di sfidare la sua autorità e screditare la Chiesa con scopi malvagi.

Muttungal, da parte sua, ha detto di essere andato in tribunale dopo che non aveva ricevuto risposta a una denuncia della polizia, presentata subito dopo essere venuto a conoscenza della presunta cospirazione contro di lui.

La lettera dell'arcivescovo dice poi che lui e altri nell'arcidiocesi negli ultimi dieci anni avevano cercato di recuperare Muttungal e reintegrarlo nella "nostra comunione sacerdotale, ma si è rivelato un esercizio inutile". Il prelato infine prega "fervidamente" che Muttungal "accetti con dignità la decisione del nostro Sommo Pontefice e compia una svolta positiva per iniziare un nuovo capitolo della vita".

All'inizio di quest'anno, Muttungal è stato rilasciato da una prigione di Bhopal dopo 50 giorni. Era stato arrestato l'11 dicembre 2019 dalla sua residenza da funzionari dell'Economic Offense Wing (EOW), un ramo speciale della polizia di Stato che si occupa di reati economici.  Secondo quanto riferito, le accuse contro Muttungal includevano frode, falsificazione, associazione a delinquere, violazione criminale della fiducia e falsificazione di documenti,

Portato davanti a un tribunale speciale è stato obbligato a 15 giorni di custodia giudiziaria. Il sacerdote in seguito ha cercato di ottenere la libertà su cauzione dallo stesso tribunale, ma senza successo. Successivamente, ha portato il caso all'Alta Corte del Madhya Pradesh a Jabalpur che gli ha concesso la libertà su cauzione il 28 gennaio. E’ stato rilasciato due giorni dopo, dopo aver versato una cauzione di 50mila rupie (circa 570 euro).

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