18/07/2014, 00.00
ISRAELE-PALESTINA
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Tank israeliani a Gaza, per Netanyahu "possibile ampliare in modo significativo le operazioni"

E' di 24 palestinesi e un soldato israeliano il primo bilancio delle vittime. Hamas, Israele "pagherà un alto prezzo" per l'invasione. Ma, secondo fonti diplomatiche, le parti continuano a incontrarsi, anche se lo negano. Le "gravissime preoccupazioni" di papa Francesco.

Gerusalemme (AsiaNews) - E' di 24 palestinesi e un soldato israeliano il primo bilancio delle vittime del paventato attacco terrestre a Gaza, iniziato nella notte. Preceduti da un pesante bombardamento di artiglieria, carri armati e migliaia di uomini sono penetrati nella Striscia. "Le mie istruzioni - ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, annunciando  l'invasione - sono di prepararsi alla possibilità di ampliare in modo significativo la operazione di terra, e l'esercito si sta preparando di conseguenza". Scopo dell'intervento, ha aggiunto, è la distruzione dei tunnel che da Gaza arrivano in Israele e che non è possibile distruggere solo con dal cielo". Ieri, l'esercito israeliano aveva dato notizia di aver fermato il tentativo di una decina di combattenti palestinesi di infiltrarsi in Israele meridionale da Gaza, attraverso un tunnel, per assalire Kibbutz Sufa.

Da parte sua Hamas, all'inizio dell'attacco ha affermato che Israele "pagherà un alto prezzo" per l'invasione. Che, sostiene Netanyahu, sarebbe stata decisa dopo che Israele aveva accettato la proposta egiziana per porre fine al conflitto e il cessate il fuoco "umanitario" chiesto dall'Onu. "In entrambe le occasioni Hamas ha continuato a sparare".

Dall'Egitto, che sta tentando una mediazione, è intanto giunta la denuncia dell'escalation israeliana e la richiesta ai combattenti di accettare la sua proposta di tregua. Dal Cairo, prima che iniziasse l'attacco terrestre, era venuta una forte critica contro Hamas, che, accogliendo la proposta di cessate il fuoco accettata da Israele avrebbe potuto salvare decine di vite umane. A "mettere in pericolo dei civili", secondo l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (UNRWA) è anche la scoperta di razzi nascosti in una delle scuole di Gaza gestite dalla stessa Agenzia.

Ma, secondo fonti diplomatiche, le parti continuano a incontrarsi, anche se sia gli israeliani che Hamas lo negano. Ieri pomeriggio Sami Abu Zuhri, un portavoce del Movimento, ha dichiarato che non c'è alcun progresso significativo nei negoziati. Egli ha anche negato che qualsiasi leader di Hamas si sia recato al Cairo, sostenendo che  Moussa Abu Marzouq, l'alto membro del gruppo che ha incontrato i mediatori egiziani, è da tempo residente in Egitto. Anche Azzam al-Ahmad, rappresentante di Fatah al Cairo, ha detto ad Al Jazeera che non vi è alcun accordo.

Nella precedente trattativa Hamas aveva posto come condizioni per porre fine al conflitto la fine del blocco di Gaza e la liberazione di decine di prigionieri. Concessioni politicamente difficili e impopolari sia in Israele che in Egitto.

"Gravissime preoccupazioni" per il conflitto che, "in un clima di crescente ostilità, odio e sofferenza per i due popoli, sta seminando numerosissime vittime e dando luogo ad una situazione di grave emergenza umanitaria", sono state espresse da papa Francesco che stamattina ha telefonato personalmente al presidente Shimon Peres e al presidente Mahmoud Abbas.

Il Papa, informa la Sala stampa vaticana, "ha assicurato la Sua incessante preghiera e quella di tutta la Chiesa per la pace in Terra Santa e ha condiviso con i Suoi interlocutori, che considera uomini di pace e che vogliono la pace, il bisogno di continuare a pregare e di impegnarsi per far sì che tutte le parti interessate e quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale si impegnino per far cessare ogni ostilità, adoperandosi in favore di una tregua, della pace e della riconciliazione dei cuori".

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