09/03/2023, 08.48
GEORGIA
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Tbilisi sull’orlo della guerra civile

di Vladimir Rozanskij

Proteste di piazza contro l’approvazione della  legge sugli “agenti stranieri”, poi ritirata. Gli oppositori condannano la linea filorussa del governo in carica del Sogno Georgiano. Il provvedimento allontanava il Paese dall’ingresso nella Ue. Il peso della guerra russa all’Ucraina. La crisi potrebbe aggravarsi.

Mosca (AsiaNews) – Non accennavano a placarsi gli scontri di piazza in Georgia, dopo l’approvazione in prima lettura della legge “sulla trasparenza dell’influenza straniera”, accusata dalle opposizioni di rappresentare una scelta di allineamento alla Russia e di rifiuto dell’Europa, mentre continuano le battaglie in Ucraina. Nel centro della capitale, davanti al Parlamento,le Forze dell’ordine hanno usato gas lacrimogeni, getti d’acqua e altri mezzi per reprimere le proteste, che hanno già portato all’arresto di 66 persone.

Di fronte alle dimostrazioni, i partiti di maggioranza hanno deciso oggi di ritirare il provvedimento. Il ministro georgiano dell’Interno diffonde però minacce di gravissime conseguenze per i manifestanti, su cui si riversano accuse di ogni genere, dal teppismo alla resistenza a pubblico ufficiale, fino al terrorismo e all’eversione, assicurando che “verrà data la conseguente valutazione giuridica alle azioni di chi ha fomentato la pacifica protesta fino a renderla un’azione violenta di massa”. Decine di poliziotti hanno riportato ferite, come diversi dimostranti.

L’ambasciata Usa a Tbilisi ha parlato di “giornate nere per la democrazia georgiana”, negando che la legge approvata sia analoga alla “Fara”, la norma sugli agenti stranieri negli Usa, e paragonandola direttamente alla legge russa resa sempre più repressiva nell’ultimo anno. Nella dichiarazione della sede diplomatica si legge che “l’approvazione del Parlamento a leggi ispirate dal Cremlino è incompatibile con le aspirazioni del popolo della Georgia all’integrazione europea e al suo sviluppo democratico, oltre a danneggiare le relazioni con i partner strategici e distruggere l’importante opera di tante organizzazione georgiane, che lavorano per assistere i propri cittadini”.

Nonostante le critiche provenienti anche dall’Europa e da tutti i Paesi occidentali, le proteste delle opposizioni e degli attivisti umanitari in tutta la società, il partito al potere del Sogno Georgiano ha deciso di procedere con ritmo accelerato all’approvazione della controversa legge, anticipandola di due giorni. Molti deputati dell’opposizione hanno lasciato il Parlamento per unirsi ai dimostranti, e la votazione si è tenuta dietro rigide misure di sicurezza, senza permettere la presenza di giornalisti e attivisti, e anche di una parte delle opposizioni, ciò che ha ulteriormente acuito le tensioni.

La stessa seduta parlamentare era iniziata in un clima rovente, con urla e insulti senza freno da una parte all’altra, in particolare da parte dei deputati ultra-nazionalisti del gruppo “Forza del Popolo”, David Khundadze e Guram Mačarašvili, mentre il governativo ex calciatore Mikhail Kavelašvili si gettava fisicamente contro l’oppositore Georgij Vašadze, dopo che questi gli aveva consigliato di “tornare a giocare a pallone”. Gli stessi esponenti del Sogno Georgiano hanno contribuito ad aumentare le tensioni, prendendo in mano il progetto di legge che era stato presentato dai nazionalisti.

La Forza del Popolo è un gruppo creato di recente, per esprimere tendenze fortemente antioccidentali, da alcuni deputati fuorusciti dal Sogno Georgiano, e secondo molti da esso teleguidati, per tenersi le mani pulite rispetto a posizioni troppo estreme. La legge sugli agenti stranieri mette in realtà al centro della politica georgiana la questione dell’appoggio all’Ucraina contro la Russia, che secondo i filorussi è un tentativo di “trascinare la Georgia nella guerra” ispirato dai Paesi occidentali, che usano l’Ucraina come arma contro Mosca.

La retorica patriottica è stata quindi riassorbita dal partito al potere, dopo aver usato come grimaldello gli estremisti, che non hanno gradito di essere stati messi in secondo piano. Espressioni di ostilità contro gli “uomini senza patria”, i “quasi-patrioti”, “paggetti dei Paesi stranieri”, che sembravano esclusive della Forza del Popolo, oggi sono sulla bocca di tutti con varie sfumature, e lo scontro quindi si complica ulteriormente. Oltre alle due parti da sempre in conflitto, si creano nuove divisioni all’interno delle stesse.

Il capo del gruppo parlamentare del Sogno Georgiano, Mamuki Mdinaradze, ha sostenuto che “i veri patrioti non possono andare contro questo progetto di legge”, accusando gli avversari di voler coinvolgere perfino la Chiesa ortodossa georgiana: “Voi insultate il nostro patriarca e volete portare il nostro Paese nel caos secondo uno scenario rivoluzionario, mettendo i soldi stranieri nei progetti bellici… noi vogliamo solo la trasparenza finanziaria”.

Molti altri autorevoli interventi ribadiscono queste posizioni estremamente allarmate, mentre la presidente Salome Zurabišvili ha già preannunciato che non intende firmare questa legge dopo la sua approvazione definitiva, prima della quale la crisi politica georgiana potrebbe degenerare in modo imprevedibile.

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