15/02/2024, 12.24
SINGAPORE - GAZA
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Singapore: stretta sui cortei pro-Gaza nel timore di tensioni interne

di Angeline Tan

La polizia ha aperto un’inchiesta su due eventi dei giorni scorsi: una marcia di protesta di decine di persone dirette all’Istana con lettere contro la guerra e la distribuzione di volantini al prossimo Airshow. Ministro precisa: libertà di manifestazione, ma senza violare leggi o creare spaccature nella società. Il timore di incidenti. 

Singapore (AsiaNews) - La polizia di Singapore ha aperto in questi giorni un’inchiesta riguardo due eventi occorsi il 2 febbraio e associati al conflitto fra Israele e Hamas a Gaza per possibili “offese” e “disordini” pubblici, invitando i cittadini a confrontarsi sulla questione in modo “rispettoso e responsabile”. Inoltre, le forze dell’ordine confermano di essere a conoscenza delle richieste di permesso per poter organizzare raduni e manifestazioni contro la guerra lanciata dallo Stato ebraico verso il gruppo terrorista di Hamas, per le conseguenze sulla popolazione civile. Al vaglio un picchetto di protesta e la distribuzione di adesivi e manifesti in occasione del prossimo Singapore Airshow, in programma dal 20 al 25 febbraio. 

Un gruppo di circa 70 persone si è radunato lungo Orchard Road intorno alle 14 del 2 febbraio e ha marciato verso l’Istana, la residenza ufficiale del presidente della Repubblica, portando ombrelli con immagini di angurie a sostegno della causa palestinese (nella foto, tratta da Facebook). I dimostranti sono finiti sotto la lente della magistratura e delle forze dell’ordine, per aver promosso “un’assemblea pubblica non autorizzata” come spiega in una nota del 13 febbraio la polizia. Anche perché, sottolineano gli inquirenti, l’Istana è un’area sensibile e attorno alla quale vi è un ampio dispositivo di sicurezza, oltre a essere considerata zona vietata.

“Inoltre, le loro azioni sono a sostegno di cause politiche di altri Paesi e hanno il potenziale di creare tensioni che possono sfociare in disordini pubblici” prosegue la nota della polizia, la quale aggiunge che sono state fatte diverse segnalazioni da parte di cittadini preoccupati. Secondo i post circolati sui social media, i partecipanti all’evento “Lettere per la Palestina” hanno marciato da Plaza Singapura all’Istana per presentare missive indirizzate al primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong. Il secondo caso su cui la polizia sta indagando riguarda un video online di un evento privato “in cui un soggetto è stato visto in diretta streaming pubblicamente e cantare ‘Dal fiume al mare’”. Al richiamo altri in coro hanno risposto “La Palestina sarà libera”.

La frase “dal fiume al mare” è legata agli appelli per la “distruzione di Israele” osserva la nota della polizia, aggiungendo che l’uso di tali slogan può dare origine a tensioni razziali a Singapore e può costituire un reato ai sensi della Sezione 298A del Codice Penale. Sulla scia dell’escalation delle tensioni dovute al conflitto tra Israele e Hamas, le forze dell’ordine starebbero valutando eventuali rischi legati alla sicurezza e alla incolumità pubblica in riferimento a raduni e cortei collegati al conflitto. Del resto le indagini giungono in un clima di crescenti tensioni globali dovute al protrarsi della tra Israele e Hamas, con inevitabili ripercussioni anche per la città-Stato. 

L’Airshow di Singapore sarà occasione per presentare le esibizioni di aziende internazionali del settore aerospaziale e della difesa, comprese quelle israeliane. Da qui l’avvertimento della polizia, la quale ricorda che organizzare o partecipare a un’assemblea pubblica o a un corteo senza permesso è illegale. E anche l’affissione di manifesti, cartelli o altri documenti, compresi gli adesivi, su qualsiasi proprietà senza autorizzazione costituisce un reato. In post sui social Josephine Teo, ministro per le Comunicazioni e l’informazione e Second Minister for Home Affairs, precisa che la nota della polizia “non intende impedire a nessuno di esprimere le proprie preoccupazioni o anche le proprie opinioni su questo tema”. Tuttavia, prosegue, “ci sono modi per farlo che non infrangono le nostre leggi e non causano una profonda spaccatura nella nostra società”.

“Ricordiamo - ha proseguito  Josephine Teo - che non possiamo sperare di porre fine ai conflitti iniziando altri conflitti per conto nostro. Singapore ha anche donato più di sei milioni di dollari alle iniziative di raccolta fondi della Croce Rossa di Singapore e della Fondazione Rahmatan Lil Alamin e continuerà a sostenere questi sforzi umanitari attraverso i canali ufficiali”.

Nel frattempo le forze dell’ordine riferiscono dell’esistenza di problemi di sicurezza e di incolumità pubblica in occasione di eventi legati ad assemblee e cortei pubblici per protesta contro il conflitto a Gaza, citando a conferma episodi analoghi avvenuti in Paesi come Stati Uniti e Cina. “L’attuale pace e armonia tra le diverse razze e religioni a Singapore - afferma in una dichiarazione ufficiale la polizia - non può essere data per scontata. Non dobbiamo lasciare che gli eventi che accadono all’esterno influenzino la situazione interna”. “Data la delicatezza dell’argomento e la volatilità della situazione a Gaza, vi è il rischio reale che tali assemblee e processioni possano dare origine a disordini pubblici e tensioni tra le diverse comunità. Se non ci comportiamo in modo responsabile - conclude la nota - questo conflitto può distruggere facilmente l’armonia razziale e religiosa”.

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