Taipei riapre al nucleare per sopperire al fabbisogno (e ai rischi con Pechino)
I parlamentari hanno avviato una revisione della legge che pone le basi per il ritorno dell’energia atomica. Le preoccupazioni per l’approvvigionamento aumentate per il rischio di invasione della Cina. Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale il consumo è destinato a crescere di circa il 13% entro la fine del decennio.
Taipei (AsiaNews) - I parlamentari di Taiwan hanno avviato un piano di revisione riguardante un disegno di legge sull’energia nucleare che, di fatto, riapre le porte alle centrali e pone le basi per il ritorno all’uso dell’energia atomica nell’isola. Un cambio radicale legato alla necessità di sopperire al fabbisogno, che è anche il segnale di un pi ampio cambiamento nelle politiche energetiche a fronte di una domanda in crescita e per le tensioni geopolitiche nell’area, in primis le minacce di invasione - e annessione - dal fronte cinese.
Secondo quanto riferisce il presidente della Camera Han Kuo-yu, interpellato sull’emendamento, gli impianti nucleari che in precedenza potevano operare solo per 40 anni potranno rinnovare o estendere le loro licenze per un massimo di 20 anni alla volta. La revisione consente inoltre agli operatori di richiedere il rinnovo di una licenza prima o dopo la sua scadenza.
Del resto la sicurezza energetica è una questione cruciale per Taipei. In passato i governi avevano cercato di eliminare - seppur in maniera graduale - l’industria nucleare e il ricorso all’energia atomica. Tuttavia, nell’ultimo periodo la leadership al potere ha dovuto fare i conti con il fabbisogno crescente legato alla “vitale” industria della produzione di chip, in cui Taiwan è al vertice, oltre ad una ormai sempre più scomoda dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.
Le preoccupazioni sono aumentate con l’escalation della pressione esercitata da Pechino sull’isola e con l’aumento delle richieste di energia da parte dell’industria tecnologica. Il disegno di legge giunge pochi giorni prima dello spegnimento dell’ultimo reattore tuttora operativo a Taiwan. In realtà il blocco non potrà essere evitato, ma il voto di oggi pone le basi per una inversione di tendenza che potrebbe portare il territorio in linea con le politiche globali che sono tornate a guardare con crescente interesse all’energia nucleare. Una soluzione considerata efficace e a basse emissioni di carbonio per il fabbisogno mondiale.
Il premier di Taiwan Cho Jung-tai ha dichiarato che il suo gabinetto non si opporrà al ritorno dei reattori dismessi, se la modifica legale sarà approvata. Ciononostante, egli ha aggiunto che saranno necessari almeno tre anni e mezzo per rivedere la sicurezza prima di un riavvio, citando le stime della società statale Taipower.
Il governo non ha piani immediati per valutare eventuali estensioni o riavvii di impianti nucleari, secondo una dichiarazione del gabinetto dei ministri diffusa oggi in seguito all’approvazione della legge. Questo perché non sono ancora stati formulati regolamenti dettagliati.
L’uso dell’energia nucleare potrebbe ridurre la dipendenza di Taiwan dalle importazioni di gas naturale liquefatto, che arriva via mare e sarebbe vulnerabile in caso di un forte aumento delle tensioni con Pechino, in particolare di un blocco navale. Inoltre, allevierebbe i timori sulla sicurezza energetica nei prossimi anni, dato che il consumo di energia è destinato a crescere di circa il 13% entro la fine del decennio, grazie alla rapida crescita dell’intelligenza artificiale.
11/07/2016 08:43
04/10/2023 13:18