20/11/2025, 11.11
COREA DEL SUD
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Seoul, carenza di medici: studente rifiutato da otto ospedali muore in ambulanza

Un ragazzo di 18 anni è morto per arresto cardiaco dopo che le strutture sanitarie contattate hanno rifiutato di ricoverarlo per mancanza di specialisti pediatrici. Il caso riaccende il dibattito sulla grave carenza di medici in Corea del Sud, che l'ex presidente Yoon Suk-yeol aveva provato a risolvere, ma a cui gli specialisti si erano opposti indicendo un lungo sciopero. Pediatria, in particolare, affronta i problemi più gravi a causa del basso tasso di natalità del Paese.

Busan (AsiaNews) - Un ragazzo di 18 anni è morto in ambulanza per un attacco cardiaco dopo essere stato rifiutato da otto ospedali che non avevano disponibilità di pediatri per seguire il caso. La vicenda, avvenuta il mese scorso, ha riacceso il dibattito nazionale sulla grave carenza di medici e specialisti nel Paese.

Secondo quanto riportato dal Chosun Daily, il ragazzo è stato trovato a Busan in stato di convulsioni da un insegnante intorno alle 6.20 del mattino del 20 ottobre. Dopo essere stato caricato sull’ambulanza, gli operatori hanno cercato un ospedale disposto a prenderlo in carico: “Abbiamo chiamato cinque grandi ospedali di Busan e spiegato i suoi sintomi, ma tutti hanno rifiutato di accettarlo”, ha spiegato un responsabile dei vigili del fuoco. 

Tutte le strutture hanno risposto che il ragazzo, in base ai sintomi (stato delirante, convulsioni, difficoltà respiratorie) avrebbe avuto bisogno di un trattamento di neurologia pediatrica, ma non poteva essere accettato “per mancanza di specialisti in neurologia pediatrica. Il trattamento di follow-up è difficile”, hanno risposto le strutture.

Non è servito nemmeno il tentativo dei paramedici di affidarsi al Centro di gestione delle situazioni mediche d’emergenza, che ha richiamato alcune delle strutture già contattate dall’ambulanza. Dopo circa un’ora, intorno alle 7.30, il ragazzo è andato in arresto cardiaco. In questo caso gli ospedali sono obbligati ad accettare il paziente, indipendentemente dalla presenza di specialisti. Tuttavia, quando l’ambulanza è arrivata nell’ospedale più vicino, cinque minuti dopo, il giovane era già deceduto.

La vicenda ha scatenato un’ondata di indignazione online. Un professore del reparto di medicina d’emergenza di un ospedale universitario di Busan, intervistato dal Chosun Daily, ha suggerito che forse si è verificato un errore di valutazione e le strutture, una volta sentito il resoconto dei sintomi dei paramedici, “potrebbero averlo percepito come un paziente epilettico”. Indagini successive hanno invece rivelato che il ragazzo era caduto dall’edificio scolastico, un fatto che non era emerso al momento dell’arrivo dei soccorsi.

Secondo l’OCSE, la Corea del Sud ha uno dei rapporti medico-popolazione più bassi tra i Paesi sviluppati pari a solo 2,6 medici ogni 1.000 abitanti. Al primo posto della classifica c’è l’Austria, con un rapporto di 5,5 dell’Austria.

A febbraio dello scorso anno il presidente Yoon Suk-yeol aveva proposto di aumentare i posti nelle facoltà di medicina per contrastare la carenza di medici, ma la misura aveva scatenato uno sciopero nazionale, durato diversi mesi. Anche durante le proteste erano morte alcune persone a causa del rifiuto da parte di tutte le strutture sanitarie contattate di accettare i pazienti.

La questione oggi rimane irrisolta in Corea del Sud: a causa del rifiuto dei medici di tornare al lavoro, il governo si era trovato costretto a fare marcia indietro sulla riforma. Allo stesso tempo, i medici contestano al governo di non aver provato a migliorare le condizioni di lavoro, il numero di specializzazioni nei reparti con più problemi e di non aver previsto un sostegno per le specialità a basso rendimento.

 La specializzazione in pediatria, in particolare, affronta una situazione gravissima a causa del basso tasso di natalità della Corea del Sud. Tra il 2017 e il 2022, il numero di ospedali e cliniche pediatriche è diminuito del 12,5%, mentre nello stesso periodo le strutture psichiatriche sono aumentate del 76,8% e quelle di anestesiologia del 41,2%.

Nel 2023, solo 33 studenti hanno fatto domanda per i 208 posti disponibili per la formazione specialistica in pediatria, che in Corea si occupa di seguire i ragazzi fino ai 18 anni. “La pediatria è considerata un dipartimento senza futuro. Se non si interviene ora, i futuri neonati e bambini della Corea saranno privati del loro diritto a ricevere servizi medici”, ha commentato Lim Hyun-taek, presidente dell’Associazione pediatrica coreana.

Le visite pediatriche vengono rimborsate a tariffe molto basse, rendendo poco sostenibili ambulatori e reparti, mentre il crollo della natalità ha ridotto drasticamente il numero di pazienti. A questo si aggiungono turni particolarmente gravosi, un’elevata responsabilità clinica e un aumento significativo dei contenziosi legali, che espongono i pediatri a costi assicurativi molto più alti rispetto ad altre specialità.

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