10/06/2022, 10.01
SRI LANKA
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Si è dimesso un altro Rajapaksa, ma il presidente Gotabaya vuole restare altri due anni

di Melani Manel Perera

Anche l'ex ministro delle finanze Basil ha lasciato il suo seggio in parlamento, sminuendo le sue responsabilità nella crisi economica che ha messo la popolazione in ginocchio. Ma il capo dello Stato dice di non poter lasciare il suo incarico da sconfitto e vuole concludere il mandato. La rabbia dei manifestanti: "Ammette con le sue stesse parole di aver fallito miseramente".

Colombo (AsiaNews) - Dopo il premier Mahinda, un altro dei fratelli Rajapaksa ha lasciato il suo incarico: si tratta del più giovane Basil Rajapaksa, ex ministro delle Finanze e fondatore dello Sri Lanka Podujana Peramuna (SLPP), partito che tuttora - insieme ai suoi alleati - detiene la maggioranza dei seggi in parlamento. L’esponente politico ha annunciato in una conferenza stampa il 9 giugno le dimissioni dal suo seggio parlamentare, sminuendo però il suo ruolo nella gravissima crisi finanziaria che attraversa il Paese. Non ha comunque escluso un suo ritorno in futuro, lasciando così intendere che non si tratta affatto di un abbandono della politica.

Del resto ancora lunedì 6 giungo l’altro fratello maggiore, il presidente dello Sri Lanka Gotabaja Rajapaksa, aveva riaffermato la sua intenzione di portare a termine i due anni rimanenti del suo mandato, nonostante le proteste di piazza che da mesi chiedono la sua estromissione. “Non posso andarmene da presidente fallito - ha dichiarato in un’intervista a media stranieri -. Mi è stato dato un mandato di cinque anni, mi concentrerò sulla soluzione della crisi. Ma non mi ricandiderò”.

Le dichiarazioni del presidente hanno suscitato forti reazioni tra i movimenti che da mesi ormai animano le proteste a Colombo. “Gotabaya Rajapaksa - commenta ad AsiaNews la presidente dell'organizzazione We Women Lanka, Geetha Lakmini - ha detto al mondo con la sue stesse parole di aver fallito miseramente. Che lo ammetta o meno, questa è la verità. L’idea che, in quanto leader fallito, non possa dimettersi è senza senso. Dovrebbe dimettersi senza uccidere ulteriormente il Paese e il suo popolo”.

Laveena Hasanthi, coordinatrice del Movimento nazionale di solidarietà per la pesca, aggiunge ad Asia News: “La sua rigidità nel non ascoltare l'opinione pubblica è un abisso per tutto il popolo. La gente sta soffrendo oggi per non poter mangiare e bere, senza gas, alimenti per bambini, latte in polvere, medicine e altri beni essenziali. Questi governanti non sentono il loro dolore, cercano solo di mantenere il potere con avidità. Per questo la protesta popolare deve ancora più intensificarsi”.

Gotabaya Rajapaksa e il nuovo primo ministro Ranil Wickremesinghe stanno cercando di ottenere miliardi di dollari in aiuti dal Fondo Monetario Internazionale e da Paesi come India e Cina. La rupia dello Sri Lanka ha perso circa l'82% nell'ultimo anno e il debito del Paese è in forte sofferenza.

“Anche il nuovo primo ministro Ranil Wickremesinghe, alleato dei Rajapaksa, dovrebbe dimettersi - protesta Dulmini Silva, giovane attivista sociale -. Dobbiamo poter vivere come esseri umani in questo Paese: i nostri figli hanno bisogno di un futuro".

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