28/01/2014, 00.00
FILIPPINE
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Salute riproduttiva: vescovi contrari alla legge, ma aperti al confronto coi suoi sostenitori

Il presidente della Conferenza episcopale smentisce le voci secondo cui la Chiesa ha “ammorbidito” l’opposizione alla controversa norma. Ma invita al dialogo con le parti e al “rispetto” verso chi nutre “una opinione diversa”. Ai media l’invito a collaborare nel compito di “annuncio della verità”.

Manila (AsiaNews/Cbcp) - Il presidente della Conferenza episcopale filippina (Cbcp) e arcivescovo di Lingayen Dagupan, mons. Socrates Villegas, rispedisce al mittente le voci secondo cui la Chiesa avrebbe "ammorbidito" la propria posizione sulla Legge di salute riproduttiva. Al contrario, la leadership cattolica locale mantiene la più ferma opposizione alla norma, introdotta con lo scopo di controllare la crescita della popolazione e da anni al centro di una feroce polemica. Nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della 108ma Assemblea plenaria dei vescovi filippini, il prelato ha precisato che "dobbiamo sostenere con forza la verità, ma [al contempo] questa verità va presentata con amore".  La posizione non cambia, aggiunge mons. Villegas, ma possono essere modificate "le modalità" mediante le quali questa posizione viene illustrata all'esterno. 

La legge "di salute riproduttiva" (Reproductive Health Bill 4244) ha atteso quasi 14 anni per essere approvata, dopo cinque diverse modifiche, oltre un anno di discussioni in Parlamento e la fiera opposizione della Chiesa. Il provvedimento, approvato nel dicembre 2012, rifiuta l'aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare che invita le coppie a non avere più di due figli. Essa permette in alcuni casi l'obiezione di coscienza, ma allo stesso tempo favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira a diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori naturali.

Il disegno di legge è promosso soprattutto dalle grandi organizzazioni internazionali, come ad esempio Onu e Unicef, che legano l'alto tasso di natalità alla povertà del Paese. I Paesi che non si attengono a tali norme perdono il diritto a ricevere aiuti umanitari. Nei mesi scorsi anche l'arcivescovo di Manila, card Luis Antonio Tagle, è intervenuto sulla controversia, sottolineando il valore "assoluto" della vita umana che "vincerà sul controllo delle nascite".

In questi giorni il presidente della Conferenza episcopale filippina ha voluto ribadire la posizione della Chiesa, per mettere a tacere voci infondate di una improvvisa virata dei prelati sulla controversa norma meglio nota come Republic Act 10354. Mons. Villegas ha ricordato il rispetto verso quanti "nutrono una opinione diversa", verso i quali "vogliamo essere amici", superando la logica del muro contro muro. Il prelato ricorda anche altri fattori di possibile scontro e invita a concentrarsi sugli elementi che possono trasformarsi in "ponti" in grado di colmare "le distanze fra sostenitori e detrattori" della norma sul controllo della popolazione. 

"Vi saranno ancora molti altri elementi di divisione - ha affermato il presidente dell'episcopato - ma non lasciamo che le i disaccordi ci allontanino ancor di più, [ma] guardiamo piuttosto a ciò che ci unisce". Un invito che riguarda in particolare i media e gli organi di informazione, invitati a collaborare nel compito di "annuncio della verità", da raccontare "a qualunque costo" e "con amore".  Al momento la legge, sebbene approvata dal Parlamento, resta sospesa in seguito alla decisione della Corte suprema di bloccarne l'entrata in vigore e la conseguente applicazione concreta. 

 

 

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