Takaichi chiede a Kim incontro su giapponesi trattenuti in Corea del Nord
La premier di Tokyo disponibile a un vertice sulla vicenda di 17 connazionali che si trascina dagli anni Settanta. L'ultimo incontro di un leader nord-coreano con un primo ministro giapponese fu nel 2004 con Koizumi. Ma Pyongyang ha finora considerato "chiusa" la questione. Oggi intanto i ministri della Difesa di Seoul e Washington hanno compiuto la prima visita comune nella Zona Demilitarizzata dal 2017.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – La premier giapponese Sanae Takaichi ha dichiarato oggi di aver chiesto alla Corea del Nord di tenere un vertice con il leader Kim Jong Un per affrontare la questione dei cittadini giapponesi nelle mani di Pyongyang, che si trascina ormai da decenni. Il governo giapponese riconosce ufficialmente 17 persone come rapite dalla Corea del Nord negli anni ’70 e ’80, e sospetta il coinvolgimento di Pyongyang in molte altre sparizioni. Cinque di loro furono rimpatriati nell’ottobre 2002, in seguito a colloqui storici tra l’allora leader nordcoreano Kim Jong Il e l’allora primo ministro giapponese Junichiro Koizumi, tenutisi quell’anno a Pyongyang. Koizumi si recò poi nuovamente a Pyongyang nel 2004 incontrando Kim, ma da allora non si sono poi più tenuti vertici tra i leader dei due Paesi.
Nel 2014 la Corea del Nord - con cui Tokyio non ha relazioni diplomatiche farmali - aveva accettato di riaprire le indagini sui casi dei cittadini giapponesi rapiti, ma l’inchiesta fu sospesa dopo che il Giappone inasprì le sanzioni contro Pyongyang a seguito del test nucleare nordcoreano del 2016. E oggi sostiene che la questione dei rapimenti “sia già stata risolta”.
“Farò tutto il possibile durante il mio mandato per raggiungere una svolta” ha dichiarato Takaichi oggi durante un incontro dedicato alla vicenda. “In gioco - ha aggiunto - c’è la vita delle vittime e la sovranità nazionale”. Della vicenda si è parlato anche durante la recente visita a Tokyo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha incontrato alcuni dei familiari dei rapiti. Takaichi ha inoltre promesso di collaborare strettamente con gli Stati Uniti e altri Paesi per aprire la strada a una soluzione, esprimendo la speranza che la questione venga risolta mentre i familiari di queste persone “sono ancora in buona salute”. Sakie Yokota, 89 anni, madre della vittima simbolo Megumi Yokota sequestrata all’età di 13 anni, è ormai l’unico genitore ancora in vita tra i familiari degli scomparsi.
Le dichiarazioni del premier giapponese Takaichi sono arrivati nello stesso giorno in cui i ministri della Difesa di Corea del Sud e Stati Uniti, Ahn Gyu-back e Pete Hegseth, hanno visitato la Zona Demilitarizzata (DMZ) che separa le due Coree, nel contesto degli inviti rivolti da Seoul e da Washington a Pyongyang per una ripresa dei negoziati. I due ministri hanno visitato il posto di osservazione Ouellette, una struttura militare del Comando delle Nazioni Unite situata vicino alla Linea di Demarcazione Militare: si tratta della prima visita congiunta dei ministri della Difesa dei due Paesi nella zona cuscinetto dal mese di ottobre 2017.
La Zona Demilitarizzata, lunga 250 chilometri e larga circa quattro, è una zona cuscinetto che separa le due Coree, le quali restano tecnicamente in stato di guerra, poiché il conflitto coreano del 1950-1953 si concluse con un armistizio e non con un trattato di pace.
26/08/2025 15:44
						
      
      
			
			
			
			
			



