21/05/2011, 00.00
USA – ASIA
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Strauss-Kahn a Manhattan, l’Fmi lo rimpiazzerà “entro giugno”

L’ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale si trova in un appartamento vicino Ground Zero, con sorveglianza armata e braccialetto elettronico. Il board promette il suo successore “entro il 30 giugno”. Aumentano i dubbi sulle cause dell’arresto.
New York (AsiaNews) – Dominque Strauss-Kahn, ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, si trova agli arresti domiciliari in un appartamento di Manhattan (nei pressi di Ground Zero) sotto sorveglianza armata. Inoltre, porta alla caviglia il braccialetto elettronico che ne traccia ogni spostamento. Nel frattempo, aumentano i dubbi sul suo arresto e l’Fmi promette “entro il 30 giugno” la nomina del successore.  
 
Gli stati membri del Fondo si sono accordati ieri sulla procedura di selezione del nuovo direttore generale. Il consiglio di amministrazione, composto dai rappresentanti di 24 Paesi e gruppi di Paesi, esaminerà a partire da lunedì e fino al 10 giugno le candidature. Se ci saranno quattro o più candidature, il consiglio di amministrazione cercherà di nominare il nuovo direttore “per consenso”; in caso contrario con una votazione, per ridurre la lista a tre nomi. Questa procedura non soddisfa però i rappresentanti delle economie in via di sviluppo.
 
Tradizionalmente, il Fondo viene diretto da un europeo; la Banca mondiale da un americano. Ma India e Cina, nell’ultimo decennio, si sono affermate come economie “motore trainante” della finanza internazionale e non hanno alcuna intenzione di sottostare a questo stato di cose. Giovedì, il rappresentante dell’India al consiglio di amministrazione dell’Fmi Arvind Virmani ha dichiarato di auspicare un voto più “democratico”. La Cina ha invece candidato apertamente Zhou Min, ex consigliere speciale di Strauss-Khan.
 
Intanto, aumentano i dubbi sull’arresto dell’ex direttore accusato di violenza sessuale. Alcuni analisti – al di là delle incongruenze “tecniche” nelle accuse – si chiedono se dietro al fermo (e alla campagna mediatica mondiale che ne è nata) non ci sia un complotto teso a fermare il francese, che il 2 febbraio scorso aveva apertamente dichiarato di voler “svincolare la finanza mondiale” dal dollaro come moneta di riferimento. Una mossa che, se messa in atto, avrebbe piegato l’economia statunitense già stremata dopo la crisi finanziaria internazionale provocata proprio dal debito Usa.
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