04/07/2011, 00.00
EGITTO
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Sinai, una bomba distrugge il gasdotto frutto degli accordi fra Egitto e Israele

Secondo fonti di AsiaNews l’ordigno è stato piazzato da estremisti islamici contrari alle politiche pro-Israele ancora in vigore dopo la caduta di Mubarak. Ancora scontri in piazza Tahrir: 12 feriti.
Il Cairo (AsiaNews) - Una bomba ha distrutto questa mattina un gasdotto nella regione Sinai settentrionale che fornisce gas a Israele e Giordania. Questo è il terzo attacco contro i gasdotti del Sinai, dopo la rivoluzione dei gelsomini e la caduta di Mubarak. Secondo fonti di AsiaNews l’ordigno è stato piazzato da un gruppo di estremisti islamici pro-Palestina per costringere il Consiglio supremo delle forze armate a un cambio di politica verso Israele.

Realizzato nel 2008, il condotto (nella foto) è frutto degli accordi fra Egitto e governo israeliano firmati a Camp David (Usa) nel 1978. La concessione prevedeva una fornitura gas a un prezzo preferenziale per circa 20 anni.

“Gli estremisti vogliono la rottura dei trattati di Camp David - affermano le fonti – e costringere il governo a sciogliere i legami con Israele portati avanti durante il regime di Mubarak”. La fonte spiega che un'altra ragione legata agli attacchi è l’aumento del costo del gas. “Dopo la rivoluzione dei gelsomini – affermano - il governo dei militari ha ridotto la fornitura di gas nel Paese, provocando un aumento dei prezzi. Diversi gruppi islamici, fa cui i Fratelli musulmani, criticano le concessioni di favore fatte da Mubarak ai Paesi occidentali e a Israele, chiedendo la loro interruzione”.

Le fonti sottolineano che a quattro mesi dalla caduta del rais, l’Egitto è ancora preda di un clima di instabilità.

Ieri, 12 persone sono rimaste ferite in piazza Tahrir durante una manifestazione in ricordo delle vittime della rivoluzione dei gelsomini. Secondo i media, a provocare gli scontri è stata l’azione violenta di alcuni negozianti del luogo, che hanno attaccato i dimostranti con l’appoggio di gruppi estremisti islamici. Nell’Alto Egitto, continuano gli scontri fra copti e musulmani. Lo scorso 30 giugno a Kolosna (Minya), centinaia di estremisti islamici hanno dato alle fiamme le abitazioni di alcuni cristiani. Circa 10 persone sono rimaste ferite.

Intanto, il governo ha dato il via al processo contro 48 estremisti coinvolti negli scontri fra cristiani e musulmani avvenuti in maggio a Imbaba (Il Cairo) e costati la vita a 12 persone. (S.C.)
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