16/08/2023, 13.00
INDIA
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Siro-malabaresi: muro contro muro anche con il delegato papale Vasil

di Nirmala Carvalho

Il clero dell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly contesta l’inviato di papa Francesco che non vuole riaprire la discussione sulla liturgia unificata. È potuto entrare nella cattedrale solo scortato dalla polizia. Vasil: “Volete ascoltare il papa o chi semina divisione?”.

Kochi (AsiaNews) – Doveva essere la via per risolvere lo scontro che dura ormai da due anni. Ma nemmeno la missione come delegato pontificio dell’arcivescovo slovacco Cyril Vasil, già segretario della Congregazione per le Chiese orientali, sta allentando le tensioni tra l’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly e il resto della Chiesa siro-malabarese sulla questione della modalità “unificata” per la celebrazione della Santa Qurbana, il rito eucaristico di questa antica Chiesa di rito orientale in comunione con Roma.
Oggetto del contendere è sempre la soluzione di compromesso tra le diverse forme precedentemente in uso, adottata dal Sinodo siro-malabarese nel 2021, e che prevede che il celebrante si rivolga verso l’altare durante il momento centrale della liturgia. Una soluzione che la stragrande maggioranza del clero di Ernakulam-Angamaly - che è la più grande arcidiocesi della Chiesa siro-malabarese, comprendendo circa un decimo dei fedeli - non vuole accettare avendo dopo il Concilio Vaticano II adottato il rito in cui il celebrante guarda l’assemblea.   

Il clero e i gruppi di fedeli stanno duramente contestando anche l’arcivescovo Vasil dopo che al suo arrivo, una decina di giorni fa, il delegato pontificio in una lettera ai fedeli ha messo in chiaro che il suo compito non è quello di riaprire la discussione, ma far accettare la soluzione scelta dal Sinodo siro-malabarese. La reazione del clero di Ernakulam-Angamaly è stata molto dura: in molti si sono rifiutati di leggere ai fedeli il messaggio di mons. Vasil e ne contestano apertamente il mandato, accusandolo di non aver promosso un dialogo vero tra le parti. Nella loro contestazione rilanciano anche le accuse contro la gestione della Chiesa siro-malabarese da parte dell’arcivescovo maggiore, il card. George Alencherry, richiamando anche la contestata compravendita di terreni che già alcuni fa aveva sollevato una bufera all’interno di questa Chiesa di rito orientale. Chiedono infine a Roma che l’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly possa staccarsi dalla Chiesa siro-malabarese se davvero non si vuole riaprire la discussione sulla soluzione adottata dal Sinodo.    

Il rifiuto nei confronti del delegato pontificio è diventato ancora più evidente lunedì sera quando mons. Vasil giunto alla basilica di Santa Maria per una celebrazione si è visto impedire l’accesso da parte di gruppi di sacerdoti e fedeli. Solo l’intervento con la forza di un centinaio di agenti di polizia ha permesso di vincere questa resistenza.
A questo gesto il presule ha risposto ieri nell’omelia della celebrazione della festa dell’Assunta che ha presieduto al Monte di San Tommaso, il luogo secondo la tradizione del martirio dell’apostolo evangelizzatore dell’India che è la sede principale della Chiesa siro-malabarese e a Kochi si trova proprio nel territorio della diocesi ribelle.
Rivolgendosi ai fedeli mons. Vasil ha ricordato “la piena obbedienza” della Vergine alla volontà di Dio, atteggiamento che la Chiesa siro-malabarese “ha tanto dimostrato nella sua storia”. Ha inoltre ricordato come papa Francesco abbia seguito fin dall’inizio la vicenda della “liturgia unificata”. “La decisione è stata presa dal Sinodo, approvata dalla Santa Sede ed è perciò legittima e non può essere soggetta a discussioni senza fine”, ha spiegato. Aggiungendo che il pontefice è stato personalmente informato delle obiezioni, ha anche studiato la richiesta di una speciale dispensa per una variante liturgica locale, “ma nella lettera inviata il 3 luglio 2021 all’intera Chiesa siro-malabarese ha scritto che l’unità deve prevalere sul conflitto, invitando a procedere a una rapida implementazione della liturgia unificata”. 

“Questa voce paterna del Santo Padre non è stata ascoltata da molti sacerdoti e in molti casi è stata persino nascosta ai laici”. ha aggiunto. "Siete con il Santo Padre, volete rimanere sacerdoti e membri della Chiesa cattolica e della vostra Chiesa siro-malabarese, o volete dare la preferenza alla voce dei sobillatori che vi portano alla disobbedienza al Santo Padre, ai legittimi pastori della vostra Chiesa siro-malabarese e alla Chiesa cattolica?

“Sono sicuro - ha concluso -che molti sacerdoti e laici hanno protestato in buona fede. Molti sono portati su questa strada dell'orgoglio credendo di esercitare solo il loro diritto al dialogo e al confronto, credendo che l'insistenza alla fine porterà dei frutti. Ma l'unico frutto sarà il grande danno alla Chiesa, il grande scandalo di fronte a chi ci osserva e il danno spirituale che è frutto della disobbedienza alla volontà di Dio. Volete davvero essere responsabili del grave peccato di una tale disobbedienza?".

 

Foto: Matters India

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