07/08/2022, 11.34
ECCLESIA IN ASIA
Invia ad un amico

Seoul, l'arcivescovo con le famiglie dei disabili preoccupate dalla chiusura degli istituti

La Corea del Sud discute sul superamento delle grandi strutture residenziali che tuttora ospitano 25mila persone. I genitori temono che i propri figli possano perdere la cura e l'assistenza loro necessaria. Mons. Peter Chung Soon-taick: "Le disabilità non sono tutte uguali. Si prevedano le soluzioni più adeguate per ciascuno".

Seoul (AsiaNews) - Come offrire davvero cura, assistenza e dignità alle persone affette da una forma grave di disabilità? È un tema con cui anche la Corea del Sud da qualche anno ormai si trova a fare i conti, alla ricerca di una strada nuova.

È cresciuto infatti nell’opinione pubblica il rifiuto dell’idea delle grandi strutture residenziali costruite negli anni 70 e 80 per dare una risposta a questo problema. Il governo di Seoul ha predisposto un piano per la “deistituzionalizzazione” dei circa 25mila ospiti che tuttora vivono in queste realtà. Da parte delle famiglie dei disabili, però, è forte il timore che questa strada - anziché essere realmente una forma di rispetto della dignità delle persone più fragili - si riveli una ricetta ideologica, che senza percorsi alternativi adeguati finirebbe per abbandonare anziché assistere nella maniera migliore i più fragili.

Per questo motivo l’arcivescovo di Seoul, mons. Peter Chung Soon-taick, il 3 agosto ha ricevuto in arcivescovado una delegazione in rappresentanza di 400 di queste famiglie per ascoltare dalla loro viva voce le preoccupazioni rispetto a questo tema. Il presule ha offerto loro la vicinanza della Chiesa cattolica coreana.

“La nostra società ha attraversato molti cambiamenti – ha detto loro il presule – e con il passare del tempo i limi delle grandi strutture per la cura dei disabili sono venute alla luce, suscitando un dibattito sulla necessità di proteggere i diritti umani dei disabili e arrivare a soluzioni alternative. Tuttavia le situazioni delle persone non sono tutte uguali, a seconda del tipo di disabilità l’approccio a loro e alle famiglie deve essere differente”.

“È necessario - ha aggiunto il presule - un sistema di cura che sia aperto e che vengano previsti percorsi specifici per le persone con le disabilità più gravi. Una politica indiscriminata di deistituzionalizzazione sarebbe assurda. La Chiesa comprende e condivide il vostro dolore”, ha concluso mons. Chung Soon-taick accompagnando le sue parole con un eloquente abbraccio alle famiglie dei disabili.

 

"ECCLESIA IN ASIA" È LA NEWSLETTER DI ASIANEWS DEDICATA ALLA VITA DELLE CHIESE DELL'ASIA
VUOI RICEVERLA OGNI DOMENICA SULLA TUA MAIL? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER A QUESTO LINK

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Disabili e trasporto pubblico, scontro politico a Seoul
30/03/2022 12:43
Seoul annuncia nuovi piani per migliorare la qualità della vita dei disabili
05/09/2006
Corea, al via le riunificazioni familiari: emozione e incredulità
20/08/2018 08:43
Boom di famiglie che lasciano Seoul per tornare nelle campagne
05/09/2022 12:40
Più di 400 sudcoreani riabbracciano i parenti nel Nord
30/08/2005


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”