14/06/2012, 00.00
UZBEKISTAN
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Tashkent, Testimone di Geova uzbeka rischia l’espulsione

La donna costretta ad abbandonare la madre, malata e bisognosa di cure. Il provvedimento per presunte irregolarità in materia di cittadinanza. In realtà sarebbe una ritorsione legata alla fede professata. Lo scorso anno è stata condannata due volte a pesanti pene pecuniarie. Nel mirino delle autorità anche una cristiana battista.

Tashkent (AsiaNews/F18) - Le autorità uzbeke minacciano di espellere una 37enne Testimone di Geova e i suoi due figli, per violazioni alla legge sulla cittadinanza e in materia di immigrazione. Attivisti pro diritti umani e membri della società civile, interpellati da Forum 18, ribattono però che dietro alla cacciata vi sarebbero motivi legati alla religione professata dalla donna. Proprio per questioni di fede, nel 2011 Yelena Tsyngalova ha subito due pesanti condanne a pene pecuniarie che hanno inciso (e molto) sul bilancio familiare. Intanto fonti cristiane del Paese dell'Asia centrale rivelano l'apertura di un'inchiesta a carico di una giovane cristiana, per un presunto "attraversamento illegale" del confine per rinnovare il passaporto.

Yelena Tsyngalova è nata e cresciuta in Uzbekistan, insieme ai due figli di 18 e 13 anni, eccettuata una breve parentesi dal 1995 al 1996 in Russia dove ha abitato con l'ex marito. La donna ha acquisito la doppia cittadinanza russo-uzbeka, un fatto non permesso dalle autorità di Tashkent. Per il governo il "permesso di soggiorno" è irregolare e va "deportata" in Russia, dove però non ha parenti né amici. Ad aggravare la situazione, il fatto che debba abbandonare la madre - anziana e molto malata - nella capitale uzbeka senza avere persone di riferimento che possano prendersi cura di lei. Il biglietto aereo con relativo decreto di espulsione, datato 12 giugno, è stato cancellato ma - precisano i funzionari - si tratta solo di un rinvio: l'ordine è definitivo ed esecutivo.

In realtà, secondo conoscenti e attivisti, dietro il provvedimento vi sarebbero motivi legati alla fede religiosa professata. L'appartenenza alla comunità dei Testimoni di Geova in passato le ha creato diversi problemi, in seguito ai quali era stata condannata due volte da tribunali locali. Nella testimonianza raccolta da Forum 18 emerge che nel 2011, in ben due occasioni, Yelena Tsyngalova ha subito una sanzione amministrativa di 2.486.750 soms - pari a 1.045 euro, quasi 50 volte il salario medio in Uzbekistan - per esercizio illegale della fede religiosa. La prima volta la donna ha pagato, mentre la seconda condanna (non essendoci beni o preziosi da porre sotto sequestro) è stata ridotta a 21 euro. Un fedele sottolinea che Yelena "ha pagato la multa e pensava che la vicenda fosse chiusa"; a maggio, invece, il governo le autorità hanno notificato il decreto di espulsione.

Per una vicenda legata a presunte irregolarità in un viaggio all'estero, emerse durante il rinnovo del passaporto, la 25enne cristiana battista uzbeka Tereza Rusanova - che vive da tre anni a Bishkek, capitale del Kirghizistan - rischia l'incriminazione e una condanna al carcere. Il dibattimento in aula dovrebbe iniziare entro la fine di giugno. Fonti locali sottolineano che l'ufficiale di frontiera che ha arrestato la donna al momento dell'attraversamento, in passato aveva già sequestrato materiale religioso cristiano - fra cui Bibbie e libri di preghiera - a un fedele che rientrava nel Paese di origine.

Le autorità uzbeke negano che nel Paese vi siano casi di violazione alla libertà religiosa. Di fatto, però, ciascuna comunità per esercitare questo diritto deve chiedere il permesso allo Stato. E le autorità di  Tashkent rilasciano le concessioni a loro piacimento. Fra le comunità più colpite nel recente passato vi sono i cristiani protestanti, gruppi cattolici, fedeli musulmani e Testimoni di Geova, con processi mirati e condanne (cfr. AsiaNews 11/02/2012 Tashkent, due Testimoni di Geova rischiano altri 5 anni di lavori forzati).

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