25/11/2010, 00.00
PAKISTAN
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Silenzio sulla sorte di Asia Bibi. Forse tempi più lunghi del previsto per la liberazione

di Jibran Khan
La richiesta di grazia non è ancora stata presentata. Secondo alcuni la cristiana condannata a morte per blasfemia dovrebbe prima fare appello all’alta Corte e alla suprema Corte. Oggi è giunto in Pakistan il card. Tauran.

Lahore (AsiaNews) – Il ministero dell’ Interno non ha ancora ricevuto nessuna richiesta di grazia da parte di Asia Bibi o della sua famiglia, ha detto ad AsiaNews Jamal Yousaf, segretario aggiunto al ministero. L’assenza di questa richiesta rende impossibile per ora l’atto di perdono da parte del presidente Asif Ali Zardari. Un esame degli aspetti legali della vicenda sembra però presentare un panorama in cui i tempi appaiono più lunghi di quanto si pensava.

Un funzionario del ministero degli Interni, parlando in condizioni di anonimato, ha detto ad AsiaNews che Asia Bibi ha diritto ad appellarsi all’alta Corte di Lahore (Lhc) contro la decisione di primo grado. “nel caso che la Lhc rigetti il suo appello, può rivolgersi alla suprema Corte. Nel caso che anche in questo caso la sentenza di primo grado sia confermata, allora può avanzare richiesta di grazia alla presidenza”.

Secondo l’articolo 45 della Costituzione del Pakistan, il presidente ha il potere di accordare la grazia, e di perdonare, sospendere o commutare ogni sentenza emanata da qualsiasi tribunale o altra autorità. Il funzionario del ministero dell’Interno ha detto anche che il governatore del Punjab aveva osservato – nella sua risposta al governo federale sulla proposta di abolire la pena di morte – che il potere di accordare la grazia si estende solo alle punzioni “tazir” ( cioè emanate in base alla legge islamica). Una sentenza emanata come “tazir” è imposta per ordine dello stato e non come un diritto del singolo nel quadro della legge divina, sosteneva il governatore del Punjab. Safdar Shaheen Pirzada, uno dei consiglieri legali dell’ufficio del presidente Zardari ha detto però: “Il presidente può perdonare una persona che ha commesso un offesa contro lo stato. Comunque il presidente non ha il potere di accordare la grazia se l’offesa è commessa contro la religione, il profeta Maometto o Allah”.

Intanto è giunto oggi in Pakistan il card. Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Tauran nei prossimi tre giorni avrà incontri con la comunità cattolica, con diverse commissioni della conferenza episcopale e interverrà anche a un meeting interreligioso. Oggi incontra le autorità civili, fra le quali il ministro per le Minoranze religiose, Shahbaz Bhatti, e il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari. A Zardari il cardinale Tauran esprimerà l'attenzione della Santa Sede sulla vicenda di Asia Bibi, portando gli auspici espressi nei giorni scorsi dall'appello di Benedetto XVI.

Intanto secondo fonti locali sembra che il marito di Asia Bibi, Ashiq Masih e i suoi figli siano statio costretti a lasciare la propria casa nel distretto di Sheikupura, per il timore di ritorsioni da parte dei fondamentalisti islamici locali, e si siano trasferiti in una località segreta. ''Abbiamo paura. Abbiamo ricevuto diverse minacce di morte e avvertimenti, soprattutto da religiosi musulmani. Hanno anche protestato vicino a casa'', avrebbe detto Masih.

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