19/12/2013, 00.00
SIRIA
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Siria, trattative per liberare le suore di Maaloula. L'appello del vescovo di Homs

Per mons. Mario Zenari autorità e diplomatici stranieri lavorano per liberare le religiose. Ma al momento non vi sono ancora notizie precise. Mons. Selwanos Boutros Alnemeh, vescovo siro ortodosso di Homs denuncia il crimine commesso dagli islamisti e sottolinea: "Con questo gesto i rapitori vogliono dimostrare che non hanno pietà per nessuno".

Homs (AsiaNews) - Continuano le trattative per le 12 religiose greco-ortodosse e le 3 giovani laiche rapite a Maaloula lo scorso 2 dicembre dagli estremisti islamici della brigata Ahrar al-Qalamoun. Mons. Mario Zenari, nunzio vaticano a Damasco, conferma ad AsiaNews, che "sono avvenuti alcuni contatti con i sequestratori, ma al momento non vi sono novità su una liberazione delle suore".

Il prelato precisa però che "questo sequestro è molto diverso" dai rapimenti di personalità della Chiesa cattolica e ortodossa avvenuti quest'anno. Le religiose hanno avuto la possibilità di avere contatti telefonici con l'esterno e diversi diplomatici stranieri stanno cercando un accordo con i sequestratori. "Tali condizioni fanno ben sperare per un loro futuro rilascio". Da mesi è invece calato il silenzio sulla situazione di mons. Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa, e di mons. Paul Yazigi, metropolita greco-ortodosso, di cui non si hanno notizie certe dal 22 aprile scorso giorno del loro rapimento. Stessa sorte è toccata a p. Michel Kayyal (armeno-cattolico) e p. Maher Mahfouz (greco-ortodosso) sequestrati invece a febbraio.

Il rapimento delle religiose, conosciute in tutta la Siria per il loro lavoro di carità con gli orfani di qualsiasi credo ed etnia, ha scioccato l'opinione pubblica locale e mondiale. Nonostante le rassicurazioni fatte dalle stesse suore nel video messaggio diffuso da al-Jazeera vi sono timori sulle loro condizioni e sulla loro sorte futura. Lo scorso 11 dicembre mons. Selwanos Boutros Alnemeh, vescovo siro-ortodosso di Homs e Hama ha lanciato un appello per la loro liberazione immediate denunciando "il grave crimine" commesso dagli estremisti islamici. "Siamo giunti al punto in cui anche le suore vengono rapite - ha affermato il prelato- Cosa hanno fatto di sbagliato? Con questo gesto i rapitori vogliono dimostrare che non hanno pietà per nessuno".

Fonti di AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza, confermano che a Yabrud vi sono anche altre tre abitanti di Maaloula: l'autista delle religiose e altri due giovani. Essi sono stati rapiti durante l'assedio del villaggio cristiano e condotti a Yabrud città nella mani dei ribelli e sotto il controllo di Hamdi Abu Azzam al-kuwait, kuwatiano di origine siriana vice di Malik al- Talli, comandante di Jabat al-Nusra.      

 

 

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